La tecnica TLT nasce da una grande intuizione di Roberto Pragliola, a mio avviso, uno dei più grandi pescatori a mosca. Egli ha rivoluzionato i vecchi concetti del lancio classico secondo i quali la distanza si ottiene con l’utilizzo di code pesanti e canne lunghe.
Pragliola ha dimostrato, invece, che sfruttando le leggi della fisica si possono ottenere grandi distanze con code leggere (N°2 – 3) e canne corte e sottili (7 piedi) con maggiore precisione e silenziosità di posa della coda e della mosca e soprattutto riducendo di molto gli effetti del dragaggio.
Non è semplice esprimere a parole questa tecnica, ma con l’aiuto di schemi e disegni ci proviamo.
Iniziamo con l’osservare le differenze fondamentali dell’impostazione del lancio base tra la TLT e le tecnica classica.
Come si può notare dal disegno, nelle tecniche usuali il vettino si muove in uno spazio ristretto effettuando degli stop alle ore undici e alle ore tredici (rispettivamente: lancio in avanti e indietro) di un ipotetico orologio posto al fianco del lanciatore. Inoltre la canna è tenuta in posizione verticale rispetto al piano del terreno.
Nella tecnica TLT, invece, la canna si muove in posizione inclinata formando un angolo, rispetto al corpo, di circa 45°. L’escursione del braccio e quindi del vettino è molto maggiore rispetto alla tecnica classica, inoltre, vengono eliminati gli stop improvvisi evitando che la canna nei due lanci(avanti e indietro) riparti da ferma.
Per alcune leggi della Fisica che non sto qui a enunciare e spiegare per evitare di essere linciato, con la TLT si riesce ad ottenere un velocità di coda nettamente superiore all’altra tecnica.
Tale velocità viene addirittura esaltata utilizzando canne più corte e di spessore più piccolo e soprattutto con code molto sottili, a tutto vantaggio della distanza, della precisione con minor sforzo da parte del lanciatore.