TRAINA DI PROFONDITA'.

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TULLIO

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on: September 26, 2006, 21:11:43
TRAINA DI PROFONDITA'

Nella traina a dentici, ricciole, lecce e serra l'esca migliore è quella naturale l’esca viva. La migliore in assoluto l'aguglia, seguita dal calamaro, dalla seppia e, a distanza, dalla costardella, dall'occhiata, dal sugarello, dallo sgombro, dalla leccia stella ed altre ancora. La seppia e il calamaro sono buone anche se morti e in qualche caso, funziona pure l'aguglia morta. Non ci resta che approfondire il discorso sull'aguglia.
In anzi tutto bisogna catturarla!

Caratteristiche morfologiche

E’ un pesce dal corpo molto sottile ed allungato, compresso, dalle mascelle(provviste di denti numerosi ad aguzzi) a forma di <<becco>>: da ciò deriva il nome scientifico della famiglia dei belonidi, gia che<< belone>>, in greco, vuol dire appunto<<ago>>. Massima lunghezza sugli 80cm, colore predominante l’argento, con piccole squame caduche. Il peso può raggiungere il chilo.

Abitudini

 L’aguglia è un pesce predatore, e vive in branchi sempre in movimento: nel periodo che va da Novembre a Marzo, questi pesci si inabissano in profondità, anche mai troppo lontano dalla costa o dalle secche in mare aperto . Da Aprile-Maggio fino al termine dell’estate si riportano in superficie avvicinandosi alla terra, sempre in continuo movimento, alla ricerca del cibo. Localizzare i branchi di aguglie è abbastanza semplice, poiché i branchi di aguglia si muovono poco sotto il pelo dell’acqua, causando sulla superficie caratteristici ondeggiamenti semicircolari, che risaltano nettamente soprattutto quando il mare è calmo. Quando, durante la buona stagione, le aguglie tornano ad inabissarsi in profondità, è un segno anomalo, che indica chiaramente perturbazioni atmosferiche: altrimenti, questo pesce resta durante tutta la buona stagione in acque superficiali. Le aguglie seguono di norma i branchi di sardine e di acciughe<<novelle>>, loro cibo prediletto ed abituale. Il periodo della riproduzione è la primavera: la femmine depongono le uova in zona di mare dove siano presenti alghe o piante acquatiche. Le uova hanno circa tre millimetri di diametro, e sono munite di sottili filamenti che servono ad <<attaccarli>> alla flora sommersa.

Metodi di pesca

Per ciò che riguarda la pesca dell’aguglia con la canna da lancio dalla costa, sarà opportuno tenere bene presente lo stato della marea, che quando è bassa tende ad allontanare le sardine e le acciughe dalla costa, per cui sarà perfettamente inutile insidiare l’aguglia. Al contrario, quando c’è alta marea, l’aguglia è presente, oltre che in mare aperto, nei pressi delle coste rocciose, delle scogliere di porto e dei frangiflutti, cosi che sarà questo il momento più indicato per tentare di catturarla.

Perciò che riguarda il <<tipo>> ideale di canna da adoperare, è opportuno usare quella da lancio, lunga 4-5m, robusta ma non eccessivamente pesante. Potremo così lanciare piuttosto a lunga gittata nella corrente la lenza lasciando poi che quest’ultima venga <<scarrocciata>> poco a poco verso il largo, in modo da aumentare le probabilità di attacchi all’esca da parte del pesce. Serviranno circa un centinaio di metri di filo super, preferibilmente sullo 0.25, per caricare la bobina del mulinello. Vista la lunghezza dei lanci, è ovvio che occorre una zavorra di pesantezza adeguata per il galleggiante. Solitamente, un consiglio che offro ai pescatori che si apprestano per la prima volta a questo tipo di pesca, di usare dei galleggianti piombati, scorrevoli, da circa 30g, proseguendo sulla montatura con un finale di circa 1.5-2m dello 0.12 ed un amo del 16. Mentre per chi ama la tecnica dello spinning può divertirsi anche con questo <<belonide>> montando su un filo madre dello 0.16-0.18 uno sbirulino trasparente G2, una girella n°10 e lo stesso un terminale di circa 1.5-2m dello 0.12 e un amo del 14.

Una volta allamata, l’aguglia oppone una disperata resistenza, fuoriuscendo a volte anche dall’acqua con guizzi furibondi e con torsioni su se stessa. Una volta stremata e <<vinta>>, la si può recuperare, anche se difficilmente sarà del tutto doma. Se il mare è calmo ( condizioni di pesca ottimali ) si può adottare il <<trucco>> di recuperare un po’ di lenza appena eseguito il lancio, per far inseguire l’esca all’aguglia. Tentativi di questo tipo portano a frequenti successi. Se al contrario il mare è un pò mosso, conviene lasciare derivare il sughero dalla corrente, in attesa che la preda potenziale sferri il suo attacco.

L’esca più indicata per l’aguglia
per le scorse montature descritte è il bigattino. Un’ altra possibile esca è costituita da una sottile striscia di pelle alla quale va attaccato un pezzetto di carne di sardina fresca, oppure code di scampi o tremolina. L’aguglia può essere insidiata anche con la traina, utlizzando sempre lenza dello 0.25 trainata a mano o montata su canne molto leggere, con piuma artificiale provvista di amo o con il cucchiaino, in oltre trainando con l’esca giapponese con al termine un pesciolino finto ad una velocità massima non superiore ai 3 nodi.

Come far affondare adeguatamente le nostre esche?

I sistemi più validi sono quattro: lenze madri in leghe metalliche autoaffondanti (monel e similari), piombo o piombi fusiformi amovibili inseriti sulla lenza madre, downrigger con "palla di cannone" (kg da 3 a 7), piombo guardiano. Premesso che la velocità di traina con esca viva è di appena due nodi ma che saranno possibili catture anche se la nostra motorizzazione ci consentirà un minimo di 3 nodi.





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