Pesca in Apnea di Andrea Scimone Istruttore di pesca subacquea
Gentili visitatori del sito Calabria pesca on line, da oggi a seguito di una mia proposta che ha incontrato il favore e l’entusiasmo da parte dell’amministratore, andrò ad intrattenervi spero con sempre maggior assiduità, sulla specialità “Pesca subacquea in apnea”
Esordisco in qualità di Istruttore Federale di pesca in apnea, cercando di offrire un piccolo supporto tecnico e personale su questo grande pianeta che è il mare e il mondo sommerso e che spero in ognuno di voi come per me sia la grande passione da vivere continuamente e costantemente.
Inizio con il raccontarvi la mia esperienza con la subacquea.
Ho sempre abitato fortunatamente in un piccolo paese bagnato dal mare Jonio ed ovviamente sia il turismo sia le abitudini degli abitanti del posto erano ad esso rivolte, ho sempre nutrito quella curiosità di scoprire le cose e passavo i pomeriggi di tempo libero dopo aver studiato ad ascoltare i pescatori che con i loro racconti mi affascinavano sempre più. Si parlava dei pionieri della subacquea che i pescatori di superficie, narravano come dei super uomini che riuscivano a scendere a profondità proibitive e con un’attrezzatura rudimentale riuscivano a catturare pesci d’ogni tipo e d’ogni taglia, esplorando relitti di vecchie navi affondate o scogli isolati nella sabbia o addirittura immergendosi nel basso fondo.
Avevo dodici anni e di mio già aspettavo di anno in anno l’arrivo dell’estate per andare con la maschera ad esplorare i fondali, ovunque i miei genitori mi portassero, così col passare del tempo e crescendo, quei racconti crescevano dentro di me, tanto che a sedici anni iniziai a procurarmi una vecchia muta di mio padre e della colla.
All’uscita della scuola con i miei compagni delle superiori anche loro con mute rattoppate e con una fiocina artigianale accoppiata ad un manico di scopa, si partiva all’avventura.
Si prendeva qualche seppia, qualche polpo e poche triglie, ma ci si divertita da morire, di contro dovevamo fare i conti con il freddo che dopo circa un’ora nonostante la presunzione di stare in acqua si doveva inevitabilmente porre fine al sogno e tornare sulla terra ferma.
L’attrezzatura era molto diversa da quella che oggi si trova in commercio, e penso che se avessi iniziato adesso non sarei riuscito ad utilizzare quelle vecchie maschere in gomma che si appannavano sempre e che si allagavano di continuo, ne tanto meno quei vecchi fucili a molla.
Attualmente invece il progresso è dalla nostra parte e ci accompagna fedele nelle nostre battute di pesca subacquea.
Tengo a comunicarvi che per la pesca subacquea non bisogna pensare che si deve pescare a tutti i costi, perché per crescere in questo sport è necessario portare a casa molti cappotti, intendo dire, rientrare molte volte con il carniere vuoto, ma anche quelle volte sono servite ad insegnarci qualcosa, ad esempio capire se eravamo bilanciati bene con la zavorra oppure a capire il comportamento dei pesci con quelle condizioni meteo marine e tanti altri dettagli che magari non si notano e che entrano a livello di subconscio nel nostro patrimonio di conoscenze ed esperienza per renderci sempre più maturi.
Da non dimenticare che la pesca in apnea quale esaltazione del gesto atletico apnea è uno sport estremo, il quale deve indurci a riflettere e deve modificare il nostro modo di vivere almeno quando siamo in acqua, momento in cui ci si deve sentire ed essere rilassati, allo stesso tempo iniziare a conoscere i propri limiti cercando di rispettarli. Quindi per evitare incidenti non bisogna strafare, se non si riesce a pescare un pesce oggi, sicuramente si riuscirà domani.
Per evitare di annoiarvi per adesso concludo, nel prossimo articolo si inizierà a parlare di apnea in genere ed in particolare dei mutamenti del nostro corpo in immersione ed in carenza di ossigeno.
Vi aspetto a presto!
Andrea Scimone