Gli antenati di fly

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Author Topic: Gli antenati di fly  (Read 3203 times)

amarone

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on: January 17, 2008, 00:40:36
Mi sono ritrovato a leggere, con grande difficoltà perchè in inglese,  le storie dei più famosi pescatori con mosca dei primi anni del 900. Con grande stupore apprendo quindi che questa tecnica ha più di 100 anni e ancora più sorprendente è il fatto che già usavano i cucchiaini per lo spinning. Ho capito che le canne erano di due tipi di legno: il greenheart e il lancewood ed erano lunghe dai 3 ai 4 metri; il filo era fatto di canapa mentre il mulinello era di ottone. L'unica cosa che non ho capito e che forse Fly può aiutarmi e che parlano di un accessorio molto importante della canna che facevano in budello, ma non riesco a capire cosa. Pescavano anguille talmente grandi che se si intorcigliavano ai piedi avevano la forza di farti cadere.


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Reply #1 on: January 17, 2008, 00:49:19

Davvero iteressante
Forse le prime "code di topo" erano in budello....
ma le anguille le pescavano a mosca?...non credo...


^FLY^

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Reply #2 on: January 20, 2008, 21:33:44
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Mi sono ritrovato a leggere, con grande difficolt? perch? in inglese,  le storie dei pi? famosi pescatori con mosca dei primi anni del 900. Con grande stupore apprendo quindi che questa tecnica ha pi? di 100 anni
BREVE STORIA DELLE ORIGINI

E difficile stabilire quando il primo pescatore, dopo aver osservato una trota o il suo stomaco ripieno di larve e di ninfe, decise di usare questi insetti come esca.
La difficoltà di procurarseli ma sopratutto quella di infilarli in un amo e mantenerveli data la loro fragilità  lo portò a imitarli con un qualcosa di artificiale che assomigliasse per forma e per colore all’insetto naturale.
Le prime notizie ci arrivano dalla descrizione di un modo di pesca  praticato in Macedonia nei primi secoli della nostra era, e ci sono riportate in un trattato in latino <<De Natura Animalium>> scritto da un certo Signor Ælien .
Ma il primo vero libro sulla pesca con la mosca artificiale è inglese ed è datato 1496 scritto da Giuliana Bernes.
E' del 1976 il magnifico e poetico libro di Isaak Walton <<The compleat  angler >> che già descrive dettagliatamente le mosche artificiali ed il loro impiego.
Il materiale usato in questo periodo si perfeziona, le canne, le code di topo in seta naturale , gli insetti imitati, sono molteplici ma usati esclusivamente per la pesca a mosca sommersa.
Si arriva al 1841 e per la prima volta il Signor Pulman descrive la pesca a galla con la mosca secca.
Ma è dal 1886 che un grande studioso, pescatore e autore di numerosi libri, Frederic M. Halford traccia dettagliatamente i canoni di quest’ultimo metodo. In Inghilterra questo sistema interessa subito i pescatori e in poco tempo si diffonde notevolmente.
Le tecniche si affinano e arrivano ai giorni nostri, in cui l’uso di materiali estremamente raffinati fanno di questa disciplina la perfezione nella pesca sportiva.
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amarone

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Reply #3 on: January 20, 2008, 23:17:03
   
Accidenti Fly mi ero meravigliato sul mio post precedente riducendo la sua storia soltanto a 100 anni e invece si tratta di millenni. Visto la tua età non è che anche tu hai iniziato con canne di bamboo e fili di canapa?  calabria calabria calabria
A parte gli scherzi Fly noto che anche in questo campo gli inglesi sono primi. Pensi che sia solo perchè hanno il vantaggio di abitare in una nazione morfologicamente adeguata a questa tecnica (mi sembra che l'Inghilterra sia piena di fiumi e laghi) o c'è anche qualcosa che li lega così tanto alla natura da distanziarci anni luce da noi italiani? E secondo te in una ipotetica classifica mondiale (non tanto agonistica quanto di cultura di questa tecnica) dove posizioneresti l'Italia?
   


^FLY^

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Reply #4 on: January 20, 2008, 23:39:27
Caro Amarone, gli Inglesi sono stati i primi a produrre letteratura su tale argomento ma, se non prima, contemporaneamente in Italia si pescava con la mosca con il metodo della VALSESIANA :canna lunga dai tre ai quattro metri e una lenza a coda di topo fatta con crine di cavallo lunga quando la canna ma senza mulinello.
Oggi posso affermare con sicurezza che la scuola italiana di pesca a mosca è la prima al mondo. Mentre gli anglosassoni sono rimasti legati alle loro tradizioni: canne molli e lente con lanci "leziosi", in Italia si è sviluppata una nuova concezione di lancio. Roberto Pragliola ha elaborato la tecnica T.L.T.(Tecnica Lancio Totale) che utilizza canne molto rapide e code leggerissime capaci di lanciare a distanza con un minimo sforzo  ma buona tecnica, ma sopratutto ha elaborato moltissimi tipi di lancio da eseguire in situazioni diverse,in primis "l'angolato" che permette di far posare per prima la mosca poi il finale e in ultimo la coda il che ha una fondamentale importanza ai fini della rumorosità.
Come vedi ogni tanto siamo i primi. 
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^FLY^

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Reply #5 on: April 22, 2008, 17:43:22

Salmone di 20 Kg pescato da Hughes Parry nel 1935

La foto è stata presa dal libro "Fishing Fantasy" scritto da "Parry"
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