La granulometria e la pesca

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Author Topic: La granulometria e la pesca  (Read 1906 times)

amarone

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on: May 26, 2008, 22:56:19
Nei giornali specializzati spesso viene inserita nella scheda della preda catturata nella pesca da riva: terminale tot, amo tot, orario, esca e spesso granulometria, fine, media o grossa. Se non sbaglio anche in alcuni post di Giovanni e Oltremare è citata. Ma qualcuno sa spiegarmi perchè è così importante al fine della pesca? E qual'è la fascia che interessa, la spiaggia vera e propria o dove si infrange l'onda? Vi faccio un esempio perchè non capisco l'utilità della granulometria. Io vado spesso in una zona dove mi sono sempre divertito con le orate, ma in un determinato giorno la granulometria è fine ma se ci vado dopo una scaduta la zona cambia radicalmente, è tutta ciottolosa. Dove sbaglio? Grazie.


OLTREMARE

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Reply #1 on: May 27, 2008, 09:27:44
Bellissimo post Amarone.
L'argomento richiederebbe conoscenze di bioingegneria, dinamica, fisica ecc. Ma a pesca ci andiamo con le canne e non con la calcolatrice  ;D.
Un concetto comunque risulta essenziale e universalmente riconosciuto: più la dimensione dei granelli di sabbia (granulometria) è piccola, minore è la profondità del fondale che ci troviamo davanti.
Lo so bene che in certi spot ciò non corrisponde a verità ma è anche vero che bisognerebbe valutare la granulometria del fondale piuttosto che della spiaggia. Quest'ultima può risultare influenzata dai depositi delle correnti marine e quindi non rendere l'idea della reale profondità del fondo. Ma è l'eccezione che conferma la regola. Se leggi il mio ultimo articolo sul surfcasting (mi pare io n° 6) parlo appunto di spiagge ad alta e bassa energia, canaloni e frangenti  e questi concetti sono in stretto rapporto alla granulometria.
Nei fondali profondi l'azione e la forza delle onde è smorzata dalla profondità stessa quindi il lavoro di "limatura" del materiale inorganico è inferiore. Ne consegue che il materiale di deposito sull'arenile sarà grossolano (sabbia grossa, ghiaia, fino ad arrivare ai ciotoli). Nei fondali bassi avviene il contrario. La forza delle onde è superiore ed ha un'azione più incisiva su pietre, rocce ecc. per cui il materiale di deposito sarà di consistenza più fine (sabbia fine e finissima). Che incidenza ha tutto ciò sulla pesca? Parlando di pesca a fondo direi poco o nulla. Parlando di surfcasting diviene molto importante se si tiene conto che in una spiaggia bassa (e quindi con granulometria fine) sono facilmente individuabili quelle zone che si reputano più proficue per la possibile maggior concentrazione di prede in pascolo/caccia (canaloni, frangenti ecc.).
Il fenomeno che hai riscontrato della mutazione della granulometria è normalissimo ed è dovuto all'azione della mareggiata (infatti lo hai riscontrato dopo una scaduta). L'aspetto della spiaggià tornerà il solito dopo qualche ora/giorno. Tieni conto che alcune spiagge hanno mutato fisionomia per anni dopo una violentissima mareggiata. E' un pò quello che succede durante i ripascimenti di alcuni litorali dove durante la stagione balneare trovi un bellissimo strato di sabbia fine che scompare con le prime mareggiate per lasciar posto all'aspetto originario. Se nel tuo spot le orate le prendi non ti far problemi di granulometria e continua ad andare a pescarci. Per l'orata, nello specifico, le condizioni ideali sono rappresentate da un fondale misto ovvero la presenza di rocce e scogli sommersi anche ad una certa distanza da riva inframmezzate alla distesa di sabbia.
Ciao


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