IL GRADINO DI RISACCA

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Author Topic: IL GRADINO DI RISACCA  (Read 10516 times)

^OLTREMARE^

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on: December 31, 2009, 12:00:42
Ciao ragazzi,
Qualche sera fa, guardando distrattamente uno sceneggiato storico in TV, mi si spalancano gli occhi davanti all’inquadratura di una spiaggia da favola. Bellissimo il contesto ambientale ma ovviamente non era questo aspetto che mi mandava in sollucchero bensì la trasposizione piscatoria dell’immagine. Una spiaggia bassa, perfettamente piana, con un impianto da surf da manuale in atto. Per quel poco che ho potuto vedere c’era tutto: bel moto ondoso, canaloni, frangenti, acqua torbida ecc. Ancora una volta mi sono rammaricato di non abitare su un litorale che presenti questa tipologia di impianto.
Il mio pensiero, quasi come una sorta di compensazione, è andato alle recenti catture di Peppino e di altri utenti: spigole meravigliose catturate, mi pare, tutte sul litorale tirrenico e quindi su impianti dal fondale alto o medio alto. Catture effettuate a spinning e quindi a breve distanza dalla battigia. Nella mia mente si è innescato il vecchio dilemma fra spiagge a bassa energia e spiagge ad alta energia. Quali preferire per la pratica del surfcasting? Saltiamo per il momento le spiagge basse anche perché c’è in atto una discussione in proposito avviata da un utente che abita sulla costa adriatica e spero che riservi ottimi spunti. Limitiamoci per il momento alle spiagge a noi più abituali, quelle profonde ad alta energia. Ho più volte detto che in queste condizioni c’è da dannarsi nel riuscire a trovare le connotazioni da manuale, per non dire impossibile. Nella quasi totalità dei casi troviamo una situazione omogenea e ripetitiva che non ci aiuta certo ad individuare tratti da preferire. Se poi sono assenti alcune caratteristiche come foci o sbocchi d’acqua dolce o vicinanze di scogliere, allora la scelta mirata è praticamente impossibile. Dobbiamo scoraggiarci per questo? Assolutamente no, abbiamo comunque un nostro alleato nelle battute di surfcasting in questi spot: il gradino di risacca.
Come potete notare il periodo è quello propizio. Le spigole si avvicinano a riva e non importa andare a trovare delle teorie sul perché questo avviene: per l’accoppiamento?  Per la presenza di pesci preda che girano in acque più basse e quindi più calde? Perché vicino a riva l’acqua è più ossigenata? Forse è una concausa di tutti questi elementi rimarcata dall’allontanamento stagionale del serra. Per quanto mi riguarda alla base di tutto c’è il rimescolamento del fondale dovuto alle frequenti mareggiate che innesca la catena alimentare ed infatti nel gradino di risacca e nei primi metri successivi oltre alla spigola ed a grongo,  predatori nostrani per eccellenza, troviamo anche i grufolatori, sarago in testa e pesce bianco comune.
Il gradino, includendo ovviamente nell’accezione del termine anche i successivi 30 metri, può rappresentare un vero e proprio serbatoio, un vero toccasana per gli amanti del surf che devono misurarsi con spiagge ad alta energia. Diventa in pratica un punto di riferimento costante per tutta la lunghezza del litorale atteso che non vi sono differenze fra un tratto e l’altro e qualunque punto può nascondere una gradita sorpresa. Eventualmente saremo poi noi ad individuare e selezionare dei tratti specifici in cui piazzare le nostre canne come si diceva sopra.
Naturalmente stiamo parlando di surfcasting e quindi di condizioni marine sostenute, specie nei primi metri.
Le condizioni migliori sono quelle della scaduta, con mare schiumoso nel primo tratto. Se poi riusciamo a beccare quel mare "gonfio" che garantisce una buona profondità da subito senza quelle onde dispettose che ci fanno dannare, direi che è il non plus ultra. Comunque, per quanto istintivamente quest’azione di pesca possa sembrare facile, all’atto pratico non lo è, l’unico vantaggio è il lancio in quanto riusciremo sempre e comunque a raggiungere con i nostri piombi quei primi metri. Le insidie nascoste nel gradino sono molte e a volte non totalmente e facilmente evitabili. Spesse volte avremo a che fare con l’accumulo di alghe portate dalla corrente che continuano a vorticare proprio sotto i nostri piedi. Dovremo quasi sempre fare i conti con quell’unica onda che si frange proprio lì e che ad ogni colpo si ripercuote sulle cime delle nostre canne facendoci spesso credere che qualcosa la sotto ha gradito la nostra esca. Altre volte avremo la presenza di pietre e massi anche sballonzolati dalla forza dell’acqua che rappresentano un pericolo d’incaglio o che minano l’integrità dei nostri calamenti. Per non parlare poi dei terminali che spesso e volentieri troviamo ingarbugliati al trave sotto l’azione delle correnti in arrivo e di ritorno che si susseguono quasi senza soluzione di continuità. Dunque, anche in questo caso il problema è come riuscire a far lavorare le nostre esche. Anche se i metri da raggiungere saranno pochi l’attrezzatura dovrà essere robusta per riuscire a tenere il moto ondoso senza incurvarsi ad ogni onda. Consiglio le solite ripartite con cima abbastanza morbida per riuscire ad assecondare il movimento delle onde. Per ovviare agli incagli io adopero questo sistema: alla fine del trave lego uno spezzone di un 10/15 cm. di nylon di misura inferiore e poi metto il piombo. In questo modo, in caso d’incaglio si perde solo il piombo. Quale amante dei terminali lunghi cerco sempre di mantenere una lunghezza adeguata. Andare a lesinare sul diametro in queste condizioni non è conveniente oltre che poco produttivo Prima di accorciarli provo sempre ad aumentare il diametro del filo. I terminali da adoperare sono i soliti: short, long, short rovesciato e pater noster da usare a rotazione, utilizzando magari per i primi due dei mini travi. Per quanto riguarda gli ami di solito preferisco non eccedere nella misura, in queste zone il pesce deve per forza di cose acchiappare al volo quello che gli passa davanti agli occhi: dei beack fra il n° 2 e il n° 4 e degli aberdeen a filo robusto fra il n°2 ed l’1/0 possono essere sufficienti. Anche gli inneschi, per lo stesso motivo, non saranno mai giganteschi. Le esche ovviamente solo le solite: seppie, spuncia, cannolicchi, calamari, totani, sarde, bibi e americani. L’azione di pesca è semplice: valutate le condizioni del mare, si eseguono dei primi lanci di assaggio per verificare la tenuta del piombo ed il comportamento dei terminali. Una canna si posiziona proprio nel solco del gradino dove l’onda si frange e la seconda poco più distante, al limite dell’azione dell’onda. Alterneremo i lanci fino a coprire un’area massima di una trentina di metri dalla battigia.
Una raccomandazione: anche quando si va per mormore a mare calmo, non trascuriamo quei primi metri: i nostri amici pinnuti potrebbero essere proprio lì.
Alla prossima
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Doctor

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Reply #1 on: January 05, 2010, 09:37:37
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Per ovviare agli incagli io adopero questo sistema: alla fine del trave lego uno spezzone di un 10/15 cm. di nylon di misura inferiore e poi metto il piombo. In questo modo, in caso d’incaglio si perde solo il piombo.

Ciao Oltremare,
per capire meglio, metti il terminle di due dimensioni, il trave con gli ami grosso come lo shock, poi girellina o nodo di sangue e poi 10 cm di filo di diametro inferiore a quello in bobina con legato il piombo?
esempio se ho il 28 nel mulinello metti un 25 a legare il piombo?

ciao e Grazie
Rispettiamo la natura, non lasciamo neanche un filo sul posto di pesca.......


MINOSSE

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Reply #2 on: January 05, 2010, 10:35:29
Ciao Nicola, come sempre i tuoi topic si leggono che è una bellezza e soprattutto sono molto tecnici ma dalla semplice comprensione che è la cosa più importante.
Vorrei anche io dare qualche imput a questa bella discussione visto che io ho a che fare quotidianamente con spiagge ad alta energia quindi abbastanza profonde e credo di conoscerle discretamente bene. E porto ad esempio i vecchi pescatori che forse qualche cosa in tanti anni di pesca l'hanno imparata e che non avevano i ritrovati tecnologici che ci sono ora però ricordo bene perchè li ho visti in azione e ricordo anche i tanti racconti ai quali ho assistito, e chi insidiava le spigole lo faceva con la mezza sarda e la lanciavano a ridosso dell'onda, praticamente nel gradino di risacca e le spigolone le prendevano cosi. Ancora oggi c'è qualche superstite della vecchia guardia che quando va a pesca di spigole lo fa sempre in questo modo e magari al posto della sarda mette qualche "testa di chiodo" quei minuscoli cefalopodi che hanno un liquindo fluorescente all'interno, ed ancora oggi qualche spigola di taglia la fanno. Io stesso posso dirvi che praticando diverse tecniche di pesca ho avuto modo di constatare con la bolognese pescando dalla riva con mare in avanzata scaduta e con acque torbide che la spigola se la fa proprio a ridosso del frangente per il semplice motivo che nella schiuma ci sono i cefaletti, mi capita spessissimo di allamarne a decine proprio in quei punti li, perchè sono molto ossigenati c'è il rimescolo della sabbia che procura loro del cibo evidentemente e poi è il luogo dove l'acqua è più torbida e di conseguenza per loro il posto più sicuro. Basta che col galleggiante mi sposti di un paio di metri verso il largo e cefaletti non ne prendi più. La spigola che non è una fessacchiotta sa che li in quelle nuvole di sabbia può trovare da mangiare e quindi è il punto più facile dove trovarle. E comunque come dicevi tu è anche il posto dove oltre ai predatori puoi trovare anche i grufolatori come il sarago, in molte occasioni mi è capitato di catturarli in pochissimi centimetri d'acqua e anche di buona taglia. Questo per dire che molte volte ci fissiamo a lanciare lontano quando i pesci sono sotto i nostri piedi.
Mino.
NON LASCIAMO LE SCATOLETTE DEI VERMI SULLA SABBIA,
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etfreaky*

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Reply #3 on: January 05, 2010, 11:05:34
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Una canna si posiziona proprio nel solco del gradino dove l’onda si frange e la seconda poco più distante, al limite dell’azione dell’onda. Alterneremo i lanci fino a coprire un’area massima di una trentina di metri dalla battigia.

Quindi un piombo lo devo buttare proprio nel vortice dell'onda?
Proprio ieri sono stato a pesca con mare in scaduta, ed i miei piombi cercavo di lanciarli al limite dell'azione dell'onda, ma non ho pensato a lanciarne uno nel vortice, anche perchè non credo che uno spike da 170gr regga, dato che l'onda spostava ciottoli ben più pesanti del mio piombo. Quindi stiamo parlando in condizioni di mare in scaduta, non proprio surf estremo? O dato che il lancio lo devo appoggiare, mi conviene davvero, prendere dei piombi ben più consistenti?
Ancora complimenti, per il tuo continuo apporto che dai a questo forum, ed in particolare a questa sezione.
P.S. propongo di mettere in evidenza anche questo 3d.

La pesca è la metafora della vita... stai seduto senza far nulla aspettando che succeda qualcosa.
Ma non succede mai nulla.


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Reply #4 on: January 05, 2010, 15:00:40
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Ciao Oltremare,
per capire meglio, metti il terminle di due dimensioni, il trave con gli ami grosso come lo shock, poi girellina o nodo di sangue e poi 10 cm di filo di diametro inferiore a quello in bobina con legato il piombo?
esempio se ho il 28 nel mulinello metti un 25 a legare il piombo?
ciao e Grazie
Esattamente così, esistono comunque altri metodi come dei gancetti per il piombo in metallo morbido che sotto trazione si aprono e permettono lo sgancio della zavorra.

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Ciao Nicola, come sempre i tuoi topic si leggono che è una bellezza e soprattutto sono molto tecnici ma dalla semplice comprensione che è la cosa più importante.
Vorrei anche io dare qualche imput a questa bella discussione visto che io ho a che fare quotidianamente con spiagge ad alta energia quindi abbastanza profonde e credo di conoscerle discretamente bene. E porto ad esempio i vecchi pescatori che forse qualche cosa in tanti anni di pesca l'hanno imparata e che non avevano i ritrovati tecnologici che ci sono ora però ricordo bene perchè li ho visti in azione e ricordo anche i tanti racconti ai quali ho assistito, e chi insidiava le spigole lo faceva con la mezza sarda e la lanciavano a ridosso dell'onda, praticamente nel gradino di risacca e le spigolone le prendevano cosi. Ancora oggi c'è qualche superstite della vecchia guardia che quando va a pesca di spigole lo fa sempre in questo modo e magari al posto della sarda mette qualche "testa di chiodo" quei minuscoli cefalopodi che hanno un liquindo fluorescente all'interno, ed ancora oggi qualche spigola di taglia la fanno. Io stesso posso dirvi che praticando diverse tecniche di pesca ho avuto modo di constatare con la bolognese pescando dalla riva con mare in avanzata scaduta e con acque torbide che la spigola se la fa proprio a ridosso del frangente per il semplice motivo che nella schiuma ci sono i cefaletti, mi capita spessissimo di allamarne a decine proprio in quei punti li, perchè sono molto ossigenati c'è il rimescolo della sabbia che procura loro del cibo evidentemente e poi è il luogo dove l'acqua è più torbida e di conseguenza per loro il posto più sicuro. Basta che col galleggiante mi sposti di un paio di metri verso il largo e cefaletti non ne prendi più. La spigola che non è una fessacchiotta sa che li in quelle nuvole di sabbia può trovare da mangiare e quindi è il punto più facile dove trovarle. E comunque come dicevi tu è anche il posto dove oltre ai predatori puoi trovare anche i grufolatori come il sarago, in molte occasioni mi è capitato di catturarli in pochissimi centimetri d'acqua e anche di buona taglia. Questo per dire che molte volte ci fissiamo a lanciare lontano quando i pesci sono sotto i nostri piedi.
Mino.
Grazie per l'apprezzamento Mino. Se osserviamo il comportamento dei predatori, notiamo che su spiaggia aperta indirizzano quasi sempre le loro prede verso la battigia. Addirittura, anche se è un esempio macroscopico, l'orca esce fuori dall'acqua per ghermire le sue prede. Pescando a galleggiante, come tu confermi, le migliori catture si fanno a breve distanza.

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Quindi un piombo lo devo buttare proprio nel vortice dell'onda?
Proprio ieri sono stato a pesca con mare in scaduta, ed i miei piombi cercavo di lanciarli al limite dell'azione dell'onda, ma non ho pensato a lanciarne uno nel vortice, anche perchè non credo che uno spike da 170gr regga, dato che l'onda spostava ciottoli ben più pesanti del mio piombo. Quindi stiamo parlando in condizioni di mare in scaduta, non proprio surf estremo? O dato che il lancio lo devo appoggiare, mi conviene davvero, prendere dei piombi ben più consistenti?
Ancora complimenti, per il tuo continuo apporto che dai a questo forum, ed in particolare a questa sezione.
P.S. propongo di mettere in evidenza anche questo 3d.

Non mi sono espresso bene ma d'altronde, per fare una casistica completa, ci sarebbero volute dieci pagine.
E' ovvio che buttare l'esca dentro l'onda, specie se questa è una sola e potente, diventa un supplizio per noi e per i nostri calamenti. Più correttamente, in questa situazione, occorre centrare il punto più tranquillo prima di quello dove l'onda comincia a formarsi. Ritengo che questo sia il punto in cui le nostre prede, sia predatori che grufolatori si appostino in attesa che il movimento del mare gli porti qualcosa a tiro di mandibole. Come ti dicevo, le condizioni che possiamo trovarci davanti sono le più disparate, dall'onda lunga, all'onda unica e fragorosa, alla serie di onde ecc. L'importante è sfruttare quelle poche decine di metri.
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Reply #5 on: January 05, 2010, 15:34:36
Grazias, era proprio lì che lanciavo le mie esche.
La pesca è la metafora della vita... stai seduto senza far nulla aspettando che succeda qualcosa.
Ma non succede mai nulla.


Saragone

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Reply #6 on: January 05, 2010, 16:23:05
Il gradino di risacca è un settore che personalmente non trascuro mai,sia pescando a Surfcasting che nella semplice pesca a fondo...
Spesso infatti,è proprio la fascia compresa nei primi metri dalla battigia ad essere la più proficua in termini di presenza ittica e catture...
Pescando a surfcasting,si innescano mille fattori tra loro che concatenandosi uno con l'altro portano questa zona a divenire molto produttiva,uno dei motivi a mio avviso più importanti risiede nel fatto che la corrente secondaria o di rip current che dir si voglia,parte proprio dal gradino di risacca e poprio da qui inizia la sua opera di trasporto verso il largo degli organismi disseppelliti dal fondale arato dalla forza delle onde...
Successivamente,questi depositi andranno a depositarsi in punti ben delineati ( ma mano che la forza del mare e delle correnti va in diminuzione) e diverranno poi questi i settori più produttivi...
Su spiagge a bassa energia ( come quelle di tutto il tratto tirrenico compreso tra il lido di Ostia e Pescia Romana ),non è affatto difficile imbattersi in catture di grosse spigole e bellissimi saraghi nei primi metri dalla riva...
E' meglio un ottimo  pescatore con una pessima canna in mano,che una ottima canna in mano ad un pessimo pescatore...

Meno seghe mentali e PIU' PESCA!


vincearchery

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  • NEL MARE GROSSO, SI PIGLIANO I PESCI GROSSI..
Reply #7 on: January 12, 2010, 01:29:43
Questo topic mi era proprio sfuggito,  calabria3
E leggendolo, mi sono ricordato che al raduno mi parlavi proprio di quel film.. In quanto al gradino di risacca, quoto in pieno quello che hai scritto, non per niente, quando sono in pesca in condizioni di surf estremo, piazzo sempre due canne (ovviamente con due inneschi diversi) subito dopo il punto di partenza dell'onda, ed una più al largo, in pratica, una canna che serve da jolly, e mandata in avanscoperta anche fino ai 30 mt di cui parlavi..
complimenti per il topic..
Saluti vince
NON IMPORTA CHE TIPO DI PESCA FAI.. L'IMPORTANTE E' POTER RACCONTARE DI AVERLO FATTO..


^DRAYCON^

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  • L'elemento fondamentale della pesca?Birra e panini
Reply #8 on: January 12, 2010, 19:45:37
Volevo fare una domanda! Magari scuserete la mia ignoranza! Se non erro il gradino di risacca è quella parte dove l'acqua da bassa, si fa più profonda. Come fate a individuarla dalla spiaggia?
Vivo la vita a un'uscita di pesca alla volta! Non mi importa ne dove, ne quando, ne come! A ogni uscita di pesca, sono un'uomo libero!


^OLTREMARE^

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Reply #9 on: January 13, 2010, 09:13:52
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Volevo fare una domanda! Magari scuserete la mia ignoranza! Se non erro il gradino di risacca è quella parte dove l'acqua da bassa, si fa più profonda. Come fate a individuarla dalla spiaggia?
Il gradino di risacca(sfruttabile) è un elemento tipico delle spiagge profonde ed in linea di massima sta ad indicare quella zona ai limiti della battigia dove l'azione di scavo dell'onda crea una certa profondità. In questi siti si tende a sfruttare non solo questa zona ma i primi 30 metri (più o meno).
Purtroppo dalle tue parti le condizioni sono diverse e avrebbe poco senso sfruttare il gradino (che non si forma). Puoi però puntare sui frangenti ed i canaloni che si evidenziano in condizioni da surf.
Ciao
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brezza53

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Reply #10 on: May 04, 2013, 12:08:03
Anche se leggo l'articolo di Oltremare in ritardo...Ti faccio i mie complimenti


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Reply #11 on: May 04, 2013, 18:26:25
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Anche se leggo l'articolo di Oltremare in ritardo...Ti faccio i mie complimenti

Grazie infinite dell'apprezzamento  calabria
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