Spesso si usa identificare la spigola come pesce "lunatico" poiche' imprevedibile, ma devo dire che personalmente ho identificato alcuni parametri in cui la spigola perde tutta quella enfasi che gli abbiamo creato e si trasforma in una divoratrice di qualsiasi esca si presenta a portata di "mano". In fatti e' risaputo e lo potuto costatare di persona che la spigola quando ha voglia di mangiare non si tira indietro manco di fronte al pastone per i cefali o le totanare dei pescatori con la barca.Certo il pastone dal punto di vista alimentare e' sicuramente visto come del cibo, mentre la totanara come gli artificiali usati a traina o spinning, sono visti dalla spigola come un oggetto fastidioso, un nemico insomma che invade il proprio territorio.Alcune teorie vogliono che questo pesce scatena tutta la sua voracita' in quelle fasi di alta o bassa marea, ovvero in quelle situazioni in cui una corrente marina sconvolge il fondale creando particelle di cibo in sospensione ed ancora scoprendo anellidi e piccoli crostacei. Oppure, le cadute repentine di pressione barometrica con arrivo di temporali e pioggie, farebbero in qualche modo scatenare la frenesia alimentare. Nulla togliendo a le menzionate teorie, che per la maggior parte dei casi hanno dato ottimi risultati, vorrei aggiungere alcune varianti che mi hanno indotto con il tempo ad avere buoni risultati: spesso la spigola non si ciba "manco del caviale" quando in mare ce abbondanza di mangianza, quindi personalmente in quei periodi di forte nativita' evito di andare in pesca a surf con il cannolicchio, sarda, fasolari ecc... preferirei anche se non sono un praticante la pesca con la bolognese con gamberetto vivo. Sono piu' che convinto che la frenesia alimentare, scatenata dai temporali, abbassamenti di pressione, mettono in agitazione la spigola e la inducono ad attaccare per paura tutto cio' che fa odore di cibo, e non perche' abbia sostanzialmente bisogno di cibarsi. Io ho sempre preferito pescare la spigola durante la notte, anche con mare olio, magari tutta la notte, aspettando quel momento biologico (le prime 3/4 ore dopo il tramonto) dove la neccessita' di mangiare la induca ad attaccare l'esca che ricopre l'amo. Il miglior periodo secondo me va da (dicembre/ febbraio, oppure maggio, o il passaggio tra estate/autunno insomma le prime maregiate); eviterei i giorni con forte mangianza (a secondo le zone lo riusciamo a percepire anche dai pescatori locali); quelle notti con acqua cristallina e luminescente dietro la scia della zavorra; ma sopprattutto, sceglierei sicuramente di pescare la notte e se magari avrei la compagnia di un amico e di un buon caffe', farei la nottata per intero.