Spinta dalla disperazione, una persona può arrivare a compiere azioni delittuose che in altri momenti mai si sarebbe sognata di fare. E' per questo che esistono le attenuanti, sia da parte della legge che da parte del nostro animo. E fin qui ci siamo. Però sia la legge che il nostro animo devono comunque porre un limite alla tolleranza, specialmente quando il crimine è reiterato, quantunque spinto dalla disperazione.
Il caso di quei pescatori che stanno distruggendo il nostro mare deve per forza rientrare in questo limite di tolleranza anche nel nostro animo, se non vogliamo che sia ormai troppo tardi per porvi rimedio.
Certo, è troppo facile giudicare se non ci siamo dentro, se i disperati sono gli altri e non noi, se chi muore di fame sono loro e non noi. Tuttavia è assolutamente necessario che diventiamo duri, quasi insensibili verso costoro, perchè se la loro disperazione oggi li spinge a distruggere il mare, quando il mare non avrà più nulla da dare un domani saranno costretti a rivolgersi ad altri obiettivi, magari anche ad uccidere per rubare pochi euro. Quando verremmo toccati personalmente, allora capiremo quanto sbagliavamo a tollerare la loro disperazione. Ma perchè aspettare a versare lacrime su una persona cara, se si può prevenire?
Il mio sarà anche cinismo puro, ma mai vorrei piangere su una tomba per essere stato troppo tollerante!
Per cui dico fermiamo questa gente, anche se spinta dalla disperazione, prima che sia il loro animo a diventare così duro da spingerli a non avere il minimo rispetto per le cose e le persone.
Per quanto i nostri tempi siano assai difficili, non siamo ancora tornati così indietro come ai tempi della sopravvivenza, in cui l'unica legge che valeva era "mors tua, vita mea". Oggi siamo ancora in grado di trovare una soluzione anche per i disperati che, come noi, hanno il diritto di mangiare. Ma anche il dovere di rispettare gli altri.
Scusatemi per lo sfogo, ma non ne posso davvero più di questi delinquenti pseudo-pescatori!