Camminare lungo il fiume, guardandosi intorno pronti a cogliere il primo svolazzare di insetti, cercare di capire di che insetto si tratta…

Guardare l’acqua cercando di capire dove può essere il pesce, provare a “pensare” come lui, capirlo…

Imparare ad “ascoltare” l’acqua, per cogliere con l’orecchio il rumore della bollata di una trota, capirne le dimensioni dal tipo..

E nel frattempo, tra una schiusa e l’altra, in assenza di bollate… guardarsi intorno, guardare il cielo… e accorgersi che non lo si guarda più.

pensieri1

Pescare è l’unica attività che riesce a “scollegarmi” dal resto del mondo.
Quando sono a pesca, mentre cammino lungo il fiume guardandolo per capirne il fluire, o come si dice in gergo “leggere l’acqua”, non ho altro pensiero che finalizzato a questo.

E dato che sono “legato” al fiume, al suo scorrere, al suo vivere, sono anch’io obbligato a “prenderne il tempo”.
I miei tempi devono per forza adattarsi ai suoi, inutile avere fretta. La schiusa avverrà, quando ci saranno le giuste condizioni.
Il sole scalderà l’acqua, piano piano…. le larve si muoveranno e quando sentiranno la giusta temperatura, saliranno a galla per l’ultima metamorfosi, la schiusa appunto, prima di involarsi per poi riprodursi e morire.
Ephemera vulgata, Ephemera Danica, …. nomi per quella che è diventata il simbolo dell’attimo fuggente: l’effimera.

pensieri2

Nel frattempo, continuo a guardarmi intorno, il respiro si è ormai regolarizzato, riesco anche a cogliere gli odori, in città non esistono, quelli che ci sono si chiamano in modo diverso..
E cosa fare ? Lanciare…
Perchè la pesca a mosca richiede molta tecnica nel lancio di un’esca senza nessun peso, un semplice amo con qualche piccola piuma legata a mano…


Il lancio nella pesca a mosca è qualcosa di essenziale, di mistico.
Ci vuole tempo per riuscire a lanciare decentemente.
Ed il momento di pausa, di attesa della bollata… ti serve per impratichirti.
C’è tanto da imparare nella pesca a mosca, tanto…
Quando però arriva il momento,  comincia la danza sull’acqua di un’infinità di insetti, quando cominciano a bollare le trote e vedi l’acqua come ribollire davanti a te, quando non hai che l’imbarazzo della scelta del dove lanciare, ma solo la preoccupazione di aver scelto la giusta mosca, di riuscire a metterla nel punto giusto al momento giusto…
Quando la vedi scomparire sott’acqua e, ferrando, “senti” la trota… allora, quello è il massimo.
Tutta la giornata ha avuto un senso, capisci che il tutto è finalizzato a quello, al giusto ritmo, al giusto tempo.
Come quello che deve tenere la tua canna se vuoi riuscire a lanciare bene.
Come quello che deve passare tra la nascita della ninfa e la sua trasformazione.
Così io pescatore, devo “vivere” il fiume, assecondarlo, esserne parte.

Allora, quel momento sarà magico, perchè l’atto finale di una giornata passata nella natura alla ricerca proprio di quello.


Se poi slamerai la trota punta sulle labbra, se avrai usato un amo senza ardiglione, se la lascerai andare libera cosicché domani si possa rinnovare la sfida, la soddisfazione sarà ancora più grande.

Così come lo sarà ancora di più se la mosca che hai usato l’hai costruita tu stesso magari la sera prima, proprio pensando a quel momento, a quando gli insetti si involano…

Adoro pescare a mosca… adoro la vita che mi fa fare.


Di FLY