Valgono 6 milioni di euro i tre protocolli d’intesa siglati a Roma tra il Ministero dell’Ambiente e 15 Regioni italiane aventi affaccio sul mare: i tre documenti prevedono nuove attività di indagine e valutazione tecnico-scientifica sullo stato di salute dell’ambiente marino.
L’Italia, una lunga protuberanza del continente europeo che fa da pontile sul mar Mediterraneo quasi a volersi allungare per toccare l’Africa, in quanto stato di “navigatori, santi ed eroi” ha sempre avuto un rapporto simbiotico, a tratti mistico, con il mare: è stato cantato, esplorato e vissuto in ogni suo meraviglioso non-luogo, ma oggi vive uno dei periodi più bui; è il rapporto tra uomo e mare che, spesso, viene a mancare, facendo affievolire quel timore rispettoso che ha sempre caratterizzato il loro viversi rispettosamente.
Secondo il Ministero dell’Ambiente la sigla di questo protocollo avvia:
l'attuazione della Strategia nazionale marina, istituita dalla direttiva europea del 2008 che stabilisce la protezione dell’ambiente marino “al fine di mantenere la biodiversità e preservare la diversità e la vitalità di mari ed oceani che siano puliti, sani e produttivi”.
Attività che sarà svolta coordinatamente tra tre “sub-regioni marine”, le tre macroaree del territorio italiano in cui è stato suddiviso il Mediterraneo: Adriatica, Mediterranea Occidentale e Ionio-Mediterraneo Orientale; un intervento, secondo il Ministero in anticipo rispetto a tutte le scadenze fissate dalle direttive Ue, che permetterà all’Italia di sviluppare rapidamente e in modo sistematico tutte quelle conoscenze necessarie che aiutino a determinare il livello di “buono stato ecologico” degli ambienti marini.
La firma è stata accolta con profonda soddisfazione da tutti gli interessati; ha dichiarato Giovanni Romano, Assessore all’ambiente della Regione Campania:
Contestualmente sono state liberate risorse pari a 300mila euro che utilizzeremo per le attività di ricerca e salvaguardia dell’ecosistema. L’azione sarà sinergica con quella delle altre regioni italiane bagnate dal Mediterraneo e, in particolare, con quelle dell’area della ‘Sottoregione mediterraneo occidentale’ di cui la Campania fa parte insieme a Liguria, Toscana, Lazio, Basilicata, Calabria tirrenica, Sicilia e Sardegna.
ha spiegato l’assessore, che ha parlato chiaramente di “importante strategia marittima” che porterà la Regione Campania a rispettare in pieno gli obiettivi Ue per il 2020. Anche Vilma Mazzocco, Assessore all’ambiente della Regione Basilicata (regione che, contrariamente alle comuni convinzioni, è bagnata da due mari, Ionio e Tirreno) ha plaudito all’iniziativa del Ministero ed alla firma in tempi brevi, tornando anche sull’annoso problema delle estrazioni petrolifere in mare:
Le attività di salvaguardia dell’ecosistema marino previste dal protocollo hanno l’obiettivo di investire sull’attrattività della risorsa mare, ai fini ecologici e produttivi in relazione al turismo. Un protocollo che va a rafforzare il “no” della Regione Basilicata alla concessione di nuovi permessi di ricerca di idrocarburi nello Jonio. La costa ed il mare sono una risorsa naturale di grande valenza ambientale per la presenza di ecosistemi di pregio e la valorizzazione e la protezione dell’ambiente costituiscono per noi obiettivi primari, rappresentando un investimento importante in grado di produrre valore aggiunto
Restituire il mare agli uomini, alle loro anime, è un obiettivo imprescindibile per l’umanità, in un pianeta la cui maggior superficie è ricoperta d’acqua.
FONTE: ECOBLOG.IT