Se vi capita di pescare da banchine (porti e porticcioli), pontili, pontiletti in legno e spiagge che degradano velocemente (circa 2 mt d'acqua a 5-7 metri dalla riva), vorrei proporvi un metodo 'antico' (ma assolutamente efficace) che è rivolto prevalentemente alla cattura della spigola ma funziona con qualsiasi tipo di pesce.
Questo articolo lo scrissi esattamente due anni fa, ma lo ripropongo per i nuovi iscritti perché a tutt'oggi continuo ad usare questo metodo con grande efficacia e soddisfazione. Lo ripropongo pari pari dall'articolo del 23 Novembre 2008.
<< In piena era tecnologica, non saranno in pochi a sorridere o a snobbare questo metodo di pesca che si rivolge a prede nobili quali Spigole, Orate, Saraghi e Mormore utilizzando attrezzi "poveri".
Peggio per loro, non sapranno mai quali emozioni si perdono.
I luoghi ideali di pesca: sono le banchine (porti e porticcioli), i pontili, i pontiletti in legno e le spiagge che degradano velocemente (circa 2 mt d'acqua a 5-7 metri dalla riva). Il fondale dev'essere sabbioso e privo di vegetazione alta (le posidonie ricche di vita, se presenti, dovranno ergersi oltre i 5-7 mt citati, altrimenti sarebbero d'impiccio). I luoghi migliori in assoluto sono quelli dove i pescatori professionisti ormeggiano le barche e ripuliscono le reti.
L'orario migliore: dal tramonto alle prime ore del mattino.
Esca unica: la sardina, fresca o appena scongelata e adeguatamente preparata.
Occorrente per preparare tre lenze "a mano" con tre diametri diversi:
Lenza. Se si dispone di avanzi di bobina di buon nylon (spezzoni lunghi almeno 30 mt), allora usate quelli. Altrimenti acquistate bobine da non più di 100 mt (di cui userete solo i primi 30 mt, tenendo i restanti 70 di riserva o per altri utilizzi). Se proprio volete eccedere, usatene 50 mt, ma non di più perchè sarebbero sprecati.
I diametri consigliati sono: uno spezzone (o bobina) dello 0.25, uno dello 0.35 e infine uno dello 0.50. Quando avrete acquisito esperienza, potrete variare i diametri a vostro piacimento, tenendo però presente che è rischioso scendere al di sotto dello 0.25, oltre al fatto che una lenza più sottile non è agevole da maneggiare (vento, parucche, ecc.).
Avvolgi lenza. Gli avvolgi lenza potranno essere di buon sughero compatto in modo che non si sbricioli o si sfarini durante la manipolazione, oppure di materiale sintetico robusto ma morbido. Misure minime cm 14x10x2, per evitare il più possibile la formazione della memoria meccanica durante il riavvolgimento. Arrotondate tutti gli spigoli con carta vetrata sottile e non vergognativi di scrivere su ogni sughero il diametro della lenza con un pennarello indelebile (il buio e la fretta, a volte, possono giocare cattivi scherzi...).
Piombi. I piombi, scorrevoli col foro centrale, possono essere a palla o a forma di pera, le forme migliori per trasmettere alla lenza anche le più piccole vibrazioni. Quello da 10 gr andrà montato sulla lenza dello 0.25; quello da 15 gr sulla lenza dello 0.35 ed infine quello da 20 gr sulla lenza dello 0.50.
Stopper per il piombo. Gli stopper saranno in cordoncino o in nylon grosso abbastanza per formare un nodo sufficientemente voluminoso da impedire al piombo di oltreppassarlo o di rimanervi incastrato. Personalmente preferisco non inserire perlina e salvanodo, che potrebbero attuttire le vibrazioni della lenza (sulle vibrazioni, vedi più avanti il paragrafo sull'esca), però nessuno vi impedisce di farlo, se ritenete di avere una mano molto sensibile.
Ami. Gli ami saranno dello stesso modello, anche se di numero diverso: il N.6 per lo 0.25; il N.4 per lo 0.35 ed il N.2 per lo 0.50. Il modello da preferire è quello a gambo corto a paletta, filo sottile, molto tondeggiante e con la punta ad "artiglio d'aquila" ricurva verso il gambo.
Armare una lenza (p.e. quella del diametro 0.25):
- Su uno dei sugheri legate il capo libero della lenza con un nodo appropriato e cominciate ad avvolgere la lenza con spire regolari e ravvicinate tenendo leggermente in tensione la lenza, ma senza esagerare. Partite da 1,5 cm dal bordo lungo di destra sino ad arrivare alla stessa distanza dal bordo sinistro, poi tornate indietro sovrapponendo le spire e quindi ripartite sino ad esaurire completamente la lenza. Per i più pignoli, si potrebbero fare le spire incrociate inclinando queste, durante l'avvolgimento, prima verso sinistra durante l'andata e poi verso destra durante il ritorno.
- Adesso svolgete un metro di lenza dal sughero, infilatevi il piombo da 10 gr, fate il nodino ferma piombo e legate l'amo N.6 direttamente alla lenza (sissignore, lenza madre e finale sono un tutt'uno). Tra amo e stopper lasciate una distanza di 20 cm. Avvolgete anche questo metro di lenza e fermate l'amo su un fianco del sughero. Se volete, ora potete scrivere sul sughero il diametro della lenza avvolta.
- La prima lenza è pronta. Preparate allo stesso modo le altre due (0.35 e 0.50).
Esca.
Come abbiamo detto, come esca si usa esclusivamente la sardina. Perchè possa essere escata in piccoli tocchetti è assolutamente necessario che sia freschissima (nelle cassette c'è ancora il ghiaccio servito per il trasporto), oppure che sia stata appena scongelata. Tastatene la consistenza con le dita: la carne deve essere soda, leggermente sanguinolenta e l'occhio ancora vivido. Se la carne rimane flaccida, l'occhio un pò velato ed il sangue di colore pallido, prendete una sardina e dite al pescivendolo di ficcarsela nel..... Stabilito che la sardina è accettabile, bisogna decidere quanto comprarne: questo dipende infatti dalla reperibilità (c'è il rischio che più in là si possa rimanere senza sardine perchè i pescatori non sono potuti uscire a mettere le reti?), dallo spazio nel freezeer o nel congelatore (nostra madre o nostra moglie ci avranno lasciato lo spazio sufficiente?), dalla voglia che abbiamo di prepararle per il congelamento, ed infine dalla taglia delle sardine: le sardine di taglia piccola sono poco grasse e poco adatte al nostro scopo, quelle giganti (le sardone) vanno già meglio ma non tanto quanto quelle ideali, cioè quelle di taglia media e belle grasse. Per un uso immediato, 10 sardine sono più che sufficienti. Per farsene una scorta da congelare, prendetene 2 o 3 kg (sempre che la loro qualità vi soddisfi)
Preparazione delle sardine.
Sia che le usiate immediatamente oppure che dobbiate congelarle per farvene una scorta, le sardine devono essere squamate. Niente paura, il procedimento è abbastanza semplice. NON usate alcun tipo di lama (che le rovinerebbe), ma semplicemente fate colare da un rubinetto un filo d'acqua sotto il quale dovete tenere la sardina per la coda con il pollice e l'indice di una mano, mentre le dita dell'altra mano fatele scorrere sul corpo della sardina dalla coda verso la testa, con delicatezza, fino a squamarle. L'operazione non è lunga, in quanto le piccole scaglie vengono via con facilità. Man mano che procedete, deponete le sardine su un piano inclinato al riparo dal sole per farle scolare (non usate stracci o altro per accelerare il processo, le rovinereste. Inoltre non è che debbano essere perfettamente asciutte). Adesso, per dare più consistenza alla polpa e rallentare la decomposizione, dovete salarle con sale fine (mi raccomando, non prelevatelo direttamente dal contenitore di cucina, se non volete rischiare con mamme e mogli), cospargendole in abbondanza, ma senza esagerare, prima da un lato e poi dall'altro. Adesso prendete delle bustine di plastica (quelle per il congelamento dei cibi vanno benissimo, ma va bene qualsiasi altro tipo di bustina di dimensioni adeguate) e infilate 5 sardine in ogni bustina. Ripiegate più volte l'apertura per evitare colature e fermatela con un punto da cucitrice da ufficio. Di tutte le bustine pronte, mettetene 2 nel frigo: queste sardine saranno quelle che userete per esca quella stessa notte o l'indomani. Le altre bustine invece andranno congelate per usarle in uscite future: non sarete quindi frustrati dall'angoscia dovuta all'assenza di sardine sui banconi dei pescivendoli, perchè le avete a casa. Le sardine eventualmente avanzate da una nottata infelice, non buttatele via ma riutilizzatele il giorno dopo oppure ricongelatele: si manterranno ancora buone e consistenti per effetto del sale (a meno che non siano state cotte dal sole). Per male che vada, le userete come brumeggio.
Taglio della sardina.
La sardina va tagliata in tocchetti piccoli (per l'amo piccolo), medi (per l'amo medio) o in tranci adeguati all'amo grosso. Il taglio quindi dipende da che lenza usate in quel momento. Servono un paio di forbici affilatissime e possibilmente a lame sottili (la buon'anima del mio più caro amico si faceva il giro dei barbieri del paese per farsi regalare le sottili forbici usate da loro), per evitare di "spremere" la sardina, anzichè tagliarla in tocchetti precisi. Si inizia dalla testa: se siete sopspesi sull'acqua (banchine, pontili, ecc.), tenendo la sardina in mano, tagliuzzate la testa a partire dalla bocca a pezzettini piccoli che farete cadere in acqua, come pure i primi 2 cm di coda (la parte più dura), per fare brumeggio. Se siete sulla sabbia, conservate i pezzettini facendone un mucchietto: serviranno anch'essi per pastura, ma con un metodo leggermente diverso (vedi più avanti). Sempre tenendo la sardina in mano, infilate le forbici dalla parte del ventre per tutta la lunghezza della sardina, stando attenti, durante il taglio, a non rovinare le interiora ma a recuperarle integre per quanto possibile: le interiora di sardina sono l'esca migliore in assoluto che possa esistere in mare, di cui vanno pazzi tutti i pesci. Nel paragrafo dedicato all'innesco spiegherò come innescarla. Adesso ripulite l'addome da tutte quelle parti dure che potrebbero impedire all'amo una libera penetrazione nell'esca: è sufficiente ritagliare delle sottili strisce lungo i due bordi ormai aperti del ventre a cui stanno attaccate le pinne ventrali, accorciando in questo modo anche la "punta" delle spine che convergono sull'addome. Ora girate la sardina sul dorso, con le forbici tagliate alla base la pinna dorsale e infilando le lame sotto pelle per tutta la lunghezza della sardina, incidete la pelle del dorso. A questo punto bisogna tagliare in due la sardina nel senso della lunghezza: passate le forbici rasenti la spina dorsale (la lisca), separate le due parti e togliete definitivamente la lisca ancora attaccata all'altra metà (per fare questa operazione potete anche usare un coltello dalla lama affilatissima). Adesso avete una sardina tagliata in due pezzi longitudinali: ciascuna di queste due strisce va ancora tagliata a metà nel senso della lunghezza. A fine operazione vi troverete sulla banchina 4 strisce di sardina e le interiora. Per finire (era ora, direte voi), tagliate ciascuna striscia in tocchetti adatti all'amo piccolo o medio. Ogni tocchetto rappresenta un'esca.
Escare il ventrame.
Come detto più sopra, il ventrame della sardina è l'esca più appetita in assoluto da tutti i tipi di pesci (sempre la buon'anima del mio amico "Sampei", che era molto benvoluto in paese, si faceva regalare dai pescivendoli intere cassette di sardine ormai "vecchie" che portavamo sul pontile con il suo "Ape 50" - immaginate i commenti degli altri pescatori - e ci dedicavammo per una buona mezz'ora a sventrare le sardine, tra i lazzi dei presenti, che ben presto si trasformavano quasi in pianto quando cominciavamo a salpare pesci in quantità industriali). L'innesco non è velocissimo, si tratta di infilare l'amo più e più volte nelle parti più dure delle interiora arrotolando alla meglio il tutto perchè non si sfaldi durante la calata. Occorre fare un pò di esperienza per affinare la tecnica. Data la sua appetibilità, è bene riservare quest'esca al momento in cu "sentiamo" che sotto di noi c'è la bestiolina che ci interessa. La vibrazione: la mangiata che fanno i pesci con il ventrame la percepiamo quasi come una sensazione, perchè il pesce si mette in bocca l'esca e la "succhia" quasi fosse un lecca-lecca, anzichè ingoiarla. Quando caliamo il ventrame dobbiamo concentrarci al massimo, stando all'erta alla minima vibrazione della lenza, che terremo in mano con una tale leggerezza quasi avessimo paura di farle la bua. L'adrenalina scorre, perchè sappiamo che per il pesce non c'è scampo: è solo questione di secondi, appena siamo convinti di aver percepito la leggerissima vibrazione della lenza, dobbiamo incocciare decisi e veloci. Provate a immaginare cosa si prova quando, data la ferrata, la lenza rimane "stoppata" sul fondo per 2-3 secondi, prima di scorrerci tra le mani alla stessa velocità di un TGV delle ferrovie francesi! Nessun altro tipo di pesca riuscirà mai a darmi le emozioni che mi dà la lenza a mano. Senti il combattimento nudo e crudo, senza essere attuttito da canna e mulinello. Ragazzi, è grandioso!
Escare i tocchetti piccoli e quelli un pò più grandi.
L'amo va infilato su un margine del quadratino di esca, si fa fuoriuscire un bel pezzo di amo che vai poi infilato sull'altro margine del quadratino, in modo semplicissimo. Anche con i quadratini può capitare che le bestioline mangino facendo vibrare la lenza, ma perlopiù si infilano l'esca in bocca o la ingoiano e tirano via. Una bella incocciata e zac...
Escare con le trance.
Eliminate dalla sardina la testa e la coda, come visto in precedenza. Tagliate alla base anche le pinne ventrali e la dorsale e dividete la sardina in tre o quattro pezzi adeguati all'amo più grosso, mediante un taglio trasversale anzichè longitudinale. L'amo va infilato con due semplici passate come per i tocchetti. Con questi pezzi la vibrazione è rarissima, in quanto la preda tira via senza tanti complimenti.
Pescare dalla riva.
La sardina va sezionata esattamente nei modi già visti, solo che le scorie che prima facevamo cadere direttamente in mare ora è meglio mischiarle con la sabbia "frizionandole" energicamente tra le mani e lanciando l'impasto di sabbia e sardina davanti a noi. E' sufficiente lanciare la lenza a 5-6 mt di distanza senza forzare per non pregiudicare l'integrità dell'esca. Il mare ideale è quello di una leggera risacca, ma funziona anche con mare piatto. Un fondale che degrada velocemente (1,5-2 mt già alla distanza di 5-6 mt dalla riva) è il migliore, ma si pesca bene anche in fondali bassi perchè la Spigola non disdegna tour turistici lungo la battigia.
Pescare dai moli.
L'azione di pesca da pontili e banchine si svolge in maggior scioltezza se ci sediamo direttamente sui loro bordi anzichè usare la panchetta, in modo particolare in presenza di brezza o vento. E' sufficiente un piccolo tappetto per evitare il contatto diretto con zone sporche o "butterate" e per evitare di rovinare la lenza, in quanto il sughero va tenuto sotto una natica sia per avercelo a portata di mano quando è necessario filare lenza velocemente in caso di grosse prede sia perchè è il posto ideale dove tenerlo in caso di vento anche leggero. Anche dai moli il breve lancio deve essere effettuato con delicatezza per non rovinare l'esca.
La pasturazione.
Una pasturazione consistente (oltre a quella delle scorie della sardina) è importante, anche se non indispensabile. Comprate un secchiello di pastura già pronta a base di sardina (oppure farina di pesce se la trovate) ed una bottiglia di olio di sardina. In un grosso secchio mettete acqua e olio di sardina (la quantità d'olio dipende esclusivamente dalle vostre...tasche, in quanto più ce n'è meglio è) e fateci macerare abbondante pane raffermo o semplicemente secco (se non ne avete in casa, lo potete acquistare in panetteria: è molto richiesto per preparare i pastoni per i cani ed altri animali). Comprate anche 1 kg di semola grezza. Mescolate in continuazione il secchio del pane sino a sminuzzarlo in piccolissimi pezzetti (se avete una grattugia elettrica, grattuggiatelo prima, ma vi sconsiglio di acquistarlo direttamente grattugiato perchè è carissimo anche in panetteria). Quando il pane è della consistenza voluta (cioè molto ma molto sminuzzato), aggiungete nel secchio la pastura di sarde già pronta (anche qui la quantità dipende dalle vostre tasche) e mescolate il tutto fino ad ottenere un impasto omogeneo. Se l'impasto è molto liquido, aggiungete la semola per renderlo più pastoso, sempre miscelando. Usando il pane, avete quindi ottenuto una quantità che è il triplo od il quadruplo del contenuto del solo secchiello di pastura originale, risparmiando un pò di soldi.
Ora non vi resta che provare. >>