Sono appena tornato dalla mia tanto attesa (chissà quando ce ne sarà un'altra) battuta e volendo giudicare la giornata dal mio carniere si può tranquillamente dire che quella trascorsa è stata veramente pessima: un solo "scazzupolo", questo è il nome dialettale reggino, di 200gr tirato su all'imbrunire. Tra l'altro ha dell'incredibile il fatto che le condizioni meteo fossero quelle ideali: mi trovavo in una di quelle spiagge con i frangiflutti in via marina, dove in estate sistemano i lidi, una zona con fondale misto e molto profondo, ideale per saraghi e pagri, ed oggi c'era corrente forte e l'alta marea. Ho avuto però l'unica e sola tocca ta (oltre a quella dell'unico pesce pescato) della giornata con il buoie probabilmente avrei preferito che questo non fosse successo visto quanto mi sto mangiando le mani adesso: qualche amico pinnuto ha avuto la geniale idea di farmi prendere dal panico attaccando un americano intero di dimensioni fuori dal comune, trascinando con veemenza oltre 100gr di zavorra e andando a divellere il poggia-canna dalla sabbia; il sottoscritto, da gran maldestro quale è, si è rivelato capace nella sua estrema incompetenza di perdere l'amico allamato! La disperazione adesso è tanta, vista l'irruenza iniziale della toccata forse si trattava di un bel sarago ma è inutile pensarci perchè il pesce non è stato cmq tirato su e da questo episodio non ho che da imparare: avrei dovuto sicuramente prendere la canna in mano immediatamente, aspettare qualche secondo e dare una bella ferrata. Pazienza, anche questo fa parte del gioco.
Adesso però vi racconto la cosa più importante: oggi ho davvero sperimentato l'imprevedibilità del fattore incognita nella pesca grazie ad un simpatico pescatore che, a una decina di metri da me, si è dilettato a tirare su qualche bel pagro da 300-400 gr, con un terminale alquanto spesso e innescando coreano. Pensate al mio sgomento, dopo che avevo portato con me ben 2 scatole di verme americano! La lezione di oggi la riassumo con le testuali parole del simpatico "collega" con cui tralaltro ho piacevolmente conversato per molto tempo: <<Giovanotto, non devi mai essere troppo sofisticato, la pesca è una cosa semplice. Qui da noi tutti snobbano il coreano, ma io non parto mai senza. E' come un JOLLY, innescalo quando con le esche buone non prendi e vedi come i pesci "li spacchi"!>> (la seguente è una traduzione dal dialetto)
Ognuno adesso tragga le sue conclusioni. Personalmente, dopo essermi ripreso dal freddo, nonostante fino a qualche ora fa desiderassi ardentemente barattare una scatola intera di americani con un singolo verme coreano, con un sorriso sulla bocca vi riporto questa esperienza e vi dico che sono molto più felice: ho sperimentato ancora una volta che la pesca, nel bene o nel male, è fatta anche di queste dosi di imprevedibilità e di meraviglia. Per questo stasera mi sento ancora di più un pescatore.