SPIAGGE PROFONDE

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Author Topic: SPIAGGE PROFONDE  (Read 18108 times)

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on: May 07, 2013, 15:49:24
Capita spesso che anche la più attenta programmazione a tavolino delle nostre battute di pesca non sia poi supportata da un positivo riscontro delle condizioni reali. Ciò non tanto in ordine all’aspetto catture, ai cui risultati negativi siamo magari già abituati, quanto alle condizioni marine che si rivelano molto diverse da quelle che avevamo immaginato. Il problema è che fra il dire e il fare c’è sempre di mezzo Nettuno ed è sempre lui a dettare le regole del gioco. La cosa potrebbe anche apparire di facile soluzione se avessimo a che fare solo con spiagge a bassa energia nel senso che in questo caso, trovandosi di fronte ad un mare un po’ troppo allegro, basta magari spostarsi di un centinaio di metri per trovare una finestra sul cordone ininterrotto del frangente esterno oppure dei canali laterali che rappresentano gli unici punti affrontabili.


Viceversa, in caso di mare troppo spento, con lo stesso spostamento, si può andare a trovare quei pochi riccioli di schiuma residua che possono risolverci la battuta.


La cosa diventa invece frustrante se siamo costretti ad operare su spiagge ad alta energia. Su questi spot spesso le mareggiate ci precludono quei “punti” certi nei quali riponiamo la nostra fiducia come il gradino di risacca e quei primi metri che spesso riservano gradite sorprese. I marosi fanno inoltre scomparire ogni più piccolo riferimento e ci troviamo a tirare la monetina in aria per decidere dove piantare i picchetti. Penso di aver acquisito un minimo di esperienza in materia dovendo, per motivi logistici, bazzicare quasi esclusivamente arenili profondi. Posso affermare che in questi spot il mare, oltre certe condizioni, non paga quasi mai. Ma ciò non significa, come ho già letto e sentito in parecchie occasioni, che non esistono condizioni da surf e che l’attrezzatura specifica diventa superflua. Penso invece che sia proprio in questi spot che ripartite e rotanti dimostrano tutta la loro utilità. Il motivo della sterilità in certe condizioni proibitive risiede proprio nella forza della mareggiata stessa che nelle spiagge profonde è superiore alle spiagge basse anche se la percezione visiva può ingannarci. Molti sono i modi in cui  una mareggiata si può proporre su una spiaggia ad alta energia e, purtroppo, diversi di questi modi diventano impossibili da affrontare anche con le ripartite più potenti, i rotanti più prestanti ed il massimo spirito di sacrificio del pescatore. Un classico esempio è rappresentato dal singolo cavallone che si infrange sulla battigia, tipo questi:
   

le dimensioni di quest’onda possono essere tali che, per affrontarla, dovremmo posizionare le nostre canne sul trespolo del bagnino e se ciò fosse possibile non ci sarebbe zavorra sufficiente a contrastare la potenza di questo muro d’acqua che spazzerebbe via la nostra attrezzatura.
Il cavallone a volte può diventare un tandem. L’altezza dell’onda può anche risultare più bassa ma la sequenza uno-due a breve distanza di queste onde non darebbe tregua alle nostre canne e a noi verrebbe il mal di mare ad ogni affossamento delle cime.


O addirittura un trenino d’onde che farebbero venire le vertigini anche ad un vecchio lupo di mare





rimarcati addirittura da un colorino per nulla invitante delle acque.

A parte i discorsi tecnici, ricordiamoci che la cosa fondamentale è la nostra incolumità per cui, nelle condizioni viste sopra evitiamo temerarietà: col mare non si scherza, lui ci può deridere in qualunque istante.


Giusto per un veloce ripasso, ricordiamoci che la mareggiata diventa proficua quando innesca la catena alimentare e questo semplicissimo assioma vale anche per gli spot ad alta energia. Nelle condizioni viste sopra, a mio modo di vedere, viene invece spazzata via tutta quella che è la prima scia che richiama i pesci più piccoli quindi non c’è l’innesco di questa catena o, quantomeno, avviene fuori dalle nostre possibilità di tiro. Comunque, considerando le condizioni in cui reputiamo che questo fenomeno si possa attuare occorre, anche in questo caso, individuare le rotte e i punti di pascolo dei nostri pesci. Cosa per nulla semplice se vista nel contesto di quanto detto poco sopra relativamente alla mancanza di indicazioni. Ho sentito diverse teorie sul dove piazzare le esche: nel gradino di risacca, a tot metri dalla battigia ecc.. Teorie tutte valide ma, aggiungo io, ciascuna a seconda della condizione che ci si para davanti. Tanto per fare un esempio, non ha senso posizionare le esche a 30 metri se questo tratto è interessato da un cumulo di detriti in sospensione, riscontrabile dalle acque colore pece, così come non avrebbe senso piazzare il calamento nel gradino se su questo si abbatte l’unico grosso cavallone. Ragioniamoci sopra per un momento. Quale pesce è così fesso da stare in mezzo ai detriti che possono riempirgli le branchie fino ad impedirgli di respirare? E qualaltro sarebbe così incosciente da cercare nutrimento nel turbine di un cavallone che esplode sulla battigia? Nessuno penso anche se capisco che sia difficile ragionare come un pinnuto. E qualora il nostro ipotetico amico riuscisse a contrastare la forza dei marosi, siamo sicuri che riuscirebbe a trovare di che cibarsi sul fondo di questo fantomatico gradino? Personalmente ritengo di no. Penso che ognuno di noi, andando al mare per diletto, in presenza di mare un poco mosso avrà notato, stando con i piedi piantati nella sabbia della battigia, il rotolio delle pietre che, di ritorno in acqua ci sbattono sui malleoli facendoci un male cane e la pressione dell’acqua di ritorno che tende a spingerci verso il mare, ebbene questa è l’azione della corrente di ritorno, cioè la corrente secondaria. La corrente primaria, naturalmente è quella che segue la direzione opposta e che dal largo quindi spinge le masse d’acqua verso la battigia. La corrente primaria è quella che solleva la coltre del fondale portando in vista (dei pesci) vermi molluschi ed organismi viventi. Anch’essi poi vengono spinti verso la battigia insieme a pietre e detriti. La corrente secondaria distribuisce questi organismi sul fondale come se provvedesse ad imbandire la tavola per i nostri amici pinnuti. Quindi, in condizioni di mare mosso, ma non esageratamente mosso è legittimo concentrarsi sulla zona che va dal gradino di risacca fino a qualche decina di metri dalla battigia. Quando le condizioni sono più hard la forza della corrente primaria è chiaramente più elevata e, parallelamente anche della secondaria. Ciò comporta che il brumeggio naturale non rimane sotto il cavallone della battigia o nelle immediate vicinanze ma verrà riportato verso il largo finchè la corrente secondaria avrà l’energia per farlo, tenendo sempre presente che le due correnti non sono necessariamente lineari. Ciò non toglie che la corrente primaria possa di nuovo appropriarsi di questi organismi e riportarli di nuovo a riva. Insomma è una partita  a ping pong fra le due correnti finchè gli organismi non vengono depositati sul fondo grazie ad un sopraggiunto equilibrio che annulla le due forze che può essere rappresentato da un tratto di fondale più profondo in cui le due correnti si annullano o dall’esaurimento della forza di una delle due correnti. Il grosso guaio è, come avrete capito, che non è assolutamente semplice individuare questi punti di deposito, a volte direi impossibile. Un piccolo aiuto ce lo può fornire il colore dell’acqua: il punto in cui la superficie cambia tonalità diventando meno scura è indice che qualcosa è cambiato sul fondo.


Per cui, su spiagge ad alta energia, avventuriamoci sempre con condizioni di mare mosso ma legittimamente affrontabili, di cui questi possono essere degli esempi, dalle condizioni più hot








a quelle più soft di piena scaduta




Passando ovviamente per quelle situazioni in cui certe particolarità del fondale manino i segnali indicatori tipici delle spiagge basse.





Sperando, come al solito di non avervi annoiato......alla prossima. calabria
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carlo86

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Reply #1 on: May 07, 2013, 16:47:49
Annoiati??Macche'......interessantissimo!  ;D
Carlo!!


tiburon88

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Reply #2 on: May 07, 2013, 16:59:28
interessante argomento.

Non è affatto facile interpretare determinate condizioni in spot ad alta, altissima energia. Fino a qualche tempo fa andavo ad occhio oppure mi affidavo a punti dove avevo già catturato in condizioni di bonaccia.

Ora cerco appunto i cambi di colore dell' acqua che spesso possono denotare un crollo batimetrico punto in cui il mare porta i nutrienti ma sono più le volte che non ci riesco che le volte che vado a segno..

Ad ogni modo bravo nicola, importante sottolineare alcune cose che, molte volte, possono fare la differenza fra un cappotto e una bella pescata.
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chiaravadrhotu

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Reply #3 on: May 07, 2013, 17:58:52
Caro Nicola , ottima iscrizione come sempre; personalmente però non noto considerevoli novità rispetto a quello che già avevi scritto riguardo le spiagge profonde se non che rapprensentano un terno al lotto..

E riguardo a spiagge mooooolto profonde ? Che approccio consigli ? E' praticabile a parer tuo il surfcasting o meriterebbe una tecnica da natante a bolentino viste le profondità? ( si parla di una depressione di circa 200m ) a poche decine di metri dalla battigia! calabria


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Reply #4 on: May 07, 2013, 18:19:50
Caro Peppe, il modo di pescare è sempre quello. Ci può essere qualche miglioramento tecnico ma il modo di leggere il mare è sempre lo stesso. Quanto ho cercato di illustrare sia ora che in passato (credimi, è sempre molto difficile) vale sia per le spiagge profonde che profondissime e la morale è sempre quella: sono molto difficili da interpretare.
Non puoi proporre un'alternanza fra surfcasting e bolentino: quando il surfcaster scende in spiaggia i natanti sono al riparo nel porto  calabria
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chiaravadrhotu

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Reply #5 on: May 07, 2013, 18:34:26
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Non puoi proporre un'alternanza fra surfcasting e bolentino: quando il surfcaster scende in spiaggia i natanti sono al riparo nel porto...

...Chiaro!!!...

Allora avrò molte ore da qui ad agosto per riflettere se comprare una nave o una rip... ;D
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Paf89

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Reply #6 on: May 07, 2013, 18:48:28
Finalmente si parla di spiagge ad alta energia, un post che trovo molto utile, complimenti!
Non mi è chiara una cosa sola però: a mare mosso o in scaduta l'esca la lancio tra il gradino di risacca e una decina di metri dopo oppure tra il gradino e la schiuma ?
Grazie


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Reply #7 on: May 07, 2013, 19:46:49
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Finalmente si parla di spiagge ad alta energia, un post che trovo molto utile, complimenti!
Non mi è chiara una cosa sola però: a mare mosso o in scaduta l'esca la lancio tra il gradino di risacca e una decina di metri dopo oppure tra il gradino e la schiuma ?
Grazie
Il deposito detritico si forma dietro il gradino di risacca, per cui l'esca dovrebbe essere posizionata nei dieci metri successivi al gradino (verso il largo).
Inoltre, su spiagge ad alta energia, visto il turbinio dell'onda, non penso che si riesca a posizionare l'esca dove questa frange e fa la schiuma. 
Daniele


tiburon88

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Reply #8 on: May 07, 2013, 20:05:36
quoto daniele, a mare mosso o in scaduta la turbolenza non permette la lavorazione ottimale dei travi e braccioli se posizionassimo l' esca direttamente nel gradino. meglio spingere l' inganno qualche metro più avanti.

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Caro Nicola , ottima iscrizione come sempre; personalmente però non noto considerevoli novità rispetto a quello che già avevi scritto riguardo le spiagge profonde se non che rapprensentano un terno al lotto..

E riguardo a spiagge mooooolto profonde ? Che approccio consigli ? E' praticabile a parer tuo il surfcasting o meriterebbe una tecnica da natante a bolentino viste le profondità? ( si parla di una depressione di circa 200m ) a poche decine di metri dalla battigia! calabria




Personalmente, in quella spiaggia, che frequento e conosco molto bene l' unico accorgimento in condizioni di mare mosso o in scaduta differente dall' impostazione classica del surf è quello di collocare una canna su fascia intermedia con trancione o sarda intera perchè il mostro è sempre dietro l' angolo.
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Paf89

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Reply #9 on: May 07, 2013, 20:51:04

[/quote]
Il deposito detritico si forma dietro il gradino di risacca, per cui l'esca dovrebbe essere posizionata nei dieci metri successivi al gradino (verso il largo).
Inoltre, su spiagge ad alta energia, visto il turbinio dell'onda, non penso che si riesca a posizionare l'esca dove questa frange e fa la schiuma. 
[/quote]

Chiarissimo, grazie


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Reply #10 on: May 07, 2013, 22:47:09
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Finalmente si parla di spiagge ad alta energia, un post che trovo molto utile, complimenti!
Non mi è chiara una cosa sola però: a mare mosso o in scaduta l'esca la lancio tra il gradino di risacca e una decina di metri dopo oppure tra il gradino e la schiuma ?
Grazie

L'ho sempre detto che è molto difficile trasformare in parole quello che si ha in testa e capisco anche che leggere topic così lunghi possa far perdere il filo del discorso, quindi mi scuso di nuovo.
Comunque nel topic c'era la risposta alle tue domande ed ho estrapolato qui di seguito i punti interessati

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....... Tanto per fare un esempio, non ha senso posizionare le esche a 30 metri se questo tratto è interessato da un cumulo di detriti in sospensione, riscontrabile dalle acque colore pece, così come non avrebbe senso piazzare il calamento nel gradino se su questo si abbatte l’unico grosso cavallone.......

..... Quindi, in condizioni di mare mosso, ma non esageratamente mosso è legittimo concentrarsi sulla zona che va dal gradino di risacca fino a qualche decina di metri dalla battigia. Quando le condizioni sono più hard la forza della corrente primaria è chiaramente più elevata e, parallelamente anche della secondaria. Ciò comporta che il brumeggio naturale non rimane sotto il cavallone della battigia o nelle immediate vicinanze ma verrà riportato verso il largo ...........
Il grosso guaio è, come avrete capito, che non è assolutamente semplice individuare questi punti di deposito, a volte direi impossibile. Un piccolo aiuto ce lo può fornire il colore dell’acqua: il punto in cui la superficie cambia tonalità diventando meno scura è indice che qualcosa è cambiato sul fondo.
.......

Ho anche pensato di mettere dei riferimenti in ogni foto ma ho pensato che sarebbe stato un vincolo alla libera interpretazione altrui
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Reply #11 on: May 07, 2013, 23:04:18
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Il deposito detritico si forma dietro il gradino di risacca, per cui l'esca dovrebbe essere posizionata nei dieci metri successivi al gradino (verso il largo).
Inoltre, su spiagge ad alta energia, visto il turbinio dell'onda, non penso che si riesca a posizionare l'esca dove questa frange e fa la schiuma. 

Il tuo ragionamento non fa una grinza Daniele ma, sulla base delle mie esperienze, ti posso dire che non sempre è così. In più di un'occasione ho insistito nella scia di schiuma che si forma alle spalle del gradino senza alcun risultato. Risultati che sono arrivati quando ho spinto più avanti le esche fino al cambio di tonalità dell'acqua. Mi son fatto questa idea della spinta esercitata dalla corrente secondaria e alcuni amici a cui in passato l'avevo esposta avevano concordato con me. Altre volte invece ho trovato i pesci nella schiuma a ridosso del gradino e ritengo che in quel caso la corrente di ritorno fosse più debole. Altre volte ho fatto catture lanciando in modo molto angolato e ho attribuito la causa sempre alla corrente di ritorno che percorreva una traiettoria obbliqua (magari influenzata dalla corrente laterale). Son tutte congetture ed ipotesi ovviamente ma almeno se rimedi un cappotto si tratta di un cappotto ragionato  ;D
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Reply #12 on: May 07, 2013, 23:10:20
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interessante argomento.
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Grazie Giovanni, vedo che siamo sulla stessa lunghezza d'onda. Pensa che sono ormai diversi anni che prima di piantare i picchetti mi soffermo a scrutare il mare per molto tempo. I cappotti ci sono e ci saranno sempre ma, chissà perchè, torno a casa meno demoralizzato e poi acquisisco la materia prima per le farneticazioni dei miei post.  calabria
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Reply #13 on: May 14, 2013, 17:57:52
Eccola, l'ho trovata solo ora dopo giorni di ricerche nel mio archivio.



E' la foto di una schiumata pazzesca che farebbe la felicità degli amanti della pesca al sarago. Lo spot è congeniale allo sparide trattandosi di un bel fondale misto, ma anche il branzino ci potrebbe stare.

Ma la cosa più importante è che un pesce preso qui vale per mille calabria perchè? Ecco













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chiaravadrhotu

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Reply #14 on: May 14, 2013, 19:07:34
Bella! mi piacciono un casino i posti dove si sente un pò di storia...ma ovviamente le esche le lanceresti oltre la schiuma o mi son perso qualcosa?
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Reply #15 on: May 14, 2013, 19:46:17
A distanza di tempo non ricordo più ma mi pare che la schiumata arrivasse ad una bella distanza da riva. La spiaggia, anche qui se la memoria non m'inganna, è bella ciottolosa tanto da non consentire un discreto ground, quindi o un above con piombo sospeso (e non ci si arriva oltre la schiuma) o un pendolare. Ad ogni modo, lancerei una canna poco oltre, magari con uno short rovesciato ma la seconda canna immancabilmente in mezzo al bianco con un pater noster  calabria
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Reply #16 on: May 14, 2013, 20:27:06
Grazie Nicola...
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olandesevolante

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Reply #17 on: May 20, 2013, 17:47:47
Ormai da quando mi sn iscritto a questo sito ed ho letto migliaia di post scritti da gente esperta tendo a guardare il mare con occhi differenti!! anzi, lo guardo mooolto di più quando è mosso, alla ricerca dei 'canaloni', in attesa di un po di calma per provare quelle determinate zone. Purtroppo, sarà la mia ignoranza, ma le caratteristiche del mare, come raccontato in questi post, sono differenti dal mare della mia zona.Nonostante mi sforzi a ricercare correnti e canaloni,nn vedo differenze nelle onde, non sono lunghe come nelle foto sopra, ma alte e che sbattono con un'unica grande onda sulla battigia. Come regolarsi in tal caso?genericamente ciò comprende una spiaggia ad alta o bassa energia?...solo per esperienza balneare conosco le differenze dei fondali in tutto il mio litorale, cioè sempre ciottolosi fino a 30m dalla riva e dopo sabbiosi, unica variazione la profondità. Dunque con questo tipo di mare e di fondale come cimentarsi..e dove soprattutto!?
grazie per la risp


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Reply #18 on: May 21, 2013, 00:37:15
Ciao Olandese, se nella tua zona non vedi canaloni, frangenti e roba simile, probabilmente hai a che fare con spiagge profonde. Come avrai certamente letto, nel post di cui sopra ho cercato di spiegare che in questo tipologia di siti spesso sparisce ogni riferimento che ci possa dare delle indicazioni utili. Ho cercato inoltre di documentare con le immagini un'ampia casistica di come si può presentare la mareggiata in queste spiagge e le due foto piccole rappresentato proprio la situazione che tu hai descritto. Ovviamente le due foto in questione rappresentano situazioni fuori dal comune e non gestibili da comuni mortali, ma quando il muro d'acqua è alla portata delle nostre forze e dei nostri attrezzi, allora cominciano le danze. Nel tuo caso il ciottolato nei primi metri rappresenta un ulteriore ostacolo in quanto le pietre vengono sballottate come biglie e potrebbero rappresentare un serio pericolo per un calamento piazzato lì in mezzo. Meglio andare oltre e individuare magari la zona che segna un cambiamento del colore dell'acqua o una zona segnata da una sorta di schiumata in superficie. In poche parole ogni batimetrica poi dev'essere perlustrata, escludendo la zona in cui le onde fanno la centrifuga.
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tiburon88

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Reply #19 on: May 21, 2013, 17:42:14
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Ormai da quando mi sn iscritto a questo sito ed ho letto migliaia di post scritti da gente esperta tendo a guardare il mare con occhi differenti!! anzi, lo guardo mooolto di più quando è mosso, alla ricerca dei 'canaloni', in attesa di un po di calma per provare quelle determinate zone. Purtroppo, sarà la mia ignoranza, ma le caratteristiche del mare, come raccontato in questi post, sono differenti dal mare della mia zona.Nonostante mi sforzi a ricercare correnti e canaloni,nn vedo differenze nelle onde, non sono lunghe come nelle foto sopra, ma alte e che sbattono con un'unica grande onda sulla battigia. Come regolarsi in tal caso?genericamente ciò comprende una spiaggia ad alta o bassa energia?...solo per esperienza balneare conosco le differenze dei fondali in tutto il mio litorale, cioè sempre ciottolosi fino a 30m dalla riva e dopo sabbiosi, unica variazione la profondità. Dunque con questo tipo di mare e di fondale come cimentarsi..e dove soprattutto!?
grazie per la risp

Ciao, oltre a tutto quello che ha già detto Nicola(oltremare, ndr), volevo aggiungere che, notare i cambi di batimetrica o la presenza di qualche ostacolo in acqua tipo scoglio isolato o oggetti non definiti che potrebbero rappresentare sia una "manna dal cielo" in quanto fungono da riparo per il pesce che ci sguazza vicino sia da "disgrazia" per il pescatore che inconsapevolmente ci incoccia puntualmente dovendo riproporre apparati pescanti nuovi varie volte in una pescata, potrebbe essere più facile tramite l' utilizzo di occhiali polarizzati, spesso questi aggeggi se comprati di discreta qualità ci svelano cose che magari per via delle condizioni di luce o altro sono poco visibili a occhio nudo....
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