Giapponesi in Italia a caccia di tonno rosso

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marco69

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on: April 13, 2007, 18:34:45
IL 90% SU TAVOLE NIPPONICHE, BUSINESS DA 100 MLN DI EURO
(ANSA) - ROMA, 3 MAR 2007- Cento milioni di euro: e' quanto vale
il mercato del tonno rosso italiano destinato al Giappone, pari
al 90% del totale della produzione. Un vero business, i cui
giochi si stanno facendo proprio in questi giorni in vista della
stagione delle catture che si svolge soprattutto tra i mesi di
giugno e luglio. I compratori giapponesi sono arrivati in Italia
e, anche dopo la stipula dei contratti, assisteranno a tutti i
passaggi di cattura e allevamento fino alla vendita definitiva.
Il punto di partenza e' la pesca in mare: dopo la cattura gli
animali vengono selezionati e quelli di taglia superiore ai 100
kg allevati nei sette impianti nazionali, di cui tre in Sicilia,
due in Calabria, uno in Costiera amalfitana e uno a Procida, la
cui capienza oscilla tra le 400 e le 1.200 tonnellate. Il
mercato giapponese, secondo il Cirspe, il Centro Italiano
Ricerche e Studi per la Pesca, assorbe il 90% dei tonni allevati
e il 50% di quello di cattura, i cui prezzi pagati all'ingrosso
oscillano per la carne fresca intorno ai 40 euro/kg, con il 25%
di scarto, mentre per la congelata attorno ai 10-12 euro/kg. Per
quelli alla produzione, invece, il prezzo oscilla tra i 3 e i 4
euro/kg per gli esemplari di taglia superiore ai 100 chili e tra
i 2-3 euro per quelli inferiori. Niente a che vedere con i
prezzi al dettaglio, perche' un esemplare di alta qualita' puo'
arrivare a costare anche 7 milioni di Yen, pari a circa 50 mila
euro.
Numeri importanti che spiegano il motivo per cui giapponesi
entrino nel merito di tutto i passaggi della filiera italiana,
senza tralasciare alcun dettaglio. Se oggi sono in piena
'campagna acquisti', prenotando le gabbie da ingrasso, nei
prossimi mesi seguiranno giorno per giorno l'alimentazione dei
tonni, per poi selezionarne le carni migliori e decidere le
modalita' di vendita. In pratica si tratta di una vera
assistenza tecnica giapponese che termina a dicembre, mese in
cui si svuotano le gabbie.
I contratti di opzioni stipulati in questi giorni prevedono
un anticipo di circa il 50% del totale agli allevatori su un
prezzo medio stabilito; eventuali conguagli vengono fatti
successivamente sulla base della domanda e offerta fissata dal
mercato di Tokio. I tonni negli allevamenti vengono fatti
ingrassare ad un ritmo di circa il 10% al mese rispetto al loro
peso iniziale; per ogni chilo devono assumere 15 kg di cibo
costituto da sardine, sgombri e pesce azzurro, il cui costo e'
di 0,6-0,7 euro/kg.
Tutto bene o quasi, perche' il tonno non si riproduce in
cattivita'; lo stress procurato al momento della cattura,
infatti, arresta la fase riproduttiva delle femmine. Risolvere
questo modo potrebbe mettere fine alla guerra in atto sulle
quote di cattura del tonno concesse anno per anno a tutti i
Paesi coinvolti in questo genere di pesca; quota che per
l'Italia e' di 4.336,31 tonnellate per il 2007, con una diminuzione di circa il 9% rispetto allo scorso anno.


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