Ciao a te, Luccoluccion, e ciao a tutti!
La pesca a striscio (sia in mare che in acque interne) consiste nel lancio a distanze anche considerevoli di esche, sia naturali che artificiali, comunque di ridotte dimensioni, utilizzando a tale scopo un'attrezzatura specifica, che prevede particolarissime zavorre, che variano da 1 grammo a 70 grammi circa.
Tali zavorre rappresentano l'elemento più vario e, per certi aspetti curioso, di questo sistema di pesca sviluppato soprattutto da noi italiani. Ne vengono utilizzate, infatti, di diverse forme, materiali e grammature.
Tra di esse, vanno citati: piombini plastificati, catenelle di styls, vetrini, ballerine, buldi, sbirulini e bombarde.
La pesca con la bombarda e', quindi, solo una delle possibili varianti della pesca a striscio.
Certamente, come scrivevo all'inizio, possono essere utilizzate in questa tipologia di pesca anche le esche naturali (coreano, bigattino, camola del miele, pesciolino morto o vivo), che, anzi, per alcune specie di pesce ed in determinate condizioni ambientali risultano maggiormente catturanti.
Per quanto riguarda il terminale dello 0.18 nella pesca alla spigola, il diametro ridotto e' dettato dall'uso di esche in silicone (grubs o raglou) solitamente di dimensioni contenute (5-7 cm) e leggerissime. Un diametro superiore ne ridurrebbe sensibilmente il movimento in acqua e, quindi, il potere adescante.
Per altre pesche con la bombarda (ad esempio, quella ai tonnetti con la cosiddetta "unghietta" come esca), il terminale può e deve essere considerevolmente incrementato nel diametro (anche oltre lo 0.50).
Per la cattura di spigole XL, uno 0.18 può essere troppo esiguo, ma, in questo caso, se la pesca e' rivolta ad esemplari superiori ai due chili, il mio personale suggerimento e' quello di ricorrere allo spinning tradizionale.