Purtroppo il nylon subisce l'usura anche... se l'utilizzi pochissimo, in quanto risente dell'azione degli agenti atmosferici (i raggi ultravioletti in primis), della salinità, delle torsioni in bobina durante l'avvogimento, e così via. Se poi è sottoposto a continui lavori gravosi, la situazione peggiora ancora.
I 'puristi' della pesca (ma che non hanno neanche problemi finanziari...) sostituiscono il nylon anche due volte all'anno, sicuramente una volta all'anno. Personalmente, non avendo disponibilità, mi limito a passare quel filo a lavori meno gravosi.
E' importantissima anche la qualità del filo, che di solito associamo al suo carico di rottura: niente di più sbagliato. Un carico di rottura si può aumentare usando polimeri 'speciali', i quali però, per esempio, hanno una minor resistenza agli U.V., all'assorbimento dell'acqua, alla salinità (o, meglio, ad alcuni tipi di sali disciolti), allo stress dell'avvolgimento... Questi fili sono ottimi, a patto che vengano sostituiti spesso dopo un certo periodo di utilizzo.
Il difficile è indovinare qual'è il filo migliore, che purtroppo possiamo scoprire solo a nostre spese provando e riprovando varie marche e modelli. Personalmente, dopo averne provato di veramente tanti sia giapponesi che tedeschi, qualche anno fa mi sono trovato molto bene con i monofili della genovese DP, e precisamente con l'Asso di Quadri (a cui è stato cambiato nome, adesso è chiamato Diamond), che a fronte di un carico di rottura non elevato mi ha restituito una maggior durata all'usura e all'abrasione. Comprai quindi i bobinoni di alcune migliaia di metri in vari diametri, che conservo tuttora con la massima cura dentro una doppia busta di plastica nera e al buio per evitare l'assorbimento degli U.V. Il fatto che questi bobinoni siano ancora a tre quarti del loro contenuto mi dimostrano che non ho avuto la necessità di cambiare spesso il nylon dei mulinelli, date le buone condizioni del filo imbobinato.
Anche il multifibra ci affascina per due caratteristiche che, da quando esiste la pesca sportiva, noi pescatori abbiamo sempre sognato: un elevatissimo carico di rottura a fronte di un sottilissimo diametro, il massimo dei massimi. Ma anche il multifibra, come il monofilo, è soggetto all'usura e alle abrasioni (e, per certi versi, anche più del nylon), quindi anche qui il discorso è soggetto alle disponibilità finanziarie: chi può disporne non si pone certo il problema di una ravvicinata sostituzione del multifibra imbobinato. Io stesso, se non avessi problemi di budget, userei solo il multifibra per lavori gravosi.
Per quanto riguarda la capacità del mulinello, 300 metri di 0.50 sono sufficienti ad affrontare qualsiasi preda del mediterraneo pescabile da terra. Ovviamente il mulinello, oltre a poter contenere questo quantitativo, deve essere di buona fattura ed abbinato ad una canna robusta con un cast di 250-300 gr anche di prezzo economico, entrambi in grado, cioè, di poter 'forzare' il recupero senza essere costretti a mollare troppa frizione per paura che ceda il monofilo o la stessa canna. In pratica il mulinello deve essere più un 'trattore' (rapporto 3,5:1 - 4:1 - 4,5:1) che una macchina da lancio, come pure la canna che deve essere da recupero e non da lancio (fanno eccezione solo le ripartite 6-8 once, naturalmente da usarsi solo se si hanno già in casa per il surfcasting e non da comprare appositamente per la pesca col vivo...)