Sapendo che la carpa rappresenta uno dei pesci più celebrati da molte gastronomie (ebraica, slava, cinese, italiana del nord ecc.) e dilettandomi nel cucinare i pesci che non rilascio, ho provato più volte a cucinare questo ciprinide utilizzando tutti gli accorgimenti riportati nelle risposte precedenti. Niente da fare: poco o tanto l'odore di fango rimane e per chi, come noi mediterranei e' abituato al profumo del pesce di mare questo rappresenta un limite difficilmente sormontabile.
Pertanto, il catch & release delle carpe e' per me ormai da anni sistematico.
Per quanto riguarda il pesce di acqua dolce di gusto accettabile per gli standard di noi italiani, vi voglio segnalare, oltre all'arcinota trota, il luccio, il lucioperca (detto anche "sandra"), il persico reale, il persico trota e il coregone(sfilettati, aromatizzati e cotti alla brace o in padella sono ottimi). Inoltre, vanno citati: l'anguilla, ampiamente celebrata sulle tavole del nostro Paese, soprattutto durante il periodo natalizio; lo squisito e sempre più raro storione; i "brutti ma tutto sommato buoni" siluro e pesce gatto; le alborelle e i latterini di lago (fritti sono gustosi); e ancora gli agoni (saporitissimi quelli di lago essiccati) e le bottatrici (appartenenti alla famiglia dei merluzzi e pensabili nei grandi bacini lacustri del Nord Italia).
Sono tante, dunque, le specie di pesce d'acqua dolce, alternative alla trota e di gusto assai più gradevole (se pescate in acque sufficientemente pulite) della carpa e degli altri ciprinidi.
Perdonatemi se mi sono dilungato, ma il pesce d'acqua dolce italiano andrebbe rivalutato, anche perché di pesce d'acqua dolce di provenienza estera ne consumiamo, spesso senza esserne informati, tantissimo.
Cito solo un caso, tra i tanti, eclatante: quello del pangasio. Pochi sanno, soprattutto se non pescatori, che il pangasio altro non e' che un pesce gatto pescato nei bacini d'acqua dolce asiatici.