Ciao ragazzi,
Ho promesso a due ragazzi,veramente appassionati, che incontro spesso quando vado a pescare e che visitano il nostro forum, di dare qualche spiegazione sui mulinelli rotanti. Considerato che una descrizione di massima ed un raffronto con i mulinelli fissi l’avevo già fatto in un articolo sul surfcasting, ho pensato ad un approfondimento dello stesso entrando nell’anima di questi gioiellini in occasione dell’ordinaria pulizia e manutenzione. Spero comunque di risultare interessante ad altri utenti del forum e utile a chi dovesse trovarsi ad utilizzare un mulinello rotante.
Diciamo subito che i rotanti richiedono un po’ più di attenzione rispetto ai fissi in quanto l’ordinaria manutenzione non si esaurisce con una sciacquata di bobina sotto l’acqua corrente ma occorre dedicarci un po’ di tempo e di passione magari nelle fredde serate piovose per farli funzionare a dovere e conservarli il più possibile nel tempo.
Premetto che parliamo di manutenzione c.d. da pesca e non di tuning o ricerca dell’estremo come avviene per i cultori del lancio tecnico. D’altronde confesso che non ne sarei nemmeno all’altezza.
Prendiamo in esame uno dei mulinelli più diffusi e “facili”: L’Abu 6500 CT MAG ELITE, universalmente conosciuto come “verdone” per via del colore delle guance.
eccolo
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LoginFra le sigle della ABU il “CT” equivale a configurazione da lancio quindi con telaio aperto per accogliere senza impedimenti il pollice. La sigla “CS” indica invece la presenza del guidafilo, accessorio molto utile durante il recupero ma che ostacola il controllo della bobina in fase di lancio e che sarebbe deleterio per l’incolumità del nodo dello shock leader.
Quello della foto è un modello CS che con una semplice e rapida operazione viene privato del levelwind (guidafilo) e viene trasformato in CT mediante l’applicazione di una c.d. “barretta di conversione” che serve a ridare compattezza al telaio dopo l’asportazione del guidafilo.
Come si può vedere, un rotante è composto da alcune parti principali ma chiaramente ogni altro piccolo dettaglio come viti, vitine, pomelli, mollette ecc. ha la propria funzione.
E queste sono le varie sezioni smontate
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LoginI componenti principali di un rotante sono: La guancia destra (1) con il pulsante di sblocco della bobina 8, il telaio (2), la leva di recupero (3), la bobina (4), il comando a stella della frizione (5), la guancia sinistra (6), il gruppo magnetico (7). Vediamo nel dettaglio i componenti principali.
La guancia destra
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Loginreca al suo interno tutto il gruppo della frizione e l’ingranaggeria preposta al movimento della bobina. Non sono stato ad aprire questa parte in quanto non richiede particolari cure e perché potrebbe dare qualche problemino nel rimontaggio calabria. Sulla parte esterna troviamo la leva di recupero che può essere piccola e a doppio pomello come in questo caso o a leva più lunga con bilanciere (power handle) che facilita i recuperi più gravosi. Troviamo poi il comando a stella della frizione, molto progressiva, potente e modulabile e proprio a portata di pollice. La levetta in acciaio che sporge è il pulsante di sblocco della bobina. Schiacciandolo si sblocca la bobina per effettuare il lancio e con mezzo giro di manovella ritorna in posizione di blocco. Il nottolino in acciaio che si intravede al centro della guancia serve per centrare la bobina al centro del telaio.
La guancia sinistra contiene invece il sistema di controllo magnetico. E’ un meccanismo che va ad influenzare lo spunto iniziale della bobina al momento del lancio rendendo meno probabili le classiche parrucche. Sistema utilissimo se si pensa che sullo spunto iniziale la bobina arriva a 20.000 giri al minuto. Proprio per questo dicevo che i rotanti dotati di controllo magnetico sono più facili rispetto agli altri modelli. Il meccanismo in sé è costituito, in questo caso, da quel meccanismo in plastica nera che reca nella parte superiore rotonda quattro bottoncini magnetici.
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LoginLa regolazione avviene tramite la slitta presente sopra la guancia sinistra con una scala che va da 0 a 8. Lo zero sta per freno praticamente escluso, l’8 per freno totalmente inserito. Sulla parte esterna sinistra del telaio è inserita una linguetta metallica che va a posizionarsi sulla dentellatura in plastica all’interno della guancia. Agendo sulla slitta la linguetta va ad avvicinare o allontanare i magneti dal corpo del mulinello accentuando o diminuendo, di conseguenza, l’azione di calamita. Sulla parte esterna della guancia sinistra troviamo un secondo pomellino in acciaio che ha la funzione di regolare il gioco della bobina sull’asse oltre che di governare un altro tipo di freno chiamato centrifugo. In questo caso l’ho escluso ritenendo sufficiente il solo magnetico. E’ sottinteso che per i modelli che non dispongono di freno magnetico quest’ultima parte non è pertinente in quanto l’interno della guancia risulterà vuota.
Il telaio o chassis, come si può vedere, è una gabbia in acciaio inox anche se esistono modelli in lega o in alluminio o altri materiali. Le due estremità circolari, su cui sono avvitate le guance, sono tenute insieme da tondini o barrette sempre in acciaio.
Al centro del telaio c’è la bobina, in alluminio, come in questo caso, o in grafite o plastica. La bobina è sostenuta da un asse in acciaio le cui estremità si vanno ad alloggiare in due nottolini presenti all’interno delle due guance, corrispondenti ai due pomelli che abbiamo già visto sull’esterno. Alle estremità del foro interno della bobina sono presenti due cuscinetti a sfera dentro i quali ruota l’asse. Sul lato sinistro della bobina si notano due spuntoni metallici. Sono gli alloggiamenti per i centrifughi. I centrifughi sono dei minuscoli cilindretti in bachelite, carbonio o silicone presenti sui modelli dotati di questo meccanismo. In sostanza, a seconda della regolazione che si effettua sul pomello sinistro, questi cilindretti si avvicineranno più o meno verso la circonferenza esterna della guancia metallica, dando luogo, con il ruotare della bobina, all’effetto centrifugo che frena la stessa.
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LoginLa bobina è stata messa in questa posizione solo per effettuare la ripresa dei dettagli.
Passiamo ora ad un po’ di pratica manutentiva. Cosa occorre? Pochissime cose. Queste sono quelle che uso io: un cacciavite a taglio con lama piuttosto piccola, una chiave fissa da 10” che possono essere sostituiti dalla chiavetta in dotazione ai mulinelli. Una pinzetta a becchi. Benzina tipo Avio, un piccolo contenitore di vetro tipo gli omogeneizzati, una bomboletta di aria spry, uno spazzolino da denti usato, del Viakal, un cilindretto di plastica quale l’esterno di una biro, dell’olio per utensili come il Singer o quello in dotazione con il mulinello e degli stracci.
Consiglio di utilizzare come base d’appoggio uno straccio pulito e bianco ove anche le parti più piccole non vadano perse.
Cominciamo a smontare la leva di recupero svitando la vitina che blocca la rondella di blocco del dado. Leviamo il dado, la rondella ad incastro sul pignone e tiriamo via la leva facendo attenzione che fra questa e la leva della frizione c’è un’altra rondella convessa.
Svitiamo il comando a stella della frizione. Svitiamo le tre viti zigrinate che sporgono sulla guancia ed estraiamo la guancia stessa con delicatezza. Puliamo queste parti con uno straccio umido passando un po’ di Viakal qualora ci fossero residui di salino. Diamo una bella spruzzata di aria compressa nella parte interna della guancia attraverso i fori in cui si intravedono gli ingranaggi. Non usare acqua corrente o olio perché i dischi della frizione potrebbero danneggiarsi.
Estraiamo il perno d’acciaio e la bobina. Con l’ausilio della biro o di un qualunque cilindro in plastica tiriamo via i due cuscinetti dalla bobina e mettiamoli a bagno nella benzina dentro il contenitore di vetro, scuotendolo ogni tanto. Se i cuscinetti fossero schermati dobbiamo rimuovere la protezione affinché il diluente entri a contatto con le sfere. Anche l’asse può essere pulito con la benzina. Passiamo la bobina sotto l’acqua corrente per eliminare eventuali residui di salino dal filo.
Passiamo alla guancia sinistra che è tenuta ferma da tre piccole viti. Una volta rimosse asportiamo la guancia facendo attenzione a non perdere mollette e linguette presenti all’interno. Puliamo il tutto con uno straccio umido e una spruzzata d’aria specie sulla slitta del magnetico.
A questo punto ci troviamo con il telaio bello nudo. Questo è il pezzo più soggetto ad incrostazioni di salino, specie sulla parte del piede. Imbeviamo la testa dello spazzolino da denti con il Viakal e sfreghiamo tutto energicamente. Lasciamo agire una decina di minuti, ripassiamo sotto l’acqua corrente ed asciughiamo con uno straccio.
Prima di rimontare il tutto, aiutandoci con il disegno “esploso” fornito con gli accessori, ricordiamoci di dare una goccia d’olio sull’asse della bobina ed un’altra goccia a testa ai due cuscinetti dopo averli asciugati e soffiati con l’aria. Prima di rimetterli in sede appoggiamoli su uno straccio in modo che perdano l’eccesso di lubrificante.
Fra i lanciatori vi è chi adotta delle vere e proprie alchimie per la composizione e il dosaggio dell’olio per i cuscinetti. Ai fini della pesca direi che tutto ciò è superfluo. L’olio in dotazione o quello per le macchine da cucire è più che idoneo allo scopo. L’unica avvertenza è di non eccedere perché quello in più verrebbe spruzzato dappertutto. Chi usa cuscinetti ceramici non deve invece lubrificarli. Ricordiamoci di rimettere i cuscinetti nella posizione originaria aiutandoci in ciò facendo un piccolo segno di riferimento con una limetta sulla parte esterna del cuscinetto (faccia laterale, mi raccomando, altrimenti è da buttare. Chi usa i cuscinetti ceramici si ricordi che non vanno oliati.
Rimontate il tutto badando che non vi avanzi qualche vitina
ed il gioco è fatto.
Alla prossima