Caro Enrico, è molto saggio iltuo discorso che condivido, ottimismo a parte. Io penso che da anni, per fattori antropici, la catena eco-alimentare sia spezzata, non dico irrimediabilmente, ma quasi. Forse non è un processo irreversibile, basti pensare al cosiddetto buco dell' ozono, fenomeno che grazie alle timide politiche di contenimento internazionali, sembra si stia riducendo, seppure in maniera lenta. Penso che noi pescatori sportivi dobbiamo dare l' esempio come dici tu, ma non basta, purtoppo, in assenza di politiche globali che vadano al di là di semplici proclami, perlopiù sterili. Fino a due anni fa qui da noi era pieno di tonnetti alletterati, adesso fai fatica a trovarne uno, anche al mercato. Le responsabilità di ciò vanno distribuite a più livelli, ma noi pescatori sportivi ritengo che siamo al livello più basso di dette responsabilità, il che non ci esime dal dovere morale di comportarci, almeno noi, nella sola maniera che riteniamo accettabile, ossia con profondo rispetto per il nostro amico mare, che sta morendo.
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