LA CODA DI TOPO

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Author Topic: LA CODA DI TOPO  (Read 4317 times)

OLTREMARE

  • Guest
on: September 14, 2008, 01:49:53
Probabilmente Fly strabuzzerà gli occhi pensando che io sia approdato alla nobile arte della pesca a mosca, sbagliando poi sezione. Non è così. E' che volevo citare un piccolo espediente che spesse volte mi ha risolto problemi di tenuta dei terminali e che qualcuno di voi conosce senz'altro.
Qualche giorno fa ho fatto un'uscita veloce. Mare quasi piatto, vento assente, temperatura gradevole: serata da mormore insomma. Preparo due canne con long arm da 150 su una e oltre due metri sull'altra. Al primo recupero succede una cosa strana: tutti e due i braccioli aggrovigliati.
Rifaccio i braccioli, pari lunghezza, salendo dallo 0.22 allo 0.25. Stesso risultato: meno grovigli di prima fa finali annodati e inservibili. Accorcio di brutto ma dopo un'ora nessuna tocca e ancora groviglietti.
Medito un momento e ne deduco che nonostante il mare calmo c'è una corrente forte e strana.
Ricorro all'asso nella manica: coda di topo. Spezzone da 120/130 cm dello 0.35 e finalino dello 0.25 di circa 30 cm. annodati con un nodo di sangue.
Risultato: un'oratella ed una mormora e soprattuto braccioli integri.
Capisco che quel nodo sul bracciolo non è simpatico ma se il nodo di sangue è fatto bene la tenuta è eccellente. Ovviamente è utilizzabile anche nella paf e nel ledgering
I pesci non sono enormi ma avevano ingoiato tutto e la mormora addirittura non ha dato segni di vita.

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Alla prossima


^NANDONE^

  • Io vi osservo !!!!!
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Reply #1 on: September 14, 2008, 02:35:34
Complimenti Oltremare!!!

E' sempre un piacere vedere te e le tue catture!!!!!!!!

 


VincenzoSpinning

  • Guest
Reply #2 on: September 14, 2008, 08:57:24
complimenti nicola belle cattue.

  ;D ;D ;D

                                                                                 ;D


^DAVIDE^

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Reply #3 on: September 14, 2008, 09:22:35
Bravo Nicola, espediente a dir poco geniale!!
Permettimi però una domanda.
Il long arm generalmente si utilizza in condizioni di mare calmo e poca corrente per dare all'esca una maggiore mobilità e soprattutto naturalità.
In condizioni di mare calmo ma con forte corrente in genere si accorcia la lungezza dei braccioli e, se è il cado, si aumenta anche il diametro degli stessi.
Cos'è che ti ha spinto a mantenere il long arm nonostante i continui grovigli?
Costruendo il long arm con la cosa di topo si mantiene ugualmente questa naturalità oppure si perde?
Se c'è troppa corrente il lungo bracciolo non "scodizola" troppo in acqua?


marceu

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Reply #4 on: September 14, 2008, 10:19:59
Bravo Nicola grazie alla tua esperienza sei riuscito ha capovolgere la situazione .
Spero propio di poter condividere con te qualche pescata e "rubarti" piu segreti
possibili. i complimenti per i pesci a te, vanno fatti doppi, perchè da noi uscire dalla spiaggia
con dei pesci è diventato davvero difficile e tu lo sai 
son qui in attesa,del pesce della mia vita.


SOVVERSIVE

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Reply #5 on: September 14, 2008, 13:37:54
Complimenti Oltremare!!!

E' sempre un piacere vedere te e le tue catture!!!!!!!!

Comunque ognuno di noi ha le proprie convinzioni in merito alla giunzione tra due fili , specie se finali con il nodo di sangue. Tu citavi il fatto di unire l'ultimo spezzone con l'amo alla coda di topo con il nodo di sangue.
Poniamo il fatto che allamiamo una preda di dimensioni considerevoli (orata dai 2 kg in su.......magari!!!!!), non può succedere che tal simile nodo essendo molto vicino alla preda, sia più soggetta a sforzi che possono determinare la rottura, rispetto a quando è posizionato ad unire due monofili tipo filo in bobina & shock leader??? In questo caso il nodo in questione risulta molto più efficace  potendo contare sull'elasticità (anche se minima)e sulle lunghezze tra filo in bobina e shock leader. 
Io ho sempre adoperato un altro sistema sempre sul Long arm , in pratica sostituisco il nodo di sangue con due piccole asole, per poi unire  l'ultimo spezzone in trecciato che adopero per insidiare i Balestra, al monofilo di nylon.
Cosi facendo, sempre secondo il mio modesto parere, si riduce notevolmente il rischio di rottura al nodo, facendo lavorare i due monofili in assolutà libertà di movimento.
Cosa ne pensi Oltremare?
Sono stato esaustivo nell'esprimere il mio concetto?

Un saluto.


OLTREMARE

  • Guest
Reply #6 on: September 16, 2008, 10:12:02
Anzitutto grazie a tutti dei complimenti ma penso che sia più bello vedere i pesci che me  ;D

Per Davide. Se hai letto il mio report ho scritto che ho aumentato il diametro fino a 0.25 (oltre mi sembrava un'eresia) e poi ho adottato degli short. Purtroppo su questi sono immediatamente cessate tutte quelle piccole tocche che denotavano un pò di movimento in acqua. Ho provato anche ad inserire un galleggiantino che ha dato silenzio assoluto o qualche minuscolo sugarello. Tieni conto che personalmente tendo sempre ad adoperare, per quanto mi è possibile, il long arm. La coda di topo rende il bracciolo un pò più "pesante" ma ritengo che sotto la spinta di una corrente piuttosto forte mantenga una buonissima mobilità rimanendo, e questo è il vantaggio, esente da grovigli. Probabilmente lo scodinzolare si rivela un'arma vincente.
Per Sovversive. E' logico che ognuno abbia le proprie preferenze in fatto di nodi e personalmente ritengo che per unire, come nel caso in questione, uno 0.25 con uno 0.35, quindi con una differenza di 10 decimi, il nodo di sangue sia insuperabile. Si forma un chicco di riso impercettibile. Certamente la robustezza del nylon sarà pregiudicata, specie quello più sottile, ma si tratta in questo caso di far fronte a continui grovigli dovuti alla corrente anomala in condizioni di mare calmo e acqua limpida. In condizioni diverse i diametri potrebbero essere superiori con carichi di rottura maggiori. Tieni comunque conto che il pezzo più sottile rappresenta solo 1/5 dell'intera lunghezza del bracciolo. Avrei grosse perplessità se fosse il contrario (spezzone grosso più corto di quello sottile). Insidiando mormore e oratelle l'uso del trecciato non mi ispira molto (non lo uso mai) e i balestra qui da me purtroppo sono specie rara. Ti posso comunque assicurare che non ho mai avuto rotture sulle giunzioni con nodo di sangue anche se non mi è mai capitato il pesce della vita.
Ciao


Peppecayman

  • Guest
Reply #7 on: September 29, 2008, 20:46:45
Belle prede bravo Nicola


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