Dalle mie parti usiamo da sempre il metodo dell'archetto aperto, ma solo nella pesca ai predatori col vivo e con l'accorgimento di fermare la lenza madre sul fusto della canna con un elastico.
Il meccanismo è questo:
- prima di inserire il mulinello sulla canna, passiamo dal piede un elastico largo 2 cm ricavato da una camera d'aria di bicicletta. Posizioniamo l'elastico alcuni cm sopra il fermo superiore del portamulinello
- montiamo il mulinello con imbobinata una lenza madre del diametro 0.50
- infiliamo nella madre un piombo scorrevole da 150 gr
- a seguire infiliamo un gommino salvanodo
- dopo il gommino leghiamo una robusta girella alla madre
- alla girella leghiamo un bracciolo lungo 150 cm: del diametro 0.50 per la pesca alla spigola - del diametro 0.70 per la pesca alla leccia amia e alla ricciola
- all'amo inneschiamo un muggine vivo sino a 200 gr max per la pesca alla spigola - un muggine vivo anche sino a 2 kg per la pesca alla leccia e alla ricciola
- le esche piccole ci limitiamo a lanciarle con un lancio 'appoggiato', quelle più grosse le portiamo al largo con un canotto oppure a nuoto nel periodo estivo
- recuperiamo la lenza in bando, apriamo e teniamo aperto l'archetto ed infiliamo un piccolo tratto di lenza madre dentro l'elastico
- sul primissimo tratto di lenza che fuoriesce dall'anello passafilo apicale mettiamo un pezzo di polistirolo a mò di segnalatore d'abboccata.
Quando il predatore mangia, fa fuoriuscire la lenza dall'elastico: da quel momento in avanti cerchiamo di stabilire quando è il momento più propizio per chiudere l'archetto e dare l'incocciata. Con la spigola di solito questo momento è quasi immediato, con la leccia e la ricciola a volte attendiamo che si porti via lenza anche per due o tre volte prima di dare l'incocciata, per il caratteristico modo di mangiare che hanno questi due predatori