Ciao ragazzi,
visto che siamo in autunno inoltrato, parliamo di esche un po’ più consistenti e proteiche degli anellidi cui il periodo estivo ci aveva abituati.
Fra le nostre insidie in genere, qual’è quella che si fregia dell’appellativo di esca universale? La sardina ovviamente.
E’ utilizzata in svariate tecniche di pesca, costituisce la base di brumeggi. Si trova facilmente, in qualunque stagione e a prezzo ragionevole. E’ appetita da quasi tutte le specie, predatori e non. Inconvenienti pochi: l’alta deperibilità, specie nei periodi più caldi e l’odore con cui ci segna mani e indumenti. Va bene, queste son cose risapute da tutti. Ma in effetti la domanda che volevo porre è questa: a Surfcasting e nella pesca a fondo in genere occupa poi davvero questo posto d’elite che teoricamente le è riconosciuto? Per quanto mi riguarda, facendo un veloce flashback fra i miei ricordi posso dire: solo in parte ovvero, diventa insuperabile con certe specie di pesci ma non con tutte. Non nego che in alcune occasioni mi abbia regalato belle soddisfazioni, però se devo fare un rapporto con le catture di sua maestà la spigola, predatore per eccellenza, posso affermare che il nostro cupleide scende paurosamente in classifica. Di questo fatto, per quanto ci abbia ragionato sopra, non so darmene una spiegazione. Eppure il nostro predatore è di bocca buona e non disdegna certo esche meno succulente e odorose di una sardina fresca. Dipenderà dalla presentazione eppure spesso e volentieri la flotterizzo e la prova di galleggiamento è ottima e dovrebbe scodinzolare in mezzo alle onde quasi come un pesciolino in difficoltà. A volte la presento intera compreso coda e testa ma la maggior parte delle volte elimino le estremità e la lisca e confeziono un bel salsicciotto magari farcito con le interiora ed un listello di polistirolo, rassodato con del filo elastico. La polpa è rivolta verso l’esterno affinché, specie in questa stagione, la temperatura ancora mite dell’acqua contribuisca al diffondersi degli effluvi delle sue carni. Più avanti nel tempo, quando l’acqua diventa fredda, cerco magari di prediligere l’effetto ottico mettendo la pelle rivolta verso l’esterno. Altre volte mi addentro nel bricolage presentandone metà esposta con la polpa e l’altra metà con la pelle. Altre volte ancora, e qui siamo al limite della paranoia, il salsicciotto diventa la farcitura per un mantello di totano il cui lembo inferiore viene poi frangiato come un gonnellino tahitiano. Se le nostre compagne sapessero di quale fantasia disponiamo in spiaggia penso che ci metterebbero di più dietro ai fornelli. Mi capita spesso, in quelle fredde serate in cui il mare fa sentire distintamente la sua voce ed il bianco della schiuma nella risacca è percepito anche al buio, di utilizzare la sardina, nella convinzione che proprio lì in mezzo alla schiuma la nostra regina stia cacciando. Aspetti e aspetti e quando hai ormai perso le speranze ecco che la cima della canna si inchina più e più volte. L’adrenalina sale ed inizi il tuo combattimento valutando mentalmente il peso del tuo antagonista. Quando alla fine riesci ad avere ragione scopri di aver tirato fuori l’ennesimo serpentone grigio. Molto grosso, combattente tenace ma non è la regina. E’ comunque una bella soddisfazione e gli ridai la libertà dopo averlo ringraziato per aver ravvivato la serata.
Altre inaspettate catture le ho avute utilizzando un piccolo innesco di sardina: un sigaretto di 3/5 cm ricavato dalla sezione caudale della sardina e diretto ai saraghi in mezzo alla schiuma.
Come amo preferisco, per la sardina intera e il salsicciotto l’aberdeen dall’1 in su. Non ha la robustezza del beack ma ritengo che per questa preparazione sia il migliore in quanto gli conferisce la linearità di un sigaro senza curvature che potrebbero farlo roteare al momento del recupero con ripercussioni sul terminale. Per il sigaretto invece preferisco un beack del n° 4: piccolo e micidiale nella risacca. Il terminale, in entrambi i casi, sarà frutto della nostra fantasia ed esperienza. Dallo short al long allo short rovesciato anche se, con il sigaretto, un bracciolo di due metri e più può riservare gradite sorprese.
Anche se, obiettivamente, non occupa il vertice della mia classifica, bisognava comunque renderle merito.
Allego, per chi fosse alle prime armi, un paio di foto sulla preparazione del salsicciotto omettendo l’innesco della sardina intera che è già stata oggetto di un articolo di Davide.
occorrente: sardina, bracciolo, coltello, polistirolo, filo elastico, ago da innesco.
Si priva la sardina della testa e della coda, la si apre per il lungo e si elimina la lisca. Aiutandosi con un ago da innesco si mette al centro del filetto il bracciolo, un sottile listello di polistirolo ed eventualmente le interiora del pesce. Si chiude il tutto tenendo fermo con le dita e si rassoda con del filo elastico.
Si estrae l'ago, si tira giù il filo in modo che fuoriesca solo curva e punta dell'amo ed il gioco è fatto, questo è il prodotto finale
Alla prossima.