Non è una bella notizia, ma è bene sapere: nel mare della Calabria sono arrivati pesci palla tropicali molto velenosi. Chi li mangia muore, e non è conosciuto antidoto alcuno. “Ce ne sono a centinaia e centinaia, i pescatori professionisti ormai li sanno riconoscere e li ributtano a mare. Il problema sono i dilettanti”, dice Sebastiano Stranges, che per primo si è accorto della loro presenza l’anno scorso e che dice di aver avvisato del pericolo le autorità senza trovare ascolto. Pochi giorni fa per un puro e fortunato caso sua figlia ha disinnescato una grigliata di pesce che avrebbe sterminato – il vocabolo non è eccessivo – due famiglie.

Stranges abita a Palizzi, in provincia di Reggio Calabria, ed è ispettore onorario del ministero per i Beni culturali e ambientali. Lungo le coste del “suo” mare ha scoperto non una, ma tre specie di pesce palla tropicali e velenosi, entrati nel Mediterraneo dal canale di Suez, complice il riscaldamento globale. Le “specie aliene ormai non fanno più notizia, talmente sono numerose, ma queste, data la pericolosità, meritano un’attenzione particolare. Due dei pesci palla che egli ha identificato in Calabria sono rari, il Lagocephalus sceleratus e lo Sphoeroides pachygaster. A sentire Stranges, particolarmente diffuso e ormai facile da pescare è invece il Lagocephalus inermis, che compare in tutte queste foto e che si è saldamente insediato “tra Palizzi Marina e Reggio Calabria e in buona parte della Sicilia, dove le acque marine non scendono sotto i 14 gradi. La frequenza delle catture è alta, si rinvengono spesso le carogne buttate in mare dai pescatori che li hanno trovati fra le reti”.

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Menomale se non altro che i pesci palla non sono mai finiti sulle bancarelle del mercato, ma ributtarli a mare, aggiunge Stranges, non è per nulla saggio: “I pesci che se ne mutrono muoiono, e contemporaneamente diventano essi stessi veicolo del micidiale veleno”. Sperare che, così come sono venuti, i pesci palla se ne vadano dalle coste calabresi? Impossibile, sostiene: “Coloro che li hanno studiati li definiscono ‘la gramigna del mare’. E’ necessario che le istituzioni facciano urgentemente qualcosa per correre ai ripari”. Per il momento, una pezza ce l’ha messa sua figlia di 22 anni, Alessia, che l’altra settimana ha riconosciuto il micidiale pesce palla fra gli ingredienti di una grigliata apparecchiata per due famiglie. E’ saggio fare molta attenzione: lungo le coste greche si è acclimatato un altro pesce palla tropicale. L’hanno mangiato in dieci, e tutti sono finiti al Creatore.

 

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