LONG CASTINGParte a 400 km orari, portando la rotazione della bobina del mulinello a 25000 giri, e poi vola come un proiettile, superando la distanza di 220 metri per conficcarsi violentemente nel terreno, scomparendo alcuni centimetri in profondità. E’ l’incredibile volo di un piombo, lanciato con la tecnica del pendolo da un atleta utilizzando una canna speciale a due pezzi e un mulinello a bobina rotante.
Si tratta della disciplina del lancio tecnico, un affascinante gioco di equilibri e di tempistica per arrivare a guadagnare, lancio dopo lancio, quel maledetto centimetro in più, sfiorando distanze fino a pochi anni fa inavvicinabili per il grande pubblico alieutica.
Il gioco del long Casting è assai difficile che si possa praticare in tutta tranquillità e sicurezza da una spiaggia affollata o dal piazzale di un porto, perché se un piombo di questi parte in una direzione sbagliata, quando arriva a destinazione, può bucare tranquillamente una cabina o incastrarsi nello scafo di una barca per non parlare del resto. E per questo motivo che il lancio tecnico trova nei grandi prati in campagna, il suo contesto ideale. Qui ci si può sfidare in tutta calma. Posizionate le delimitazioni delle distanze, evitando ogni rischio per gli altri, si gode dello spettacolo del volo del piombo, frutto dell’esperienza dei lanciatori, che con grande disinvoltura riescono a coordinare leve, movimenti e tempi, in modo tale da caricare di energia gli attrezzi impiegati.
Se guardate lanciare un esperto vi sembrerà un operazione facile, in realtà quei movimenti armonici e veloci sono il frutto di tanta sperimentazione, di molta pazienza, di una notevole capacità critica dei propri errori, cosa non facile se ci si allena da soli. E poi se osservate lanciare gli esperti, allo stesso modo vi renderete conto che ciascuno lancia con movimenti leggermente differenti Il perché è abbastanza semplice, ogni individuo deve trovare la propria strada per conciliare le diversità fisiche, di altezza, di leva, di muscolatura, di sensibilità, che sono coinvolte nell’azione del lancio. In questo modo il lancio tecnico, utilizzando il sistema della pendolata, è divenuto più che una semplice disciplina, una sorta di filosofia. .
Infatti il lanciatore prima imposta mani e piedi impugnando correttamente la canna, il piombo viene fatto pendolare alle spalle, con un movimento ondulatorio del corpo. Quando la zavorra raggiunge l’altezza necessaria, parte il movimento di spinta per caricare la canna. Il lanciatore ruota su se stesso e stacca il lancio chiudendo la pendolata con la canna che ha scaricato la sua energia, e che resta perfettamente immobile, puntata come una lunga spada nella direzione del lancio In Giappone en avrebbero fatto sicuramente un arte marziale, dato che la concentrazione, il movimento, l’espansione della propria sensibilità e la pulizia del gesto, sono i principali elementi costitutivi. La distanza maggiore si può raggiungere solo ascoltando se stessi, i movimenti del piombo, in pratica trasformando la canna ripartita nell’estensione del proprio corpo.
LA STORIA DEL PENDULUMIl lancio pendolare nasce in Inghilterra, fondamentalmente dalla necessità di scaraventare in mare un piombo molto pesante, assai vicino ai duecento grammi, alla distanza maggiore possibile, per vincere la forza del vento, della corrente e del moto ondoso dell’atlantico infuriato e per cercare i pesci al largo, oltre l’ultimo frangente pescando dalle spiagge del nord. All’inizio degli anni 90 anche il Surf Casting italiano è stato contaminato da questa disciplina, grazie alla passione di di alcuni pescatori romani e pisani, probabilmente interessati ad una tecnica che consentisse di uscire ad una notevole distanza, risolvendo il problema della pesca a fondo dalle spiagge basse. Da una necessità pratica il lancio lungo è diventato poi motivo di competizione, di scambio tecnico, cosi è nato il primo campo gare a FOLLONICA, poi a VICARELLO, vicino Pisa, il primo nazionale. Come avviene per tutte le discipline sportive è stato stilato anche un regolamento interno , razionale e preciso. Gli attrezzi con cui cimentarsi sono le classiche canne da pendolo costruite in due pezzi, in grado di assorbire sollecitazioni pazzesche. Le due pezzi ad azione ripartita non sono attrezzi per tutti , si tratta di prodotti che servono più a gareggiare nelle competizioni tecniche che a pescare dalla spiaggia. La sfida è quella di realizzare un attrezzo che pur essendo in due pezzi si avvicini il più possibile all’azione di una canna come se fosse monopezzo.
L’azione della canna realizzata nel modo classico in due pezzi, consente una grande velocità d’azione, perché aiuta a tagliare la chiusura del lancio, senza perdere in distanza.
Il manico adeguato consente di sfruttare al meglio tutta la lunghezza della canna.