STRATEGIA E ANALISI

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Author Topic: STRATEGIA E ANALISI  (Read 6657 times)

^OLTREMARE^

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on: January 13, 2010, 14:48:54
Ciao ragazzi,
Spero che non vi siate spaventati per il titolo ridondante perché, in definitiva, il contenuto è molto concreto e non presuppone il possesso di specializzazioni universitarie. Nella mia visione della pesca e del surfcasting in particolare, ci sono alcuni aspetti imprescindibili per conseguire dei buoni risultati: 1) una discreta preparazione di base che si acquisisce soprattutto con l’esperienza. 2) Una discreta attrezzatura per poter fronteggiare ogni situazione umanamente affrontabile e 3) lo studio dei nostri spot. Quest’ultimo, purtroppo, presuppone, per certi aspetti, una grande riserva di tempo a disposizione da dedicare alla nostra attività, aspetto che mi ha fatto coniare l’aforisma “il surfcasting è una disciplina da pensionati”. A parte gli scherzi, è mia intenzione cercare di approfondire proprio questo terzo punto che spesse volte viene trascurato proprio per la mancanza di tempo.
Penso che ciascuno di noi, nel Forum, ha avuto modo di leggere, chiedere e dare consigli ad altri utenti su spiagge valide in cui andare a pescare. Queste richieste in genere non vengono viste di buon occhio e sono interpretate come un voler carpire i nostri segreti più intimi. E’ umano che ciascuno di noi sia molto restio a indicare quella spiaggetta che in passato ci ha regalato delle belle soddisfazioni.
Dunque, analisi e strategia. La parte strategica ha un carattere oggettivo e collocato nel momento della nostra battuta di pesca. E’ un aspetto che l’abbiamo già trattato (ricordate il post “il senso dell’acqua”) anche se ciò non vuol dire che sia un argomento chiuso. Ricordo che la strategia riguarda gli aspetti morfologici di uno spot e le tattiche per effettuare la nostra pescata. L’analisi invece ha una caratteristica temporale e riguarda lo studio di una spiaggia e la sua conseguente valutazione attraverso le varie condizioni in cui ci capiterà di affrontarla nel tempo. Vi potrà sembrare una cosa stupida, ma abbiamo mai analizzato il comportamento di uno spot nel tempo e sotto le diverse forme in cui le varie condizioni meteomarine ce lo possono presentare? Abbiamo avuto modo di constatare se il secchio pieno di una pescata sia stato un atto episodico o si è protratto nel tempo?
Sotto questo aspetto ci sono due comportamenti diversi che noi pescatori assumiamo: la pescata “miracolosa” non si è più ripetuta nel tempo ma noi continuiamo a bazzicare quella spiaggia perché, quell’unica volta, ci ha premiato e ci ostiniamo a inanellare cappotti. Al contrario può succedere che una spiaggia, della quale ci hanno riportato o siamo certi dei buoni risultati, al primo approccio ci abbia bastonati sonoramente facendoci emettere una sentenza perentoria: “quella spiaggia è sterile e non ci tornerò più”
Ora, tutti quanti sappiamo che ci sono spot genericamente reputati come prolifici ed altri avari ma, se una spiaggia ha un andamento altalenante, ci siamo mai chiesti il perché di questo comportamento? Mettiamo pure in conto la stagionalità. Alcuni siti sono prodighi di mormore e orate nelle stagioni giuste ma limitiamoci al surfcasting e quindi al periodo che va da autunno a primavera. E’ possibile che le prede da surf siano assenti dove abbondano i grufolatori estivi? Ci sono ovviamente degli episodi che possono incidere negativamente o positivamente sulla resa di una spiaggia come eventi naturali quali fortissime mareggiate che modificano se non addirittura sconvolgono la conformazione del fondale cambiando addirittura le rotte delle correnti sottomarine. Altre volte è l’intervento dell’uomo a modificare le cose con la creazione di moli, scogliere ecc. Forse sono episodi che vanno oltre i nostri interessi di pescatori per diletto, ma ci sono altri aspetti che possiamo gestire con, appunto, un po’ di “analisi e strategia delle spiagge”. Torniamo al punto di partenza.
Dunque abbiamo notato che il nostro spot in quella determinata uscita ci ha regalato dei bei pesci. Le volte successive in cui ci siamo tornati abbiamo avuto solo una serie di cappotti. Abbiamo deciso di cambiare luogo e addirittura di non tornare più lì. Per arrivare a questa determinazione, abbiamo per caso preso nota delle condizioni in cui si è svolta la prima pescata? No. Ci siamo soltanto catapultai sul nostro spot sull’onda euforica del primo successo senza badare ad altro. Se ci fossimo soffermati ad osservare, a capire, a studiare le condizioni, forse le cose sarebbero andate diversamente. Identico discorso bisogna fare per quegli spot che ci hanno riservato secchi vuoti. Nel mio post “Il senso dell’acqua” ho cercato di dare delle indicazioni sulla scelta del posto ma è ovvio che lo spot da manuale non è detto che ci riservi sempre risultati certi. Occorre che la strategia sia supportata dall’analisi. Per brevità immaginiamo un comportamento da manuale (quello che cercavo di fare io quando avevo molto più tempo da dedicare alla pesca)  altrimenti ci vuole un libro per descrivere tutto. Cominciamo a valutare le condizioni meteomarine fin da alcuni giorni prima e decidiamo il momento propizio per la battuta di pesca. Arrivati sulla spiaggia prescelta decidiamo dove posizionarci secondo i parametri già visti. A questo punto inizia l’analisi temporale con la raccolta di dati e, forse, l’ideale sarebbe proprio annotarseli perché a memorizzarli si rischia di dimenticarli. Quali dati? I maggior numero possibile. Forza e direzione del vento, condizioni meteo, colore e temperatura dell’acqua e stato del mare. Direzione della corrente. Altezza, sequenza e periodicità delle onde. Stato della marea e della luna. Distanza di risalita dell’acqua dalla battigia (cioè per quanti metri l’onda sale verso l’interno) e limite massimo a cui  magari è arrivata in precedenza (basta guardare lo stacco fra la sabbia asciutta e quella bagnata). Con quest’ultima osservazione riusciamo anche a capire lo stato della mareggiata (se è in crescita o in scaduta). Depositi sulla spiaggia e sulla battigia (pietre e di che dimensioni), alghe, rami ecc. per valutare la forza sottomarina dell’acqua. Ovviamente questo richiede tempo e l’arrivo sul posto prima che sia buio. E, non da ultimo, la durata temporale della battuta con le ore delle eventuali abboccate. A questo aggiungiamo valutazioni di tipo tecnico quali la valutazione dei finali e dei travi che reggono meglio e rendono di più.
A questo punto mi chiederete cosa ne facciamo di tutto questo database.
Semplice: se in quelle particolari condizioni quella spiaggia ci ha premiato e le volte successive, con condizioni molto diverse, siamo andati buca, vuol dire che quello spot elargisce solo con le prime condizioni ed è appunto al loro ripresentarsi che dovremo tornarci pagando magari lo scotto dell’analisi negativa  nelle situazioni opposte.
Un esempio pratico. Da un po’ di tempo mi reco a pescare sempre nello stesso posto anche se la valutazione, causa le rare uscite, non è costante. Ho pescato in condizioni abbastanza diverse anche se diametralmente opposte.
1^ uscita: mare in crescita in quanto la linea di demarcazione fra bagnato ed asciutto continuava a progredire. Una sola e forte onda frangeva in prossimità della risacca per poi risalire di una decina di metri. Diverse pietre anche di grosse dimensioni erano depositate sul tratto bagnato della spiaggia. Cielo sereno, vento da NE a raffiche,  acqua opaca e parecchia corrente che ingarbuglia i terminali.
 2^ uscita: condizioni simili alla prima ma con mare in diminuzione e cielo coperto, onda sulla risacca più bassa e risalita più contenuta, corrente minore che causa problemi solo sui terminali lunghi..
3^ uscita: mare lungo con una serie di onde ampie e basse che risalgono la battigia di 3/4 metri, mare velato, cielo coperto,  vento moderato laterale da Est. Terminali idonei: short e short rovesciato da 1 mt. diametro 0.30.
4^ uscita: scaduta, mare gonfio senza onde di particolare rilievo con risalita sulla battigia di un paio di metri, mare opaco, vento moderato da S-SW, cielo coperto, poca corrente che consente di pescare con terminali anche piuttosto lunghi con uno 0.28.
Naturalmente ho riportato solo alcune indicazioni pena lo sfinimento della maggior parte di voi. Le battute sono state effettuate tutte con la medesima attrezzatura ed esche in un periodo fra inizio e fine autunno. Le condizioni che hanno prodotto dei risultati sono state quelle della 4^ uscita con la cattura di diversi saraghi dei quali soltanto alcuni trattenuti ed una bella corvina, le altre uscite nessuna cattura o solo qualche tocca. Posso comunque confermare, se la memoria non mi inganna, che anche in passato le stesse condizioni hanno prodotto risultati positivi.
Queste ovviamente sono solo alcune indicazioni che mi permetto di suggerire per la valutazione di uno spot, atteso che le variabili nel nostro hobby sono innumerevoli.
Il discorso è stato un po’ lungo e forse noioso ma spero di essere riuscito a trasmettere in modo comprensibile il mio punto di vista. Premetto che è stato affrontato con l’occhio rivolto al neofita e per questo ho evitato di addentrarmi in discorsi un po’ particolari come le correnti, le maree ecc. Riassumendo in parole povere ritengo che bisogna avere la costanza di non abbandonare una spiaggia dopo un paio di uscite a vuoto e, allo stesso tempo di affrontarla in condizioni diverse. Spesse volte basta cambiare ora della giornata, condizioni di vento e ovviamente di mare per garantirci risultati inaspettati. Son convinto che non esistono spiagge sterili, salvo casi particolari, né che il pesce scompaia o ricompaia per magia da un giorno all’altro ma che il tutto sia da attribuire ad un concatenamento di tutti questi fattori. Occorrerà poi il nostro zampino per sfruttare al meglio le condizioni che avremo valutato come più redditizie.
Alla prossima.
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etfreaky*

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Reply #1 on: January 13, 2010, 16:10:17
Bello, bel tread... sono d'accordo con te, troppo spesso, il punto 3 viene sottovalutato...
Che dire, non c'è niente da aggiungere, ma solo da discuterne un pò di più, cerchiamo di mantenerli vivi questi tread, perchè troppo spesso ci si dimentica che sono queste le cose veramente essenziali per far si che le nostre battute abbiano successo, e per far si che il tutto non sia affidato al caso, o alla dea bendata, perchè se è vero che la fortuna spesso e volentieri ha un ruolo determinante, è anche vero che se studiamo un pochettino le nostre uscite, abbiamo maggiori possibilità di successo.

Se permetti, vorrei dare anche io delle mie considerazioni, su questo argomento...
correggimi se sbaglio, perchè è da poco che sto iniziando a studiare questi aspetti.

Sicuramente, portarsi una bussola dietro, ci aiuta, a studiare l'esposizione della spiaggia, e calcolare bene, quali venti danno inizio ad una mareggiata, prendiamo ad esempio una spiaggia esposta ad E, SE, su una spiaggia del genere, per far si che si realizzino le condisurf ideali, deve essere colpita da venti che spirano da E, o SE, bene, questa non è l'unica cosa importante da tenere in considerazione, perchè potrebbe darsi, che frutti di più ad esempio (in termini di pescosità), se colpita da venti che spirano da S, anziche da venti che spirano da SE, e questo come possiamo saperlo se non con l'aiuto di una bussola? (è normale, che molte spiagge, sono fruttuose in entrambe le situazioni)
Un altro strumento che può ritornarci utile, nello studio dei nostri settori, potrebbe essere il barometro.
Il barometro, ci tiene informati sulla pressione atmosferica che abbiamo in quel preciso istante in spiaggia...
Se la pressione diminuisce, abbiamo un peggioramento delle condizioni atmosferiche, mentre se la pressione aumenta, si ha un miglioramento delle stesse... quando la pressione atmosferica diminuisce, quindi, il mare tenderà ad ingrossarsi (levata), mentre quando questa aumenta il mare inizierà a calmarsi (scaduta)... sono proficue, entambre queste condizioni, sia la levata, e sia la scaduta, ma come già detto, non tutti i settori reagiscono alla stessa maniera,  alcuni, sono più pescosi durante la levata, altri, durante la scaduta, e quindi, ritorna utile, segnarci in che situazione ci trovavamo in quel preciso istante a pesca... se abbiamo avuto maggior risultati durante la levata, è probabile, che anche alla prossima levata, avremmo maggior possibilità di scappotto.
Anche la marea, influenza molto l'attività dei nostri amici pinnuti, sia l'apice di alta, che l'apice di bassa... la spigola, per la verità, è molto più attiva nelle ore di alta marea... ma i grufolatori, sono interessati da entrambi i fenomeni, ci sono spot, dove questi sono più attivi all'apice di alta marea, e spot, dove invece sono più attivi all'apice di bassa... è per questo, che ci ritorna utile, sapere l'orario delle maree, e vedere, in quel determinato settore, quale è il momento più proficuo.
Ovviamente, tutte queste non sono regole fisse... come più volte si è sottolineato, la prima regola del surfcasting, è che non ci sono regole...



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Il discorso è stato un po’ lungo e forse noioso

Noioso???
Lo studio del settore, è la prima cosa da imparare, se qualcuno ritiene che questi tread sono noiosi, penso che farebbe meglio ad abbandonarlo questo tipo di pesca...

La pesca è la metafora della vita... stai seduto senza far nulla aspettando che succeda qualcosa.
Ma non succede mai nulla.


^OLTREMARE^

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Reply #2 on: January 13, 2010, 16:23:22
Grazie del prezioso contributo Manu, perfette le tue osservazioni.
Io posso sottolineare, in ordine ai venti (ma parlerei più precisamente di esposizione alle correnti) che non sempre quelli che scatenano il moto ondoso sono le più redditizie. Ogni spot ha i suoi connotati e la sua storia e questo dobbiamo scoprirlo noi. L'idea di questo topic mi è venuta incontrando un amico pescatore che non vedevo da anni. Un maniaco degli appunti, un vero database umano con l'aggiunta di andare a perlustrare i fondali marini. Mi ha confermato di avere avuto diversi riscontri alle sue rilevazioni e che una spiaggia può dare frutti a ripetizione se se ne conoscono a fondo i segreti. E per questo, purtroppo, bisogna avere molto tempo a disposizione.
Il surf è uno sport da pensionati  calabria
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^DRAYCON^

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  • L'elemento fondamentale della pesca?Birra e panini
Reply #3 on: January 13, 2010, 16:36:41
Beh che dire!! Veramente un'ottimo topic e soprattutto utile ma per nulla noioso, anzi!! Forse sono proprio queste regole che ci riparano dai cappotti! Come ha detto Oltremare "la cosidetta pescata miracolosa" è un'aspetto che molti pescatori non considerano! Dopo magari una sola pescata buona su 20 ci si illude che quella spiaggia offra tanto! Magari è anche vero, ma solo in condizioni particolari di cui bisogna assolutamente prendere nota! Poi vabbè, come ha detto Et il surfcasting no ha regole, ci può capitare magari di avere tutte le condizioni che in passato ci hanno premiato e poi non prendere nulla. A mio parere questo può accadere per due motivi, o siamo stati preda di una pescata miracolosa (i pesci a mio vedere sono parecchio lunatici), oppure abbiamo tralasciato, nella prima uscita piscatoria, dei dati (a volte può essere anche solo un dato) determinanti, che magari anche impossibili da notare!
Vivo la vita a un'uscita di pesca alla volta! Non mi importa ne dove, ne quando, ne come! A ogni uscita di pesca, sono un'uomo libero!


Saragone

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Reply #4 on: January 13, 2010, 20:16:39
Sono daccordo,lo studio è l'unico mezzo per arrivare ai risultati...
Non a caso,i surfcaster che conoscono bene le spiagge e ottengono bei risultati hanno impiegato non pochi anni per capirne le varie risposte in relazione alle varie condizioni...
Spesso occorrono molti anni proprio perchè non si ha tempo di andare,oppure perchè ti manca quel tassello che può essere ad esempio la mareggiata di scirocco e non capita per mesi e mesi...
Per poter ottenere risultati a breve termine,come già detto sopra nelle varie risposte,bisogna avere tempo libero per poter sfruttare quella determinata condizione in quel determinato momento...
C'è anche da dire che bisogna essere ottimi osservatori,e non avere mai fretta di piazzare le canne a mollo...
Un attente lettura del mare ( ovviamente da saper interpretare ) ci eviterà molti più cappotti del previsto,o per lo meno avremo situazioni più gestibili da affrontare...
Per arrivare a dama è necessario sbagliare,e soprattutto rifletterci sopra ogni volta e ponderare nuove prove per la battuta successiva...

A livello di attrezzature,per il surfcasting nostrano,non sono indispensabili tutti i gingilli tecnici come ad esempio quelli che usano in Inghilterra,e spesso con una discreta coppia di telescopiche potenti si pesca in tutte le situazioni...
Quanto alle strumentazioni aggiuntive portatili,quella che personalmente ritengo più utile è l'anemometro,per rilevare intensità e direzione del vento...
Grazie ad internet con le sue applicazioni come google heart,ormai è possibile avere a disposizioni informazioni ed immagini molto importanti sugli spot che ci interessano,sfruttarli ci aiuta non poco e ci danno esattamente l'esposizione dei punti scelti rispetto al nord geografico...

Un mio caro amico dice sempre :" a pesca i pesci li prende chi a pesca ci va! "
E' meglio un ottimo  pescatore con una pessima canna in mano,che una ottima canna in mano ad un pessimo pescatore...

Meno seghe mentali e PIU' PESCA!


vincearchery

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  • NEL MARE GROSSO, SI PIGLIANO I PESCI GROSSI..
Reply #5 on: January 13, 2010, 23:00:58
Grazie nicola, e sempre bello leggere quello che ci proponi, che tra l'altro, noto che appena ti accorgi che qualcuno chiede informazioni, spinto dalla voglia di sapere, tu arrivi subito con le delucidazioni..
Di mio non saprei cosa aggiungere di più, vedo che tra tutti, avete detto (mi pare) tutto 

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C'è anche da dire che bisogna essere ottimi osservatori,e non avere mai fretta di piazzare le canne a mollo...
Un attente lettura del mare ( ovviamente da saper interpretare ) ci eviterà molti più cappotti del previsto,o per lo meno avremo situazioni più gestibili da affrontare...
Per arrivare a dama è necessario sbagliare,e soprattutto rifletterci sopra ogni volta e ponderare nuove prove per la battuta successiva...
Pensa che prima che riesco a mettere la prima canna in mare , passa minimo una mezzora..
Prima al mattino e poi nell'ora, faccio un salto in spiaggia, per vedere già la sera in che spot mettermi e se trovo tempo, anche il giorno prima..
NON IMPORTA CHE TIPO DI PESCA FAI.. L'IMPORTANTE E' POTER RACCONTARE DI AVERLO FATTO..


^OLTREMARE^

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Reply #6 on: January 14, 2010, 15:08:53
Grazie a tutti per l'apprezzamento e grazie anche a chi richiede chiarimenti su i vari aspetti della pesca e del surf in particolare. I dubbi e il desiderio di conoscenza di questi utenti, quasi sempre alle prime armi, mi spingono, come dice Vince, ad approfondire l'argomento e mettere a disposizione quel poco che so.
Aggiungendo qualcosa all'intervento di Saragone volevo ribadire, anche se l'ho detto infinite volte, che sulle spiagge ad alta energia a volte si può stare in osservazione per giorni interi senza vedere nessuno di quegli  "indizi" osservabili invece con facilità nelle spiagge basse. In questi casi è proprio lo studio nel tempo della spiaggia che ci può indirizzare verso un punto ed una strategia precisa.
Ciao
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MINOSSE

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Reply #7 on: January 14, 2010, 17:42:26
Caro Nicola, mi sembra di ripetere sempre le stesse cose, ma effettivamente debbo dire anche questo è un bel topic e mi permetto di dare un piccolo contributo su questo argomento molto importante e che molte volte come hai detto tu si lascia un po al caso non riuscendo poi a dare delle valide spiegazioni a carnieri pieni alternati a carnieri vuoti. Io posso dire e confermare che se si vuole veramente ridurre il più possibile i cappotti l’analisi è fondamentale ma aimè come hai detto tu, questo punto se lo si vuole approfondire veramente ci porterebbe via tanto tempo e chi ne ha poco a disposizione trova la cosa molto difficile, se non cercando come giustamente hai evidenziato di andare nello stesso posto con condizioni differenti e quantomeno annotare quelle che sono le più favorevoli. I posti che frequento io purtroppo non sono degli spot molto ricchi di fauna che ti possano garantire sempre ed in qualsiasi condizione buoni carnieri, ma frequento posti che affrontati nelle giuste condizioni possono dare dei buoni risultati e per questo è fondamentale tenere a mente quali siano  le migliori condizioni. Io vengo dalla scuola di chi annotava quasi tutto, ricordo bene che avevo un quaderno dove annotavo tutti i fattori citati da Nicola, poi questo quaderno è diventato un foglio excell, ma da un po di tempo tutto questo tempo per dedicarmi ad una cosa del genere non ce l’ho, però cerco di tenere a mente quanto è più possibile i fattori che rendono positive le mie pescate e soprattutto non frequento miriade di posti, che renderebbe la cosa molto più difficile. E confermo che in 2/3 spot in particolare mi capita spesso che se non vado con le condizioni che per quella zona sono le più favorevoli rischi di tornare quasi matematicamente a casa senza niente. Però ho notato che col tempo gli stessi spot hanno iniziato a dare dei frutti in condizioni diametralmente opposte a quelle che magari erano qualche anno prima. E questo l’ho imputato alla presenza massiccia dei serra, mentre in queste zone prima si facevano i migliori carnieri a mare calmo adesso si fanno con mare mosso eppure in passato con moto ondoso ci avevo pescato spesse volte senza mai prendere niente mentre da qualche anno a questa parte è cambiato tutto. Penso che con acqua velata i grufolatori si sentano un tantino più al sicuro ecco perché il cambiamento di comportamento. Quindi io aggiungerei anche a tutti gli altri fattori anche i predatori che forse sulle coste del sud stanno pian piano influenzando anche le abitudini di tutti i grufolatori, vista la loro voracità. Un’altra cosa che mi piace fare quando ne ho la possibilità di andare nel periodo estivo a fare una visitina subaquea per esplorare quelli che poi saranno i miei spot notturni o nei periodi più freddi, giusto per vedere la conformazione del fondo, che tipi di pesci girano e mi spingo anche oltre la mia gittata massima di lancio per vedere se ci sono pascoli esterni o se lontano ci possano essere scogli o banchi di poseidonia, che pur non potendo raggiungere sicuramente danno una connotazione più promettente allo spot. Comunque volendo fare un discorso più generico a memoria ricordando le mie innumerevoli battute, i migliori risultati nella mia zona li ho sempre avuti con mare in scaduta avanzata o con acqua velata e lieve moto ondoso. Difficilmente ho fatto bei carnieri con mare molto mosso e raramente ho avuto buoni risultati con mare mosso e con moto ondoso in aumento. Sviscerando un po più la cosa, con mare in aumento ho avuto qualche risultato anche buono nelle fasi iniziali che precedevano l’aumento del mare, tipo intensificarsi del vento, però quando il mare era già abbastanza formato niente. Poi se sta per arrivare una forte perturbazione con moto ondoso molto forte anche se vai nei momenti precedenti solitamente nada de nada, invece ho notato che nei due giorni prima o il giorno prima della forte mareggiata in arrivo si verifica sempre un’accostata massiccia di pinnuti, ma è difficile da beccare e connotare, perché dura poco e non è sempre standard ma se la becchi fai bei carnieri.
Bhe adesso chiudo altrimenti rischio di annoiarvi e ripetere cose già dette.
Mino.
NON LASCIAMO LE SCATOLETTE DEI VERMI SULLA SABBIA,
    QUESTA ABITUDINE E' SEGNO DI GRANDE INCIVILTA'


orbitante

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Reply #8 on: January 14, 2010, 19:04:01
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Il discorso è stato un po’ lungo e forse noioso


Te lo ha detto ET, noioso? 
Non so tu, ma come ti ho gia detto "de visu" sto raccogliendo i tuoi interventi, e alcuni scritti da altri, tra i piu interessanti. Sono arrivato gia a raccogliere argomenti per un centinaio di pagine......... e tutti riguadanti il Surfcasting.


Ciao


^OLTREMARE^

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Reply #9 on: January 15, 2010, 08:31:03
Anni fa riuscivo a scendere nella nostra beneamata Calabria anche due volte l'anno, adesso sono almeno tre anni che non vengo giù. E' ovvio che cerco di dedicare quanto più tempo possibile alla pesca insieme a mio fratello. Le spiagge da me frequentate sono quelle di Pizzo nella zona nord. Alcuni spot hanno una conformazione ideale per le orate ed i saraghi ma i risultati in passato erano stati sempre scarsi anche se qualche orata decente era finita nel cestino. Durante uno dei miei viaggi di ritorno in treno verso la Liguria mi son trovato ad osservare il mare con occhi "adoranti" in contemporanea con un signore che sedeva davanti a me. Anche lui sfegatato pescatore, aveva la fortuna di ritornare in Calabria diverse volte l'anno e scambiando qualche opinione mi disse che i pesci ci sono ed anche belli ma bisognava andarci con le condizioni giuste. Anche le orate, che normalmente prediligono condizioni abbastanza tranquille, si catturano con mare grosso e, sempre secondo lui, dalla spiaggia il periodo migliore per altre specie era proprio quello tipico del surf. Mi aveva inoltre dato indicazioni specifiche sulle condizioni con cui fosse più redditizio affrontare alcuni spot specifici. Ho avuto modo solo in un'occasione di pescare con un mare decente anche se con attrezzatura non proprio adeguata ed i risultati ci sono stati. Ciò avvalora ancora di più la teoria dello studio nel tempo delle spiagge.
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Luccoluccion

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  • .....vidi ca tiraaaaaaa!!!!!
Reply #10 on: January 15, 2010, 19:08:09
.....parole sagge e sacrosante!!!!!....mi ricordo le mie prime pescate da terra, era meta' giugno 2009......allora lanciavo la mia esca ancor prima di mettere il primo piede sulla spiaggia ....e di correnti, venti, tipi di spiaggia, fasi lunari  ecc. non ne sapevo nulla e quindi ignoravo quanto fossero importanti per la riuscita di una pescata (.....tral'altro era da almeno 10/15 anni che non prendevo una febbre e quest'anno ci sono riuscito proprio grazie alla pesca.......ed era il primo di Agosto!!!!!!!!........38,5 di febbbre in estate.......che pivello!!!!!!).
Non so, penso che l'euforia iniziale sia normale, quasi un passaggio obbligato per tutti e comune a tutti, poi col tempo ( e i cappotti....fondamentali...) e l'esperienza si cambia attegiamento, maturiamo un'approccio diverso, personale  ed intimo con quella che a mio avviso (e sto parlando della pesca!!) e' concettualmente simile ad un'arte marziale, di quelle piu' antiche e sacre, che richiede dedizione e ci coinvolge totalmente,  infondo  e' da milioni di anni che fondamentalmente andiamo a pescare.........lo facevamo per sopravvivere, adesso per sport, passione o perche' siamo delle buone forchette o per mille altri motivi, il punto e' che lo facciamo ancora portando avanti e arricchendo un bagaglio culturale che ci ha caratterizzato da sempre,  un qualcosa che e' innato in noi ed e' ben stampato nel nostro DNA!!!!.......forse e' per questo che quando vedo una canna protesa verso il mare  penso che ci sia qualcosa di magico!!!!!

Ps: Fosse per me andrei in pensione stasera!!!!!!!!........e' il 15 gennaio......e c'e' la luna nuova!!!!!!!!!!
 


olandesevolante

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Reply #11 on: November 15, 2013, 09:33:47
Dopo aver letto questi manuali meglio del libro di patologia mi viene da chiedere una strategia su come affrontare una spiaggia in particolare. Si tratta di una spiaggia che degrada mooolto velocemente, specifico che a circa 50 m siamo a 12-15 metri di profondità e successivamente a 100 siamo sui 30 metri, degradando fino ai 400 m di profondità in poco tempo/spazio, non per nulla è denominata 'a fossa'! Ora, quando le condizioni del mare sono difficili per me a causa delle onde, questo spazio di spiaggia di circa 100 m diventa un posto praticabile  poiché in questi metri sembra esserci assenza di onde, forse dovuto al fondale. Nelle 6-7 pescate in tale posto, un paio di volte a mare calmo, non ho mai effettuato catture di rilievo, usando sempre la stessa attrezzatura. In tale tipo di spiaggia dunque è più difficile che ci sia la levata? Conviene pescare ai bordi? Cambiare tattica?! Grazie mille


tiburon88

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Reply #12 on: November 15, 2013, 13:04:13
Ciao, dalla descrizione, mi pare di conoscere lo spot in questione.... ad ogni modo affronto spesso spot del genere, ed in condizioni di mare mosso. Volevo chiedere io a te se hai mai pescato in condizione di mare mosso in questo spot.....le onde come giustamente dici sono più basse che altrove ma la corrente sotto è pazzesca... ad ogni modo ho avuto i migliori risultati in questi spot in scaduta, dove ho fatto qualche spigoletta da rilascio, tracine, delle belle mormorone (ahimè qualche anno fa...prima che facessero man bassa i serra) e qualche pesce serra, più vario pescettame che non considero. Io non avendo punti di riferimento sul fondale mi regolavo così:

- prima canna lanciata a 10mt, così da sondare il gradino di risacca.
- seconda canna lanciata a 50-60 mt in direzione di una piccola secca che mi regalava sempre bei pesciotti.
- terza canna sparata più lontano possibile.

Le canne le distanziavo sulla battigia almeno di 8-10 mt l' una dall' altra e spesso facevo la rotazione della distanza ciòè la lunga diventava corta e la corta diventava lunga. Lasciando quella sulla secca(che poi era la più catturante..) fissa.

Saluti
I lOvE FiShInG!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

StOp AlLe ReTi AbUsIvE!!!!!!!!!!!!!

EtIcA & SpOrT


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