SURF “Monofili sempre piu’ sottili”

Qualche hanno fa chiunque si fosse avvicinato alla pesca a fondo o al surf casting non avrebbe certo potuto prevedere l’evoluzione che il monofilo ed il suo impiego hanno avuto in questi ultimi anni.
Già in fatto di colore c ‘è stato un grande cambiamento: gli splendidi colori pastosi o fluo che rendono visibili alla luce delle Petzl la posizione della nostra lenza, sono subentrati ai neutri di un tempo.
Ma la grossa rivoluzione si e’ avuta coi diametri: che fine hanno fatto quei rassicuranti ed irrinunciabili 40 45 in bobina?

Monofili con assoluta assenza di memoria

Sicuramente i tempi sono cambiati e con essi anche le idee di chi pratica il surf. L’evoluzione qualitativa che il filo ha avuto in questi anni è, a dir poco, impressionante. Monofili con assoluta assenza di memoria, cioè capaci di non “ricordare” il verso che avevano dentro la bobina prima del lancio e che quindi hanno la proprietà di distendersi all’uscita da questa; carichi di rottura eccezionali, basti pensare che un 20 di costo medio regge oggi circa 4 kg., con una resistenza all’abrasione paragonabile solamente ad una treccia di pari diametro. L’evolversi della tecnica ha poi portato il garista più accanito e, sulle sue orme, anche il profano alla ricerca di un’attrezzatura  sempre più sofisticata ed equilibrata.

Zavorre sempre più leggere

La tendenza è quella di pescare con zavorre sempre più leggere, che hanno nel caso la necessità di essere lanciate ad oltre 100 metri di distanza.
Da qui l’esigenza di montare in bobina monofili sempre più sottili, sia per il discorso legato alla distanza da raggiungere, sia per evitare che gli attriti della corrente o delle onde sulla nostra lenza provochino un continuo scarrocciamento , facendoci magari uscire dalla zona di pesca.

Il migliore compromesso

Il migliore compromesso fra robustezza del filo e scorrevolezza dello stesso sugli anelli e’ un ottimo 18 20 con mare calmo o un 22 –   25 con mare mosso.Questa scelta ci consentirà oltretutto, in abbinamento ad un’adeguata attrezzatura e ad un minimo di indispensabile abilità , di sostenere vittoriosi combattimenti anche con prede di mole. Indispensabile con questi monofili un’attenzione particolare al loro stato: l’invecchiamento precoce e’ infatti caratteristica inevitabile di questi nylon, e da qui la necessità di cambiare abbastanza spesso il filo in bobina, per evitare che abrasioni ed una naturale riduzione del diametro ne causino la rottura.

Monofilo da terminale

La stessa tendenza al sottile si riscontra con il monofilo da terminale. Ciò nasce principalmente dall’esigenza di presentare la nostra esca nel modo più naturale possibile e l’esigenza di affrontare una battuta di pesca con pesci sempre più sospettosi ci ha portato alla ricerca di sofisticazioni spesso al limite dell’assurdo.

E’ ormai comunque non raro vedere un garista affrontare una competizione impostata principalmente alla pesca delle mormore con terminali del 14 16; oppure un pescatore in caccia di diffidenti orate di taglia col 22 25.Ciò non vuol comunque dire che la mentalità del moderno pescatore di surf casting sia cambiata in modo così radicale e totale, ma questo è innegabilmente il generale processo evolutivo del la nostra disciplina.

La tendenza di alleggerire quasi sottodimensionando la propria attrezzatura risponde principalmente alla consapevolezza che pescare più fino e’ certamente più redditizio e che la soddisfazione ed il divertimento di lavorare un pesce da primato con un filo capillare e’ sufficiente a ripagarci della tensione spesa per aver corso il rischio di perderlo.

Di admin