TROVATO SU INTERNET...di cui condivido tutto

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donatot

  • Il pescatore con la mosca SELE e TANAGRO
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  • Donato Tedesco P.a.M. TECNICA T.L.T.
on: August 11, 2010, 10:50:12
Dalla
Rivista PESCARE – Settembre 1975

La Pesca con la Mosca Artifciale

"La funzione dei Club?"

Tanto per cominciare accantoniamo
la parola “club” e chiamiamole Associazioni, che in definitiva il pescatore è
uno spirito semplice (?) –non sempliciotto-.
E comunque Club evoca l’immagine di un cerchio ristretto e inaccessibile di
attempati signori snob.
Qualcosa di molto londinese insomma. No, preferisco Associazione, in altre
parole riunione di “gente” con gli stessi gusti e interessi. E’ più casareccio.

Con questo niente intendo togliere a quei…gruppi che si chiamano Fly Angling
Club, oppure Club Italiano Pescatori a Mosca o ancora Mosca Club e altri ancora
ai quali molti di noi, che ne facciamo parte, dobbiamo tanti ringraziamenti se
non altro perché la loro esistenza e attività ci permise a suoi tempo
d’imparare a stentucchiare un finale.
Certo che i fondatori, allora non molti, dovevano forse sentirsi come dei
precursori, una specie di elite, -e chiedo scusa per la parola d’oltralpe-.

Inoltre l’influenza della parola “made in England” deve aver contribuito non
poco a imporre nella sigla quel pizzico di aroma di tabacco inglese con il
sapore di una goccia di whisky scozzese. Club, dunque; quasi d’obbligo!
Il fatto è che non poche volte ci siamo sentiti appellare “quelli della mosca”
e spessissimo abbiamo dovuto cozzare contro una specie di diffidenza “perché la
mosca è riservata a pochi”. Che abbia influito il fatto che alla canna inglese
fosse attaccata una “line” con in cima una “Fly” presa dalla “box” tolta dal
“gilet” con lo stemma del “Club? Mha!

Oggi per fortuna niente più elite. Salvo rare eccezioni di piccoli gruppi
radicati al “profumo di Londra” e che non si sono mai sviluppati né
numericamente, né forse qualitativamente, i club di fatto sono divenuti
associazioni. Ovvero larga partecipazione e adesione di gente che pesca a
mosca. E questo credo sia il fine più importante che siamo andati perseguendo
da qualche tempo.

Giovani in massima parte. Ragazzi di 18-21 anni sono le nuove leve che credo
affluire nelle file dei pescatori a mosca. Ragazzi pieni di entusiasmo, di
voglia di imparare, darsi da fare e di pescare a mosca, soprattutto. E non
provarti a mettergli sotto il naso, una mosca e a chiamarla “dry Fly” a meno
che tu non voglia passare per un “marimba” ovvero matusalemme rimbambito.

Tempo fa a tre “nuovi” facemmo una specie di intervista a scopo di sondaggio e
tra le altre, queste domande:
- Cosa ti aspetti dal Club?

La risposta è stata: ”Consigli” e “un’azione tesa al problema del risanamento
delle acque che poi non è solo un problema della pesca ma più generale.”

- Che cosa rappresenta per te un pescatore a mosca?

“ Uno che si diverte a pescare per sport senza badare troppo al cestino”.
“ Un uomo che pesca rispettando la natura e tutto ciò che la circonda”.
“ Si cerca sempre di migliorarsi, no?”

Ora io credo che da tre persone scelte a caso, risposte migliori non potevano
venire. E’ evidente che questa “gente” ha una convinzione ormai ben salda e si
avvicina alla mosca con intenti ben precisi.
Ecco che torna allora il concetto di associazione: un moto spontaneo di voglia
di fare. E qui deve intervenire l’associazione intesa ora nella sua struttura
interna e nell’azione unitaria di forze convergenti a finalità comuni. Grazie
al lavoro collettivo si possono dunque organizzare nell’interno, dei raduni per
la tecnica di lancio, di costruzione di mosche, con uno scambio reciproco tra
il gruppo e il singolo che, entrando, apporta nuove energie e nuovo entusiasmo
acquisendo le esperienze degli altri.

Nell’Associazione c’è sempre chi può indirizzare e consigliare negli acquisti
con molta maggior cognizione di causa di quanto non sappiano fare alcuni
commercianti con scarsa competenza in materia.

Per non parlare poi delle mosche, per i nuovi –ma spesso anche per i meno
nuovi, - sono sempre un rebus.
Aggiungerei, e qui il discorso si fa più interessante, che oltre alle attività
didattiche - piscatorie l’associazione può –e a mio parere dovrebbe- svolgere
anche un altro tipo di attività.

Mi riferisco a un discorso che riguarda la politica e la pratica della pesca.
Si dovrebbe poter dialogare con enti e amministrazioni collaborando con queste
a far sì che la pesca diventi qualcosa di sempre meno distruttivo e più
tutelato senza niente togliere al piacere di praticarla liberamente.

E’ pur vero che questo dialogo non sempre –forse quasi mai- può essere
instaurato, ma come si dice: chi dorme……
>(((((((((°><°)))))))))<
Molto meglio la riva silenziosa di un fiume in una calda giornata di primavera con gli insetti che ti schiudono tutto intorno e accompagnati solo da qualcuno che è capace di assaporare questa magica atmosfera.


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