IL SURFCASTING

Il surfcasting (letteralmente “lancio sull’onda”) è una tecnica di pesca che si effettua dalla spiaggia, con canne capaci di lanciare l’armo (esca e piombo) a distanze considerevoli dalla riva. Questo tipo di pesca nasce nell’oceano atlantico (USA e Francia) ma è stata adattata con successo alle nostre coste.

La pesca Surfcasting nella sua origine oceanica
sfrutta l’andamento delle maree, le quali possono produrre, nel loro alternarsi, significative turbolenze sottomarine nei pressi della costa; tali turbolenze, sommovendo il fondale sabbioso con moto circolare, creano una zona particolarmente ricca di cibo, dai microorganismi ad animali di taglia maggiore (anellidi e granchi), i quali sono base dell’alimentazione per i pesci predatori e grufolatori, grandi e piccoli.
Nella versione mediterranea del surfcasting le maree non sono sufficienti da sole a produrre tale turbolenza, pertanto ci si avvale dell'”aiuto” delle mareggiate; osservando il mare aperto in presenza di moto ondoso di intensità apprezzabile si noterà come le onde inizino a “gonfiarsi” tutte nello stesso punto, cioè quando la metà dell’altezza dell’onda è maggiore della profondità del mare in quel punto: è l’inizio del campo da arare con la propria canna, in quanto i grossi predatori, meta ambita più d’ogni altra in questa specialità, si avventurano tra quei flutti in cerca del cibo smosso dall’onda all’impatto col fondo.
E’ questo il motivo per cui l’esca deve essere lanciata in prossimità della prima linea dei frangenti, linea che può distare anche 150-200 metri dalla battigia (sebbene di solito si trovi a distanze inferiori, talvolta anche a pochi metri dall’arenile, nel caso di fondali digradanti rapidamente), ragione per cui l’attrezzatura da surfcasting è studiata per lanciare molto lontano.
Nel mar mediterraneo la stagione del Surfcasting va da Ottobre ad Aprile periodo durante il quale le mareggiate portano allo scoperto gli organismi bentonici che costituiscono la base alimentare accumulatasi durante l’estate

Canne e mulinelli e terminali surfcasting

La nuova tecnologia ha cambiato la tendenza costruttiva delle canne da pesca. Fino a pochi anni fa erano costruite in bambu’ e in fibre di vetro, adesso invece, per la stragrande maggioranza, i migliori attrezzi sono costruiti in carbonio. Il mulinello è come un magazzino che raccoglie e libera la lenza secondo le necessita’ e puo’ essere sia a tamburo rotante, sia fisso.

Canne in carbonio

Il carbonio, questo e’ nuovo ritrovato, molto resistente alle sollecitazioni, è capace di sopportare sforzi inverosimili pur mantenendo una certa elasticita’, tanto che le industrie usano principalmente carbonio d’alta qualita’ costruendo canne da pesca d’ altissimo pregio. Le canne per il surfcasting, in particolare, sono molte e si dividono in: telescopiche, ad innesto e miste; a loro volta possono avere l’ azione di punta, media o parabolica. Sono costruite a due o piu’ elementi e gli innesti variano secondo i canoni costruttivi che possono essere: a “Spigot” (dritto o rovesciato), oppure “compound”. Le canne miste (meta’ telescopiche e di un solo pezzo) iniziano ora con il successo della “Pro art” Questa canna, progettata da Rocco Matteo e costruita dalla Veret di Lucca, ha dato il via a nuovi orizzonti nel mercato italiano, visto anche il consenso espresso da parte degli agonisti e da alcuni campioni inglesi.
La Pro Art, per esempio, ha due elementi telescopici e uno ad innesto; questo sistema garantisce un’ azione progressiva e un accumulo di potenza che si sviluppa su tredici piedi di lunghezza, ridimensionata per un trasporto facile e per nulla ingombrante.
Le canne da pesca, telescopiche  a due pezzi, hanno una lunghezza totale che varia dai 390 ai 450 centimetri.
La differenza con la precedente consiste principalmente nell’ azione: mentre quelle telescopiche possono essere ad azione parabolica, mista e di punta, quelle a ripartizione di sezioni sono tutte ad azione di punta; possono incamerare molta piu’ energia se spinte da un gesto atletico altamente tecnico.
Le canne da pedana sono quelle utilizzate nelle gare di gittata.

TECNICA E AERODINAMICA PER DISTANZE RECORD

Si tratta di una categoria di attrezzi duri costruiti per raggiungere distanze inverosimili. In Inghilterra, dove sono nate e messe a punto, sono stati raggiunti oltre 279 metri e solo provvisoriamente. Sono dure “come un palo della luce” ma chi possiede una buona tecnica di lancio puo’ addomesticarle come quelle da pesca. Sono canne poco adatte per la pesca nel Mediterraneo pero’, a tale scopo, vengono usate in Inghilterra per vincere la forza dei venti e raggiungere, con l’esca, il pascolo dei merluzzi; mentre in Africa Meridionale, in America e in Brasile, per il vero Surfcasting.

La canna telescopica

Per definizione e’ un sistema composto di tubo tronco conico infilati uno dentro l’altro.Nella parte piu’ stretta d’ ogni elemento e’ legato un anello per consentire il passaggio del filo del mulinello senza che quest’ultimo vada a sbattere sulla canna. Sul manico e  fissata una ghiera portamulinello che, puo’ essere a vite oppure a slitta. La canna telescopica perlomeno in Italia, e’ quella che ha raggiunto il maggior successo, principalmente per la comodita’ di trasporto.
Oggi, questo modello di canne, ha raggiunto una perfezione tecnica senza eguali; possono essere anche con azione di punta e sviluppare una potenza tale da far invidia anche alle cugine ”Rip” con le quali si possono raggiungere distanze eccezionali.

I Mulinelli

Il mulinello a tamburo fisso e’ pu’ facile da gestire, esso e’ la macchina moltiplicatrice per il recupero della lenza Si  chiama a bobina fissa perche’ durante il lancio e durante il recupero, il rocchetto che contiene la lenza, non ruota. Il suo unico movimento e’ in senso verticale in altre parole: oscilla. Un buon mulinello per il surfcasting che si rispetti deve avere le seguenti caratteristiche: bobina conica ed ampia, recupero da 4:1 o 5:1 giri (rapporto bobina manovella). Il mulinello a tamburo rotante e’ nato con il surfcasting ed e’ tuttora utilizzato in tanti paesi come: Inghilterra, Sud dell’ Africa e America.
E’ un mulinello difficile da gestire, specialmente di notte che richiede l’ausilio di un fascio luminoso per recuperare il filo.
Senz’altro e’ piu’ tecnico del precedente, forse si equivale per alcune problematiche ma e’ molto meno pratico per la pesca fatta in sveltezza. Esso, al contrario del fisso, durante la fase di lancio, fila la lenza dritta senza quelle noiose spire concentriche prodotte dal rocchetto della bobina fissa.

La conoscenza del pescatore si costruisce di giorno in giorno, come una tela di ragno . Ogni esperienza vissuta, letta o ascoltata può costituire un collegamento della catena e contribuire così ad un miglioramento progressivo dei risultati .

TERMINALI

Nel Surfcasting una delle cose piu’ importanti sono sicuramente le montature. Ogni surfcaster ha un proprio modo di realizzarle ed esse cambiano a secondo del pesce che si vuole catturare e a secondo delle condizioni del mare. Se ad esempio ci troviamo in situazioni di mare mosso e bene usare terminali non troppo lunghi cosa da evitare i fastidiosi ingarbugliamenti della lenza, al contrario, in situazioni di mare calmo possiamo utilizzare terminali di una certa lunghezza. Anche la struttura dell terminale e’ molto importante: oggi ci sono in commercio tanti piccoli accorgimenti che possono rendere il terminale piu’ adeguato alle diverse situazioni. Generalmente vengono inseriti perline, galleggianti, bait- clip, ecc…. a secondo del terminale che si vuole costruire. Qui di seguito viene presentato una serie di montature tra le piu’ utilizzate e facili da creare. Tralasciando la grandezza degli ami e lo spessore dei terminali si potra’ vedere come esse vengono costruite e quale  sia l’impiego ottimale.

Il paternoster

Il Pater noster forse il calamento piu’ vecchio che si conosca.
Infatti il suo utilizzo e’ pressoche’ universale nell’ ambito della pesca sportiva effettuata sia da terra(pesca a fondo) che dalla barca(bolentino).

E’ il calamento piu’ utilizzato insieme ai ”monoamo” nel surfcasting e puo’ avere una lunghezza che varia a secondo della lunghezza dei suoi braccioli (2 in tutto) e che va da 120 a 150 cm.I braccioli sono anch’ essi di sezione e lunghezza variabile,per rispondere al meglio allo stato di agitazione delle acque.Si potranno utilizzare quindi braccioli da 40 cm. e diametro contenuto allo 0.35 se la turbolenza e’ elevata, per arrivare ad un max. di 130 cm. con diametro 0.24 in caso di mare in scaduta.Lo stesso Paternoster puo’ essere utilizzato come calamento di ricerca nell’ immediato sottoriva a caccia di  pescettame che per la maggior parte sara’ costituito da triglie, cefali, leccette, mormore

Monoamo (long-arm short-arm)

Questo calamento e’ simile a quello descritto in precedenza pero’ utilizzeremo un solo amo. Nel primo caso (short-arm) utilizzeremo un bracciolo che dovraa essere massimo di 80cm mentre nel secondo caso (long-arm) il bracciolo dovra’ essere di 1.5, 2 metri

Scorrevole

Questa e’ la montatura primaria che tutti devono conoscere.
Si  fa scorrere nel filo al mulinello il piombo a pera o sferico con un salva nodo vicino alla girella per evitare la rottura del filo provocata dallo sfregare del peso.
Il bracciolo dovra’ essere di circa un 1 – 1.5 metri.

Qui disegni delle montature:

  1. TERMINALI E MONTATURE SURFCASTING
  2. TERMINALI E MONTATURE BEACH LEGERING

Conoscere il pesce

In primo luogo, è importante conoscere nelle grandi linee i comportamenti dei pesci che si vorranno insidiare attraverso il surfcasting. Questi comportamenti si scompongono così:

Comportamenti alimentari: definiscono quali prodotti alimentari i pesci ricercano, quali proporzioni rappresentano nell’alimentazione e soprattutto come i pesci se li adattano.
Comportamenti fisiologici: definiscono il modo in cui il pesce reagisce in funzione di diversi elementi esterni: temperatura delle acque, pressione atmosferica, torbidezza dell’acqua, salinità , profondità , ore del giorno e della notte ecc.…
Comportamenti fisici: definiscono il modo in cui i pesci si azionano in acqua. E’importante sapere come i pesci sono capaci d’evolvere e di reagire nei vari ambienti ambientali. Questo definisce il comportamento generale del pesce, se è cacciatore, grufolatore, pelagico o gregario ecc.…
Questa conoscenza del pesce permette qualsiasi accesso , non allontanandoci dall’obiettivo .
Considero personalmente la sua cattura come una consacrazione e come un momentomagico che viene a ricompensare una passione condotta a buon termine.

Il surfcasting è una tecnica che prende e che porta sensazioni paranormali. Così il pescatore con le esche deve dare prova d’intelligenza nell’uso della sua esca per farla mordere, il pescatore in surf deve essere estremamente preciso nella presentazione delle sue esche , essendo questa presentazione radicalmente diversa tra due specie distanti!

Di admin