PESCA ALLA SALPA

 ORDINE:PERCIFORMI
FAMIGLIA: SPARIDI
GENERE:BOOPS

BOOPS SALPA

Caratteristiche morfologiche

La salpa ha il corpo di forma ovaloide, poco compresso ai lati; la testa, gli occhi e la bocca sono piccoli. La pinna dorsale è unica, piu alta nella parte anteriore, spinosa, e più bassa in quella posteriore, costituita da raggi molli. Le pettorali hanno la forma di un quadrilatero irregolare, le ventrali si trovano in corrispondenza delle pettorali, l’anale è corta con i primi tre raggi spinosi e, infine, la caudale è abbastanza ampia, forcuta e con i lobi perfettamente uguali.
La colorazione è sul grigio-verdastro nella parte dorsale e sul bianco-argentato nei fianchi e nella regione ventrale; inoltre, si notano una dozzina di strisce longitudinali dorate che si mantengono anche dopo la morte del pesce.
Le sue dimensioni medie sono comprese tra i 20 e i 30 centimetri, ma, soprattutto all’interno dei porti, possono raggiungere anche i 40-45 centimetri e superare i 2 chilo-grammi di peso. La sua alimentazione è esclusivamente erbivora, tranne negli stadi giovanili, quando è anche carnivora.

Costumi e curiosità

E’ un pesce che vive vicino alla costa, a profondità di 10-15 metri al massimo, su fondali rocciosi ricchi di vegetazione (soprattutto posidonie e ulva lactuga) sui quali trova il suo nutrimento. E’ una specie gregaria e spesso gli individui più giovani si riuniscono in branchi molto numerosi ed entrano nelle pozzanghere che si formano nella zona intercotidale, cioè quella che risente delle variazioni di marea.
Negli stadi giovanili questi pesci si nutrono principalmente di diatomee (alghe silicee) e di piccoli crostacei planctonici, mentre, da adulti, mangiano esclusivamente alghe di vario genere.

Commestibilità

Ha  carni commestibili ma poco apprezzate e a ciò contribuisce il fatto che quando la salpa viene pulita emette sgradevoli odori causati dal suo contenuto stomacale in decomposizione.

TECNICHE DI PESCA ALLA SALPA

BOLOGNESE


PESCARE LA SALPA MONTATURA PESCA IN CALABRIAPer insidiare le salpe si ricorre generalmente a una canna bolognese di 4-5 metri, corredata da un buon mulinello caricato con un monofilo dello 0,25-0,30 a seconda della pezzatura delle prede.

Il calamento più appropriato (nel disegno affianco) è costituito da un segmento di nylon dello 0,20-0,25, lungo circa un metro e mezzo, terminante con due braccioli di lunghezza variabile dai 20 ai 35 centimetri, a seconda che si affrontino salpe di piccola e media taglia.

A completamento della lenza si utilizzano galleggianti affusolati (con mare calmo) o a forma sferica (con mare mosso), piombature a pallini posti sopra la biforcazione dei braccioli e ami di misura variabile dal n. 16 al n. 8, in relazione alla taglia delle prede.

Durante l’azione di pesca occorre che l’esca lavori a 20 centimetri dal fondale, in attesa che il pesce si lasci tentare da uno dei due bocconi offerti. Il saltello del galleggiante è il segno indicatore della presenza del pesce che, quando attaccherà l’esca, farà sparire del tutto il segnalatore.

Esche e pasturazione

Classico pesce vegetariano, tanto da meritarsi l’appellativo di “capra di mare”, la salpa ha una vera predilezione per l’alga Entero-moepha compressa, che si presenta in fronde filamentose di colore verde intenso. La conoscenza di queste abitudini alimentari induce molti pescatori a effettuare copiosi brumeggi a base di quest’alga unita a pastura sfarinata. Particolare cura occorre riservare all’innesco dell’alga, che dovrà essere ben avvolta nell’amo, cercando di far penetrare lo stesso più volte entro il tessuto del vegetale.

Pesca all’inglese

E’ la tecnica più indicata per insidiare questi sparidi, spesso “aggregati” ad altri pesci, come cefali, occhiate e saraghi sparaglioni. Si useranno canne di circa 4 metri e l’azione di pesca andrà eseguita generalmente a trequarti di fondo o a fondo. Sarà fondamentale, ancora una volta per questa tecnica, una corretta pasturazione, e in mezzo alla pastura si potranno amalgamare anche alghe preventivamente tritate. Le canne saranno di circa 4 metri ed i mulinelli di misura piccola e imbobinati con lo 0,20; per i terminali si useranno ami dell’8-10 e monofili dello 0,14-0,16.

Pesca a fondo

La pesca a fondo può darci buoni risultati quando questi pesci sono intenti a “brucare” le alghe; in questo caso l’esca deve essere necessariamente costituita dalle stesse specie di alghe presenti in quel tratto di mare, avendo l’accortezza di innescarla su ami molto piccoli legati a braccioli di filo molto sottile lunghi circa 30 centimetri.

Pesca nei porti

All’interno dei porti o in prossimità delle scogliere artificiali le salpe sono spesso riunite in branchi associati ai cefali e le tecniche più indicate per tentarne la cattura sono praticamente quelle già viste per i mugilidi; unica differenza è che, oltre ai vari tipi di pasture, più o meno personalizzate, si possono usare “ciuffetti” di alghe del genere ulva lactuga o similari. Per quanto riguarda le attrezzature e le tecniche, vale quanto già detto  per la pesca all’inglese.

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