Cari amici, come avete detto un pò tutti, ognuno innesca il verme intero un pò come si trova meglio.
partendo da questo presupposto, io vi dico la mia. io innesco l'americano infilzandolo dalla testa, quando apre la proboscide; quindi la coda andrà a finire sull'amo. uso quasi esclusivamente ami a paletta. ma la differenza la fa la legatura. mi trovo bene da quando faccio la legatura ligure che non lascia il capo del bracciolo sul filo dell'amo. quest'ultimo, per quanto ben tagliato, crea sempre un impedimento al vermaccio. è ovvio che a maggior ragione il nodo agevola l'innesco dell'arenicola. a questo punto, arrivati all'altezza della legatura, il verme verrà accompagnato verso il resto del filo con movimenti rotatori della testa del verme, in quel momento stretto, ma non troppo, tra il pollice e l'indice. non lo dico per fare il maschio ma il morso dell'americano e solamente un pochino fastidioso ma non crea alcun problema.
inoltre dico, per quanto il verme infilzato non goda nella sua condizione, io lo infilzo in modo tale che la testa rimanga sul bracciolo perchè nel momento in cui viene insidiato da pescetti, sull'amo, non verrebbe decapitato, quindi manterrebbe ancora un pò di mobilità che di conseguenza garantirebbe la fuoriuscita sanguinulenta.
circa l'ago della stonfo, quello senza occhiello, per intenderci, utile per l'innesco del verme dall'amo, trovo che per l'immissione di esche corpulente (rimini, grossi amiricani, bibi francese - cannolicchi, ecc.) su ami importanti, (6-4-2) crei un pò di problemi nel momento in cui l'esca ruota lungo la profondità dell'amo. questo perchè, a mio avviso, l'ago ha una sezione troppo piccola e, ancorchè si tenga il filo in tensione, la punta dell'amo è poco aggrappata all'ago stesso. inoltre, senza alcuna malizia, non so quanto il fatto della punta in plastica sia una trovata così rivoluzionaria.......
ciao
p.s. le spire con cui lego l'amo sono sempre 5 o 7