Ciao ragazzi,
penso che nel mondo del surfcasting e della pesca a fondo in genere sia stato detto tutto e ormai vi è spazio solo per rivisitare vecchi argomenti o aggiungere qualche piccolo ritocco innovativo.
A questo non sfugge l’argomento calamenti. Son sempre gli stessi e nulla di nuovo c’è sotto il sole, ma diciamo anche che quelli che normalmente utilizziamo bastano e avanzano. Questa ovviamente non è una critica all’inventiva di noi pescatori ma una semplice constatazione quale preambolo per sottolineare che questo non è un post foriero di rivoluzionarie innovazioni ma un rispolverare quanto già esiste.
Fra i vari calamenti, quello che secondo me si presta di più a manipolazioni, variazioni e personalizzazioni è il paternoster. Pensavo di dargli una rispolverata soprattutto a beneficio di chi si avvicina alla pesca di fondo per la prima volta, dando per scontato che i più esperti lo conoscano già ma anche per cercare di riscoprire la sua ecletticità per la quale mi è sembrato doveroso definirlo calamento jolly.
E’ uno dei primi travi del surfcasting anzi, per l’esattezza è una semplificazione del così detto “standard”. Lo standard era, ed è, un calamento da alta turbolenza costituito da un trave di lunghezza variabile in nylon sul quale venivano applicati tre corti braccioli simmetrici o di lunghezza leggermente diversa atti ad ospitare esche di diverso tipo per offrire un menù variegato alle nostre prede.
Con il passare del tempo lo standard ha perso un bracciolo per dare più leggerezza e più doti balistiche al nostro cercando di ridurre, nel contempo, problemi di grovigli. Ecco nascere quindi il Paternoster. La sua struttura è simile al suo antesignano ma si limita a due braccioli.
Ho parlato di surfcasting in quanto quella è la sua estrazione specifica, pur non rinnegando, risalendo cronologicamente, la sua provenienza dal bolentino . Nella pesca a fondo si usava e si usa, almeno dalle mie parti, un calamento alla “genovese” con piombo scorrevole ed un bracciolo più lungo posto sotto il piombo ed uno più corto attaccato prima. Il paternoster richiede invece il piombo fisso terminale.
Facevo cenno ai suoi pregi che secondo me sono molteplici: può essere personalizzato a piacimento, può essere usato con qualsiasi condizione di mare da quello forza olio fino a quello tipo centrifuga di lavatrice quindi sia a paf che a beach che a surf. Il trave può accogliere braccioli di lunghezza diversa posizionandoli dove meglio si crede, munendoli all’occorrenza anche di flotter. Ed infine dà la possibilità di innescare due esche diverse. Con queste caratteristiche l’attributo di tuttofare è d’obbligo.
L’impostazione di base del trave è comune ai diversi tipi di pesca con la variante del diametro del filo che può andare da uno 0.40 per mare calmo ad uno 0.60/0.70 per condizioni da surf, e degli accessori per l’attacco dei braccioli (girelle, perline ecc) che vanno rapportate a seconda delle condizioni del mare. La lunghezza può variare da 1 metro in sù. in rapporto anche alla profondità del fondale ma non è raro vedere misure molte più corte in caso di mare veramente hard.
Si eseguono poi i due snodi mediante l’uso di girelle, che io adopero sempre piuttosto piccole, fermate sopra e sotto da due perline che verranno bloccate a loro volta da stopper o nodini. In alternativa trovo valide le girelle con le perline già incorporate e dotate di foro per inserire il filo. Il calamento sarà legato allo shock leader nella maniera che più riteniamo valida: asola, girella, nodo o aggancio in acciaio. L’estremità inferiore sarà dotata di una robusta girella con moschettone per l’attacco del piombo. Gli snodi, dicevamo, possono essere posizionati alla distanza a noi più congeniale. Quello basso possiamo avvicinarlo al piombo o tenerlo distante e ciò vale anche per quello alto che avvicineremo più o meno al capocorda. Questi spostamenti dei braccioli ci possono far sondare diverse profondità di azione dell’esca.
Sceglieremo poi il diametro e la lunghezza dei braccioli e di conseguenza gli ami sempre in base alle condizioni del mare. Sappiate che in condizioni di altissima turbolenza non è raro pescare con due braccioletti dello 0.40/0.50 da 20/30 cm. In condizioni di mare più soft o mare calmo ci potremo sbizzarrire a nostro piacimento allungando i braccioli e/o diversificandone la lunghezza e adottando un diametro di filo e ami che reputiamo più idonei. Tenete comunque presente una semplicissima regola per evitare eventuali ingarbugliamenti: con trave bello teso, avvicinando i due ami, questi devono arrivare massimo a sfiorarsi anche se con mare veramente fermo e assenza di corrente possiamo azzardare soluzioni più lunghe. Potremmo dotare il bracciolo superiore o tutti e due di un flotter.
Il paternoster è quindi impiegabile nella pesca a fondo principalmente alla ricerca di mormore (non sono rare le coppiole quando c’è un buon pascolo) o di pesce di galla tipo boghe e occhiate pescando sgallati.
A surf può essere dedicato a qualunque specie, con un occhio di riguardo ai saraghi nella schiuma.
Giusto per una piccola dimostrazione, il paternoster io lo confeziono così.
Occorrente: monofilo, girelle, perline (oppure girelle con perline già inserite) moschettone, filo per gli stopper.
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LoginProcedimento: tagliamo uno spezzone di filo della lunghezza e diametro che reputiamo idonei, leghiamo ad una estremità la girella con moschettone. Nel capo libero inseriamo, nell’ordine, perlina, girella, perlina che bloccheremo, sopra e sotto, con un nodino eseguito con filo per legamenti, spago cerato, powergum oppure utilizzando due stopper di misura inferiore a quella necessaria. Ripetiamo l’operazione per il secondo snodo ed il calamento è pronto.
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LoginQuello nella foto è realizzato con girelle dotate di perline incorporate, i nodi di fermo sono eseguiti con spago cerato e sull’estremità superiore è stata realizzata un’asola per unirlo allo shock. Eventualmente possiamo inserire, prima del nodo sulla girella che regge il piombo, un paio di pallini morbidi in plastica o neoprene con lo scopo di ammortizzare eventuali slittamenti degli snodi sotto trazione. Le dimensioni del calamento rappresentato sono molto ridotte per esigenze fotografiche.
Alla prossima