Ciao ragazzi,
eccoci arrivati all’ultimo appuntamento di questo percorso riservato ai lanci da pesca: il “ground cast”
Dico ultimo in quanto addentrarsi nel mondo del lancio pendolare è impresa assai ardua e poi, onestamente, non sarei un buon consigliere visto che le mie cognizioni tecniche sono ferme a diverso tempo fa.
Piccola doverosa premessa anche in questo caso: questo è un tentativo di illustrare la mia esecuzione personale del ground quindi con tutti i limiti soggettivi della mia persona e quelli oggettivi di una descrizione verbale. Ricordo che è un’interpretazione del lancio con un occhio di particolare riguardo alla pesca e quindi privo di talune esasperazioni tipiche dei campi di lancio.
Invito tutti ad adoperare attrezzi adeguati o quantomeno robusti ed affidabili evitando l’uso di canne telescopiche. A mio modo di vedere il termine “ground leggero” che spesse volte sentiamo non ha alcun valore. Non ha senso eseguire un lancio che richiede certe caratteristiche se poi lo priviamo dei requisiti fondamentali. Se non abbiamo bisogno di raggiungere distanze più elevate o dobbiamo andare con i guanti di velluto, utilizziamo altri lanci più semplici che ci permettano pari o maggiori distanze di un ground annacquato.
Bene, posizioniamoci adesso sulla spiaggia e disegniamo il nostro orologio per terra (ricordate?). Se ci può aiutare disegniamolo davvero segnando con la scarpa o un pezzo di legno le linee che rappresenteranno le ore 12, le 15, le 17 e le 18. Sono queste le ore che personalmente prendo come riferimento, posto che le ore 18 rappresentano il mare, cioè la direzione in cui andremo a lanciare.
La posizione iniziale ci vedrà con la schiena rivolta verso ore 18.
Le gambe saranno leggermente divaricate, con il piede destro leggermente in avanti rispetto all’altro. Inclineremo il nostro corpo verso destra in modo da caricare tutto il suo peso sulla corrispondente gamba.
Le braccia saranno ben distese davanti a noi con solo quello destro impercettibilmente piegato.
Allunghiamo il drop a 200/250 cm ( in sostanza il piombo dovrà essere a circa 30 cm. sopra la nostra mano destra.
Posizioniamo il piombo ad ore 17 e tendiamo lo shock leader facendo in modo che la punta della canna si posizioni ad ore 15
La canna dovrà essere distante dal nostro corpo e mai dovremo avvicinarla durante l’esecuzione del lancio. Il pugno dalla mano sinistra, dovrà trovarsi sopra la nostra testa, in corrispondenza circa della tempia destra. La mano destra sarà all’incirca all’altezza del nostro fianco destro. Il puntalino della canna dovrà essere a circa 10 cm. dalla sabbia e rimanere a tale distanza durante tutta la rotazione successiva. Non preoccupatevi se andrà a strisciare nella sabbia, non è un problema se non ci sono pietre.
A questo punto inizia la fase di rotazione: quella che di fatto va a caricare l’attrezzo.
Tenendo sempre le braccia immobili nella posizione iniziale cominciamo a ruotare la testa verso ore 18 e ad inquadrare un punto alto in cielo nella direzione in cui dovremo lanciare. Mi raccomando, non guardate il mare o l’orizzonte ma solo il cielo. Il busto, di conseguenza tenderà a ruotare verso sinistra: è questa la fase più delicata perché entrano simultaneamente in gioco diversi meccanismi che, per pura e semplice comodità descrittiva, andremo a vedere singolarmente.
Cominciamo a ruotare il busto verso ore 18 ma cercando di lasciare braccia e canna sempre in posizione iniziale.
Alla rotazione del busto deve corrispondere un identico movimento della gamba sinistra. In sostanza solleviamo il piede sinistro di qualche centimetro e facciamo descrivere alla gamba ¾ di cerchio verso la direzione di lancio facendo appoggio sull’atro piede. A conclusione di questa fase, si sarà invertita la posizione di partenza: ci ritroveremo con il peso del corpo che va man mano a scaricarsi sulla gamba sinistra, il busto orientato verso il mare e le due gambe che si sono alternate ed il piede sinistro leggermente in avanti rispetto al destro.
Nel momento in cui busto e braccia hanno quasi completato la rotazione interviene il sincronismo delle braccia. Esse dovranno cominciare a roteare verso la direzione di lancio, sempre ben distanti dal corpo. La cima della canna, sempre a circa 10 cm. dal terreno comincerà a percorrere il quadrante dell’orologio in modo antiorario. Questa rotazione dovrà essere effettuata molto lentamente, quasi al rallentatore. Quando la cima della canna sarà arrivata in corrispondenza di ore 12 è il momento di chiudere il lancio, e a questo punto passeremo dal ralenty allo speed. Cominceremo a catapultare l’attrezzo verso l’alto con l’azione di push & pull che abbiamo già visto imprimendo tutta la nostra forza: spingeremo con vigore la canna in avanti con la mano destra e contemporaneamente tireremo con violenza il calcio verso il nostro petto, bloccando la canna quando la mano destra sarà ad altezza degli occhi. Ricordiamoci che durante la chiusura la canna non dovrà passare sopra la spalla destra ma all’esterno di questa per non strozzare il lancio.
Uff! credetemi, ho fatto fatica a descrivere le fasi di questo lancio ma spero di essere riuscito a darvi un’infarinatura.
Quello che risulta più critico è il coordinamento delle tre azioni durante la fase di caricamento del lancio. La cosa più difficile da realizzare è quella di far partire la rotazione di canna e braccia con una frazione di ritardo rispetto alla rotazione del busto e delle gambe.
Inizialmente vi sentirete “trascinati” da questa forza e magari avvertirete qualche scricchiolio o dolorino alla schiena ma vedrete che con l’allenamento, quello che all’inizio può sembrare la composizione di più inquadrature, diventerà un unico fotogramma.
I punti da tener fermi nella mente, perché poco naturali, sono: il tenere sempre braccia distese e canna distante dal corpo, la rotazione dell’attrezzo da effettuare al rallentatore, ed il punto da inquadrare quando si gira la testa verso il mare che dovrà essere alto nel cielo.
Vi invito comunque a visualizzare i filmati di ground presenti in gran numero su YouTube, scegliendo preferibilmente fra quelli eseguiti dagli atleti più famosi.
Alla prossima