Ho trovato un articolo molto interessante, che riporto nella parte dell'argomento del topic:
I pesci, come tutti gli altri animali, recepiscono e rispondono continuamente ad una varietà di stimoli esterni. Quest’ultimi possono determinare risposte immediate o fornire informazione che inducono a cambiamenti fisio-ecologici nel lungo periodo. Ad esempio le migrazioni di molte specie o la riproduzione sono spesso correlate alle variazioni stagionali del fotoperiodo. I pesci hanno evoluto quindi un sistema sensoriale capace di ricevere stimoli visivi (fotorecettori), tattili (meccanorecettori), chimici (chemorecettori) e in alcuni casi elettrici (elettrorecettori) che consente loro di recepire informazioni dall’ambiente esterno e modificare il proprio comportamento in maniera adattativa.
La visione
La visione consente ai pesci di ottenere informazioni da oggetti posti nelle vicinanze mentre la sua utilità si riduce all’aumentare della distanza, ciò a causa del contrasto visivo che decresce rapidamente nell’acqua. In acque molto trasparenti la capacità visiva di un pesce non oltrepassa generalmente i 40 m. La vista è sicuramente importante in ambienti costieri, come dimostra la diffusione di colorazioni appariscenti in molte specie di teleostei, spesso legate al loro comportamento sociale e riproduttivo. I pesci sono in grado di distinguere pattern di colorazioni differenti e forme diverse. La vista però nei pesci funziona in maniera diversa rispetto a quella degli esseri umani. Gli occhi sono in posizione distanziata ai lati del capo e da ciò risulta che ciascun occhio ha un suo campo di visione separato, ad eccezione di un piccola area posta davanti al muso del pesce dove questi due campi di visione si sovrappongono. Quindi solo in questa piccola area i pesci riescono a percepire la prospettiva. I loro occhi vedono anche con contrazioni minime dell’iride, la parte colorata dell’occhio che si contrae e si dilata a secondo dell’intensità luminosa. Il campo visivo dei pesci.
Il problema della visione subacquea è legato sostanzialmente alla bassa intensità di luce e al cambiamento dello spettro luminoso che avviene all’aumentare della profondità. In relazione a queste due caratteristiche ambientali i pesci hanno evoluto fotorecettori particolarmente sensibili e capaci di catturare fotoni a basse intensità luminose. Inoltre i pigmenti visivi predominanti nelle cellule fotorecettrici dell’occhio variano da specie a specie in relazione con l’habitat in cui queste vivono. In generale esiste, infatti, una corrispondenza tra distribuzione spettrale della luce ambientale e la capacità di assorbimento luminoso dei pigmenti presenti nell’occhio. I pesci che conducono vita pelagica in acque oceaniche e che vivono in acque profonde hanno pigmenti visivi (rodopsina) con il massimo di assorbimento in uno intervallo dello spettro luminoso tra 450-550 μm, che corrisponde al verde e al blu. I pesci che vivono in acque superficiali costiere tendono ad avere fotorecettori il cui massimo di assorbimento varia da 450 μm (blu) a 650 μm (arancione-rosso). I pesci che effettuano migrazioni verticali e che quindi si spostano tra ambienti con caratteristiche luminose differenti, hanno un complesso di pigmenti per poter vedere in condizioni luminose differenti. In altre specie è stato però evidenziato che questa corrispondenza tra pigmenti visivi e luce ambientale non si verifica ma che, anzi, la capacità massima di assorbimento della luce dell’occhio avviene ad una lunghezza d’onda più o meno distante da quella predominante nell’ambiente. Questo fenomeno è stato spiegato con la necessità da parte di queste specie di poter accentuare il contrasto visivo degli oggetti rispetto allo spazio circostante. In questa situazione infatti aumenta la capacità di distinguere oggetti che hanno un’elevata capacità di assorbimento luminoso.
Il sistema acustico-laterale
L’orecchio interno e la linea laterale funzionano come un unico sistema nei pesci che è fondamentale per la recezione di stimoli pressori e acustici dall’ambiente circostante. Il sistema della linea laterale è presente in quasi tutti i vertebrati inferiori, compresi gli Agnati e Condroitti, era presente nei progenitori dei pesci attuali e ha probabilmente un origine monofiletica. La sua funzione principale è quella di permettere all’individuo la recezione di stimoli pressori sulla superficie del corpo. Negli Osteitti il sistema laterale è ben sviluppato ed è costituito da un canale che corre lungo ciascun fianco e che continua in avanti sul capo, dove si ramifica in modo complicato. Tale canale è ben riconoscibile sui fianchi perché coperto da una fila di scaglie cutanee laterali. Ciascuna scaglia è perforata da un orifizio attraverso il quale decorre un tubulo che si apre in un poro alla superficie cutanea. I canali della linea laterale contengono a loro volta meccanorecettori, noti come neuromasti, che costituiscono l’unità base del sistema meccanorecettivo della linea laterale. I neuromasti sono organi a forma di cupola costituiti da un gruppo di cellule sensoriali cigliate generalmente con una cupola gelatinosa che include i fasci di cilia che si estendono in alto al disopra dell’epitelio. Le cellule sensoriali sono contornate da cellule di sostegno e trasmettono gli stimoli al sistema nervoso.
Il sistema della linea laterale. In alto a sinistra: disposizione sul corpo; in basso a sinistra.: struttura del canale della linea laterale che perfora le scaglie aprendosi ad intervalli sulla superficie del corpo; in basso a destra: posizione dei neuromasti; in alto a destra: struttura dei neuromasti della linea laterale e dell’orecchio interno.
Il sistema della linea laterale si ramifica inoltre in più canali che decorrono da ambo i lati della testa. Il sistema informa l'animale fermo o in nuoto dello scorrere dell'acqua sopra la pelle e, in accordo con la sensibilità del labirinto membranoso dell'orecchio interno, contribuisce a determinarne il comportamento, ad esempio quello legato alla formazione dei branchi, al mantenimento della distanza individuale tra pesci di uno stesso branco, alla cattura delle prede o all’individuazione dei predatori. I neuromasti sono inoltre in grado di captare altri stimoli meccanici come i suoni, l’accelerazione laterale o lineare e la gravità.
Fonte:mondocostiero.it