UN GROSSO CAVEDANO MANCATO
C’era calma strana sull’acqua. La natura sembra essersi addormentata di colpo ed è sceso un silenzio profondo. Non si sentono più neanche le rane e gli uccelli hanno smesso di cantare. Il cielo si è fatto più bigio, il sole è definitivamente scomparso, la in fondo, dietro l’avanguardia di una prima serie di nuvoloni. L’acqua sembra aver perso ogni brillantezza, ogni riflesso e ha assunto un colore grigio opaco.
L’ imitazione di formica alata si posa battendo leggermente sulla superficie dell’acqua lievemente increspata. C’è una calma strana sull’acqua. La mosca scorre per dieci centimetri e subito dopo viene risucchiata in un piccolo vortice creato da una bollata delicatissima. La ferrata è fulminea e la coda di topo rimane tesa per un attimo. Due tre strappate violente e il duello silenzioso ha inizio. Il temporale si sta avvicinando, le prime tuonate rimbombano. L’acqua è sempre più un color grigio piombo ed il cielo si sta facendo di minuto in minuto più nero.
Forse comincia a stancarsi …. La in mezzo al fiume si apre una specie di strano gorgo: Il cavedano è venuto a galla continuando a lottare come un dannato e la grossa pinna è comparsa per un attimo in superficie. Vien voglia di chiamare aiuto ma a chi? Le sponde del fiume sono deserte. All’improvviso sfila velocissimo verso riva costringendomi ad un recupero forsennato della coda per non perdere il contatto. Torna in superficie aprendo l’acqua in un ampio giro e si butta di nuovo a fondo. Si è fermato, o è riuscito ad infilarsi in qualche tana? La coda da tesa diventa lenta e non trasmette più il minimo segno di vita …. Quella che poteva essere una stupenda avventura, ha così una conclusione non certo entusiasmante. Pazienza!
Cominciano a cadere i primi goccioloni, prima di bagnarmi come un pollo, chiudo la canna e mi dirigo velocemente verso la macchina.
