Un musicista non si sognerebbe mai di distruggere sale prove, teatri o auditorium.
Un calciatore non si metterebbe mai a gettare diserbante su un campo di calcio.
Un medico inorridirebbe alla notizia di una legge che mette in ginocchio la sanità.
Un pescatore d'acqua dolce fa di tutto per rispettare l'ecosistema dei luoghi in cui andrà poi a gettare la sua lenza.
Molti pescatori di mare, inspiegabilmente, non dimostrano nessun rispetto per quell'immensa distesa blu e per i suoi stupendi abitanti.
Martedì, appena smette di piovere, mi fiondo sul molo; come al solito lo trovo zeppo di "spigolari" come me, ma un po' atipici... utilizzano bolo di 6 metri pur montando dei waggler scorrevoli!
Storco il naso mentre monto la mia AW-V70 con un tappo da 1 grammo, una spallinata morbida e un lungo finale Asso di Cuori dello 0,10. Sondo rapidamente il fondale e innesco un solo bigattino messo di traverso su un amino Gamakatsu serie 410N del n° 20.
Obiettivo: spigola, manco a dirlo!
Apprendo che nessuno ha preso ancora nulla. Noto infatti che molti hanno abbandonato e ora si dedicano, sportivamente, a straziare con le ancorette un grande mucchio di malcapitati cefali che si è riunito sotto un peschereccio.
Provo gentilmente a far notare loro che quel modo di pescare è illegale, ma nessuno mi dà retta e qualcuno mi guarda pure male. Lascio perdere e mi rimetto a pescare.
Iniziano le prime tocche! Si tratta di saragotti e occhiatine di piccola taglia che prontamente vengono restituiti al loro ambiente naturale.
Ad un tratto, però, il galleggiantino affonda deciso: ferro ed ecco che l'AW-V mette in mostra la sua curva autorevole e mozzafiato... stavolta si fa sul serio! Gli sportivissimi di cui sopra interrompono la loro mattanza e si raccolgono dietro di me. Il pesce inizia a prendere metri su metri e io ho il mio bel da fare nel contrastare le sue fughe cercando di tenerlo lontano da chiglie e ormeggi; ma con una canna così sembra tutto più facile!
Nel giro di qualche interminabile minuto riesco a fare affiorare per una prima volta la preda e il cuore mi si apre! Riconosco la splendida, elegante, inconfondibile sagoma della regina! Lei, però, non vuole saperne di arrendersi e riparte. Si ricomincia a lottare e la folla dietro di me si fa sempre più numerosa: nessuno osa dire una parola, però. Alla fine, la spigola affiora di nuovo, ormai stremata; le tengo la grande bocca spalancata fuori dall'acqua e la trascino nel guadino. Mi giro e scorgo, negli occhi degli ormai noti sportivissimi, sguardi di ammirazione e un po' di invidia.
Ammiro la bella preda, la distendo sulla testa del guadino, prendo il cellulare, scatto una foto...
... e, delicatamente, la reimmetto in acqua.
Intorno a me il silenzio. Dopo un po' uno di loro si avvicina a me e, con la scusa di avere informazioni sulla canna e sulla montatura utilizzata, mi chiede il perchè di quel gesto. "Io faccio sempre così!" è la mia risposta. Mi guarda stranito e se ne va. Ora tutti hanno smesso di tormentare quei poveri cefali con le loro ancorette e si sono rimessi a pescare con le loro "bolognesi-inglesi", magari sperando di prendere la spigola che ho appena liberato...
Mi rimetto a pescare anch'io. Dopo qualche altro saragotto, il tappo riaffonda di nuovo in maniera decisa: ferro e... si ricomincia! Mi rendo subito conto che c'è qualcosa di strano: il pesce non sembra più grande del precedente (che, ad occhio e croce, sfiorava il chiletto), ma è decisamente più combattivo! Stavolta mi ci vuole un buon quarto d'ora prima di vedere distintamente la sagoma di una bellissima orata! Combatte fino all'ultimo, ma, contro i muscoli di carbonio e silicio della mia Daiwa, c'è poco da fare! Anche lei giunge a guadino e, anche per lei, stesso trattamento:
foto di rito
e veloce reimmissione nel suo habitat naturale.
Gli spigolari-cefalari-bolognesi-inglesi sono sempre più ammutoliti. La vista del C&R di una spigola di circa 1 Kg e di un'orata sui 500 grammi li ha lasciati di sasso!
Per loro è una cosa inconcepibile.
Per me, che vado a pesca da quando avevo 8 anni, una cosa normalissima.
Il mare ha già troppi nemici e non ha bisogno di averne altri.
Un pescatore sportivo non ha nessunissima intenzione di distruggere il luogo in cui può dare sfogo alla sua passione; per lui il pesce in se stesso ha scarsa importanza (esclusivamente alimentare) da morto. L'importante è che sia stato catturato in un certo modo, con una certa tecnica ed esperienza. Egli adora ammirare le sue prede mentre lottano nel tentativo di liberarsi, ma, ancor più, mentre nuotano quando viene loro restituita la libertà.
Quando tutti avranno imparato a pensarla in questo modo, ci saranno molti più pescatori e molti meno pigliapesci.
Saluti a tutti!