Nel mare della Calabria ho mosso i miei primi passi di pescatore, quando da bambino andavo in cerca di aguglie dalla scogliera o con mio padre trainavamo ragloo con il nostro piccolo gommone a caccia di alletterati e altri pelagici di branco. Il forte legame affettivo che da sempre mi lega alla calabria ed al suo mare si è sempre più intensificato nel corso degli anni; solo nello scorso agosto, proprio un giorno prima di lasciare la Calabria per tornare a Roma e ricominciare la “vita normale”, il cerchio si è chiuso.

Tutte le emozioni, i ricordi, le sensazioni, si sono condensate in un unica esperienza di pesca; il sogno più recondito e desiderato dentro di me, più di qualsiasi viaggio di pesca all’estero e di qualsiasi altra esperienza alieutica, ha trovato inspiegabilmente realizzazione: prendere una grossa lampuga a spinning, avendo ogni sorta di circostanza che potesse influenzarne la cattura contro. Ciò che mi ha permesso di realizzare il mio sogno non è stata certo la bravura o la conoscenza del mare, ma una serie di eventi e scelte contingenti incredibilmente incastonati tra loro, tanto da lasciar sembrare il tutto un (riuscito) tentativo da parte del destino di cristallizzare tutta la passione e l’amore che nutro verso la pesca e la Calabria in un unico momento indimenticabile.

Il caso ha anche voluto che prima di avvistare le grosse lampughe e tentarne la cattura, avessi la GoPro montata sulla scaletta posteriore della barca, immortalando così le incredibili immagini che seguono buona visione

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