Quello che sto per raccontarvi ha veramente dell’incredibile! E in quanto tale, è soggetto a non essere creduto ma non mi importa, voglio ugualmente raccontare la mia avventura.
Quello che posso dirvi, è che anch’io, in questo momento (a quasi 24 ore dall’accaduto), faccio fatica a crederci! Ma chi mi conosce sa che non mi piace dire cavolate.
Domenica 17 ottobre 2010 (data che non scorderò mai).
Calabria Ionica
Mare calmo con vento leggero da nord
Attrezzatura:
Mulo: Shimano stella 8000 SWPG,
Canna: Major Kraft Off Blow 210 gr.,
treccia: spider wire 0,30,
finale: seaguar 0,74,
artificiale: bottom ship 240 gr.
Mi trovavo su una secca con profondità di 95 metri, situata in prossimità di una fossa da paura.
Avevo fatto si e no 3-4 calate, quando ad un tratto qualcosa blocca il mio braccio! Mi viene il dubbio: ho arroccato? Ma il dubbio, mi passa immediatamente perché tira e con forza!
La canna si piega, apicale in acqua e il mulo inizia a dare filo. Inizia la danza.
Prima fuga verso il fondo, potente e continua ma non lunghissima. Un paio di pompate e inizia a salire.
Sale in diagonale ma sale troppo! Innesto la marcia e inizio a seguirlo, poiché salendo in diagonale, si allontanava sempre di più dalla barca! Sembrava che stessi pescando a traina!
Arriva quasi in superficie ma non lo vedo, da un paio di strattoni e ridiscende a velocità costante ed allo stesso tempo potente!
Non riuscivo a frenarlo se non pochissimo o niente!
Arriva nuovamente sul fondo, porto la barca in perpendicolare e provo a pompare. Ma ogni pompata era inutile, il mulo cedeva filo!
Attaccato alla lenza, c’era qualcosa di enorme!
Non era una cernia, non era un dentice, non era una ricciola, non era un tonno!
Nella mia testa “passavano” tutte le prede possibili dell’inchiku ma le scartavo tutte! Quella fuga in superficie, le escludeva!
L’unico pesce che mi rimaneva e che “giustificava” quella salita e quella forza, era lo spada!
Intanto “il bestio” continuava a nuotare ma questa volta parallelamente al fondo.
Canna sempre piegatissima e mulo che cedeva filo, dovevo seguirlo! La paura che mi finisse il trecciato era reale! Più di due terzi della bobina erano vuoti.
Cercavo di stargli più possibile in verticale e accelerando un po’ di più, recuperavo qualche metro.
Credetemi, mi avrà “trainato”, in modo costante, per un paio di km.
Pensavo: “ti dovrai stancare prima o poi”!
Ma il mio pensiero era più per farmi coraggio! Sentivo la sua forza, sentivo che era troppo forte ma la speranza di stancarlo, anche se minima, c’era.
Nuotava ed io continuavo a seguirlo, tenevo la canna con la mano sinistra (con la destra guidavo) ma ogni tanto lasciavo il timone e facevo riposare il braccio, tenendola con entrambe le mani.
Ad un tratto si ferma, penso: forse inizia a stancarsi! Macchè!
Riparte nuovamente in diagonale verso la superficie e con la stessa potenza della volta precedente! Accelero e cerco di stargli dietro.
A circa metà della sua risalita, cambia la direzione e inizia a girare verso la mia sinistra, tolgo la marcia e recupero, a canna sempre piegata, tantissimo filo.
Gira a sinistra ma sale! Penso: tra un po’ si farà vedere, finalmente!
Ed infatti, ad una ventina di metri a prua, vedo qualcosa che mi ha fatto correre un brivido lungo la schiena!
Una pinna lunghisima che sbatte con forza sulla superficie dell’acqua! Ma che cavolo è!!!
Sarà stata lunga (e non esagero) oltre 2 metri!
Da due testate e spezza il bruco sul solid ring!
E, anche se non avesse spezzato, avrei tagliato ugualmente il finale. Un esemplare del genere, avrebbe meritato la libertà!
Son contento, il “bestio” finalmente ha un nome e si chiama “squalo volpe”.
Ha vinto lui ma sono felicissimo, grazie per avermi fatto passare (piscatoriamente parlando) i 45 minuti più “emozionanti” della mia vita!
L'unico rammarico è non aver potuto fare un video!
Un grazie va anche alla frizione del mio stella che ha lavorato magnificamente e alla off blow che ha retto ad uno sforzo veramente incredibile.