A CACCIA DI......SARAGHI

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Author Topic: A CACCIA DI......SARAGHI  (Read 5736 times)

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on: December 18, 2010, 20:35:48
PREMESSA
 Anch'io, come tanti altri pescatori, ho cominciato la mia avventura in mare, da ragazzino, con la cannetta fissa ed il galleggiante e i primi pesciolini che mi avevano fatto esultare di gioia erano i malcapitati saraghetti delle dimensioni delle vecchie cento lire o poco più. Son convinto che se facessimo un’indagine fra gli appassionati di surfcasting, su quale sia ritenuta la preda della specialità per eccellenza, il 90% risponderebbe: il sarago. Varie sono le ragioni che pongono il nostro sparide in cima alla classifica e, non da ultima, la questione  affettiva di cui sopra. Quante volte è capitato che durante una battuta assolutamente priva di alcun risultato, l’unico a bussare al nostro cimino è stato proprio lui, magari un umile sparlotto che, in barba al suo ridotto apparato boccale ed alle sue misere dimensioni, si è fatto trafiggere dal nostro generoso beack guarnito da altrettanta generosa porzione di esca. Naturalmente l’abbiamo rimesso in acqua con tutte le cautele, ma la sua visita ci ha ricaricato le pile in una serata fredda e ventosa.

DOVE
Il sarago, nelle sue versioni più comuni nel mediterraneo (sparlo, maggiore, pizzuto ecc.) è presente in numerosi spot, anche in spiagge aperte tutta sabbia che nessun nascondiglio gli possono, in apparenza, riservare. La mia conoscenza del sarago è cresciuta nel tempo, dalla cannetta fissa in fibra fino ai primi passi nella pesca a fondo quando chiedevo (e lo chiedo ancora) ai pescatori più esperti consigli sulle spiagge più prolifiche. Spesse volte mi veniva consigliato di evitare quel tal sito in quanto vi erano solo saraghi. Un altro grosso contributo in tal senso mi era stato fornito dalla pesca a galleggiante che avevo incominciato a praticare ed affinare. Mi rendevo sempre più conto della differenza fra il pescare in condizioni meteo marine tranquille e in condizioni di mare mosso. Con la bolognese riuscivo a capire con un semplice colpo d’occhio quale fosse il “mare da saraghi” e non vi nascondo che gli esemplari più grossi li ho catturati con questa tecnica.
Passando il tempo e cominciando a ragionare, prima di tirare i piombi in acqua, ho cominciato a dare una spiegazione ed una interpretazione a tutte queste cose. Perché mi si consigliava di evitare quello spot se era possibile la cattura di saraghi? Perché la condizione ideale dell’epoca era il mare calmo che equivaleva ad esemplari di piccole dimensioni. Perché quello spot era da evitare mentre a poche centinaia di metri diventava il paradiso delle mormore? Perché cambiava radicalmente la morfologia del fondale. Qual'è quindi l’insegnamento che avevo tratto da queste considerazioni ed esperienze? Che il sarago, quello di misura, ha bisogno di mare mosso e di spot particolari.  Con queste considerazioni mi ricollego all'importanza che riveste lo studio dello spot nella gestione di una battuta di pesca. Ovvero il passare da una cattura assolutamente fortuita ed occasionale ad una cattura cercata e mirata. Purtroppo la cosa più difficile è il trasporre le conoscenze ed esperienze di altre tecniche al surf casting. Per nostra sfortuna i posti migliori non sono praticabili a surf. Per posti migliori intendo la pesca dalle scogliere con fondale profondo o su fondali rocciosi dove ogni accorgimento antincaglio risulta inefficace. Bisogna comunque che adattiamo le strategie più efficaci alla nostra tecnica. Per quanto riguarda lo spot non ci sono problemi, sono grossomodo gli stessi già visti per la spigola. Quindi pocket beach meglio con fondale misto o comunque con presenza di scogliere o formazioni rocciose. E’ sempre possibile la presenza del sarago anche su spiagge aperte, specie nel gradino di risacca e nel sottocosta purché nelle vicinanze siano presenti possibili tane e rifugi. Il sarago è infatti un pesce stanziale e territoriale e quindi le sue escursioni alla ricerca di cibo sono a breve raggio. Le condizioni marine sono altrettanto intuitive: mare mosso, schiuma, acqua almeno velata. Per la mia esperienza posso affermare che gli esemplari migliori si muovono con l’acqua al limite della visibilità. Ciò non toglie che vi siano oasi felici in cui si possa acchiappare qualche dentone anche in condizioni light.

COME
Non sto a dilungarmi sull'attrezzatura: canne robuste in grado di affrontare le condizioni di mare in cui andremo a pescare. Non occorrono grosse doti balistiche in quanto nei nostri spot, più che la distanza andremo a privilegiare la precisione. Piazzare l'esca in una buca, una secca, uno spiazzo sabbioso fra due formazioni rocciose o a pochi metri da un molo o uno scoglio protendentesi in acqua può fare la differenza. Per quanto riguarda travi e calamenti ognuno ha le sue preferenze. C'è chi, nella ricerca del sarago, trova blasfeme soluzioni diverse dal pater noster. Io son convinto che una spiaggia può rispondere in modo diverso cambiando le condizioni del mare e delle correnti. Il sarago a volte mangia su esca ferma altre volte su esca molto mobile. Non è raro il caso di catture su long arm di otre due metri, magari sgallato. L'imperativo quindi, per quel che mi riguarda, è provarle tutte finchè non si arriva alla soluzione che garantisca i risultati migliori. Ovviamente partiremo dalle soluzioni di base che, per logica, riterremo più idonee allo spot ed alle condizioni del mare. Se stiamo affrontando una spiaggia bassa con frangenti e canaloni a breve distanza, l'istinto ci suggerisce di affidarci ad un pater noster o ad uno short basso. La ricerca dello sparide, invece, nel gradino di risacca di una spiaggia profonda ci fa ampliare le nostre scelte fino allo short rovesciato. Quando lo spot si presenta particolarmente insidioso a causa del fondale misto o roccioso allora è il caso di ricorrere a soluzioni specifiche. Non sto a dilungarmi su questo aspetto e vi rimando alle discussioni che riguardano i fondali misti. Non facciamoci troppi scrupoli sul diametro dei braccioli: riserviamo lo 0.25 alle condizioni di scaduta molto avanzata, ma gestiamo le altre situazioni con fili dello 0.30-0.35 e anche più. Per quel che riguarda le esche, in sostanza anche qui abbiamo una coincidenza con la spigola: bibi e americano per gli anellidi. Seppia, di cui presenteremo i tentacoli e la striscia. Ricordiamoci di non lasciare uno svolazzo eccessivo oltre l'amo: se una striscia a coda di rondine fluttuante può essere irresistibile per il predatore, inviterà invece il nostro scaltro grufolatore ad addentare la parte in bando strappandola e sbrindellandola. Evitiamo quindi porzioni generose di esca (qualunque) oltre la punta dell'amo: falliremmo la maggior parte delle abboccate. Continuando l'elenco delle esche, non possono ovviamente mancare il cannolicchio, l'occhio di canna, il fasolare, il tartufo, la cozza, il granchio e la sarda. Con quest'ultima gli inneschi dovranno essere mignon, a forma di sigaro e con la polpa rovesciata. Per quanto riguarda gli ami personalmente non ho dubbi: beack e nient'altro che beack anche con il salsicciotto di sarda. Personalmente non eccedo mai nella grandezza degli uncini: le misure dal 4 al 2, con qualche puntata sul n°1, a seconda dell'esca usata e dello stato del mare, garantisccono robustezza e possibilità d'ingoio, altrimenti potremmo assistere, disperati, a continue botte sui cimini senza che il nostro amo faccia presa. L'apparato boccale del sarago è piuttosto piccolo anche se a volte è capace di performances fuori da ogni logica. Un aneddoto a conferma dell'eccezione. Anni fa con un gruppo di amici abbiamo girato per diverse ore le spiagge della Costa Azurra alla ricerca di un posticino riparato dal fortissimo maestrale che spirava. Alla fine optiamo, quale male minore, per alcune spiaggette sulla Promenade di Nizza. Il mare era comunque nero increspato di bianco e si riusciva a pescare con una sola canna. Quando il sole comincia a calare decido di innescare un calamaro di una quindicina di cm. al cui interno avevo inserito sarda sminuzzata. Un robusto aberdeen 2/0 e via in acqua per tentare qualche gronco quale ultima speranza. Ebbene, con l'arrivo delle tenebre la Futura che stavo adoperando comincia a sbacchettare di brutto. Ho intuito che non si trattava di serpente ma mai mi sarei aspettato di trovare un sarago maggiore di oltre 8 etti che aveva ingoiato buona parte della testa del cefalopode.


QUANDO
Le tenebre indubbiamente regalano qualche chance in più ma nelle condizioni ottimali di mare le catture avvengono normalmente anche in pieno giorno. D'altronde pescando in condizioni di surfcasting, le condizioni sotto il pelo dell'acqua sono quelle che sono. Non sapreicomunque stilare una classifica anche perchè le variabili, per la mia esperienza, sono innumerevoli. Mi è capitato di prendere bei saraghi in pieno giorno appena dopo la caduta di un vento fortissimo. Altre volte con l'arrivo del buio le catture sono immediatamente cessate. Inoltre, mi vergogno a dirlo, ma non ho mai fatto caso se le condizioni di marea influiscano sulla sua attività come invece ho riscontrato ed è risaputo avviene con l'approssimarsi di una perturbazione. Ad ogni modo, torno a ripetere, l'importante è che ci sia mare grosso, schiuma e tane nelle vicinanze.

CONSIDERAZIONI FINALI
Le performances di lotta del sarago sono note a tutti e credo che la soddisfazione ed emozione di combattere con un esemplare di tutto rispetto siano molto superiori a quelle che ci più riservare la più blasonata spigola. L'abboccata è quasi sempre potente e perentoria, scatenandosi subito dopo in testate possenti. Da qui l'importanza, che avevo rimarcato prima, di non lesinare sul diametro del bracciolo, anche in considerazione dei dentoni che si ritrova. Il recupero si deve effettuare senza tentennamenti e sottigliezze specie se nelle vicinanze vi sono nascondigli o scogli sui quali il nostro terminale durerebbe lo spazio di un secondo.

Alla prossima
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Reply #1 on: October 24, 2012, 12:06:44
Ciao Nicola,
..poco fa' guardavo le previsioni meteo dalle mie parti per sabato prossimo e i circa 140 cm di onda previsti e l' acme di marea delle 15:00 mi hanno immediatamente fatto pensare al nostro amato sparide a cui nn do la caccia da un bel po' di tempo ( ....confesso di aver pensato anche a sua maesta'.......ma facciamo finta di niente per adesso.... x;D...) ....cosi' ho rispolverato e divorato questo  tuo vecchio topic ed inesorabilmente e' iniziato il conto alla rovescia per il prossimo week end........
...il periodo direi che e' piu' che buono per un pomeriggio a paf pesante e pensavo di portare con me del bibi, americano e......dulcis in fundo, una bella seppiolina freschissima sui 100 gr che mia madre ha catturato e mi ha gentilmente regalato;congelata sabato scorso la scongelerei per sabato prossimo per ricavarci striscioline ed innescare i tentacoli.......
.....ora, il mio dubbio e' rivolto alle condizioni meteo che in questo periodo sono piuttosto variabili ed ho paura che una volta sul posto, e una volta scongelata la mia preziosissima esca, un' acquazzone potrebbe costringermi a fare i bagagli e tornare a casa.
Pensi che in tale circostanza potrei ricongelarla e giocarmela in un' altra occasione? sarebbe egualmente catturante? ..... altrimenti continuero' a custodirla gelosamente per situazioni piu' propizie.........
.....ciao ciao e grazie mille! 


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Reply #2 on: October 24, 2012, 16:51:13
Pur ammettendo che la seppia (ma tutte le esche) fresca abbia una marcia in più, credo che puoi tranquillamente congelarla alcune volte. Il potere attirante di questo tipo di esca sta nella visibilità più che nell'odore. Un mio amico alcuni anni fa catturò una fantastica spigola oltre i tre kili utilizzando un bracciolo fatto con un pezzo di nylon rosa recuperato da un piccolo falò (di nylon) sulla spiaggia e come esca uno spuncia (occhio di canna) congelato e scongelato a suo dire una cinquantina di volte (l'odore confermava)  calabria
Spero che l'uscita ti vada bene e che riesci a fare un bel report. Ricorda che con i saraghi, in caso di inappetenza, bisogna provarle tutte passando da un opposto all'altro come da un paternoster con braccioli da 20 cm. al long arm da due metri
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Reply #3 on: October 24, 2012, 18:25:10
...Ok Capitano, ricevuto e millegrazie!
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Un mio amico alcuni anni fa catturò una fantastica spigola oltre i tre kili utilizzando un bracciolo fatto con un pezzo di nylon rosa recuperato da un piccolo falò (di nylon) sulla spiaggia
...alla faccia dei fluoro carbon da un euro al metro  calabria........allora mi sa' che sabato provero' anche un vecchio monofilo da 0,30 mm che mi ha regalato mio padre....... ha tirato fuori un vecchissimo rocchetto da un cumulo di vecchie scartoffie di pesca....se nn ricordo male dovrebbe essere Francese e chiamarsi " Luxor "........ho eliminaro il primo metro e fatto un improved klinch su una girella come prova.......sembrerebbe che vada a meraviglia!
Grazie ancora Capitano! 


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Reply #4 on: October 25, 2012, 14:54:06
Grazie Luca per avermi graduato  ;D. Se il filo è stato tenuto bene non hai nulla da temere. Quello che può modificare e comprometterne la struttura sono principalmente la luce, il caldo ed il freddo. Anch'io ho usato e regalato bobine di filo che avevo in garage da anni eppure ancora ottimi. Ricordo che ho regalato ad un conoscente tre bobine di Crab dello 0.35. Non ha ancora finito di ringraziarmi per la bontà del prodotto  calabria
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Reply #5 on: October 25, 2012, 18:18:43
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Grazie Luca per avermi graduato 
...mmmm, si..... piu' o meno, direi a meta' strada tra L' attimo fuggente e Capitan Jack Sparrow ;D.......
.....in realta' ho un' altra cosa mooolto seria da chiederti dovuta al fatto che la pescata che sto' programmando per sabato ha avuto un inaspettato e lieto risvolto;
infatti stamattina uno dei miei pescivendoli di fiducia se ne viene in ufficio e mi da una busta...........dentro c' erano 4 bei cefali freschissimi sui 400 gr a testa e con delle belle macchie gialle vicino alle branchie..............inutile descrivere la mia felicita' ed alle 13 li avevo gia sfilettati, imbustati singolarmente e messi nel surgelatore..
.....in un' altra busta ho raccolto e surgelato le teste e le lische.......potrebbero tornarmi utili per una pasturazione all' antica con la calza......
....ed in un' altra bustina, e qui sorge la domanda, ho raccolto tutte le interiora......di queste ho raccimolato un bel gruzzoletto e la consistenza e la forma mi sembrano davvero idonee per fare qualche bel innesco.....
......quindi vorrei chiederti, hai mai innescato le budella?  ;D 


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Reply #6 on: October 25, 2012, 18:45:08
Ebbene, ti confesso di si, ma non crederesti alle tue orecchie. Tanti anni fa, quando mi dedicavo più all'acqua dolce che al mare, spesse volte ho innescato a fondo le budella di pollo, fornitemi da un amico che allevava polli, e qualche volta con buoni risultati (barbi e cavedani). In mare più che farcire  con le interiora la sardina rivoltata non ho fatto. Ma come pensi di innescarle?
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Reply #7 on: October 25, 2012, 20:12:30
...L' idea mi e' venuta perche' rispetto alle interiora della sardina queste sono piu' grosse e sode...alcune parti sono lunghe, resistenti al tatto e di colore rosa....assomigliano vagamente ad un americano un po' piu' sottile e quindi penso di innescarle allo stesso modo.....le parti piu' consistenti e grosse pensavo di sagomarle col coltello in modo da creare una forma a ventaglio per poi ricavarne piccoli sigari attorcigliandoli e rassodandoli col filo elastico sull' ago per il bibi ( con occhiello )......una volta pronti metterli all' amo come per il bibi.....beck per questi ed aberden per i piu' lunghi.....e lanci appoggiati per vedere se il tutto tiene....
...voglio fare il tentativo perche' spessissimo le aguglie che innesco vive e recupero vengono attaccate in primis dalle seppie......le  quali divorano per prima proprio le interiora le quali dovrebbero essere ricche di olii ed umori attiranti......
......Quindi mi sa' che faro' cosi calabria.....dedichero un paio d' ore  a tranci consistenti su una canna e sull' altra faro' girare inneschi piu' piccoli di seppia, budella, bibi ed americano.........sperando che nn arrivi il diluvio all' improvviso......
A presto, Capitano!


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Reply #8 on: October 25, 2012, 21:28:09
 Dalla descrizione penso comunque che stai parlando della bottarga e non so se resiste agli inneschi ed ai lanci. Comunque perchè no, bisogna provarle tutte. Quando un mio amico carpista mi descrive gli inneschi che prepara rimango allibito  calabria. In definitiva non dev'essere la fantasia a mancarci. 
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Reply #9 on: October 26, 2012, 00:06:21
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Quando un mio amico carpista mi descrive gli inneschi che prepara rimango allibito  calabria.
................. calabria3  e ogni tanto funzionano?


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