PESCA IN CALABRIA IL FIUME CRATI

pesca in calabria il fiume crati cosenzaNasce a quota 1742 metri dal livello del mare, nel cuore dell’altipiano silano a valle del monte Corbello, qui è poco più di un rigagnolo d’acqua tanto da essere chiamato “Craticello” dove però delle splendide trote trovano un ideale habitat naturale. Man mano che prosegue il suo cammino( per un totale di circa 87 Km), grazie ai suoi affluenti, acquista una certa corposità. Per i suoi primi dieci chilometri la poca acqua ma cristallina scorre all’interno di una vegetazione tipica d’altura formando qualche cascatella naturale . Questo tratto del Crati, che fortunatamente non conosce la parola inquinamento, è incontrastato regno della fario silana: selezionatissima specie autoctona. Attraversato questo primo tratto il nostro fiume raggiunge i primi centri abitati ; Pianecrati, Appigliano, da qui fino alle porte di Cosenza dove si incontra con il Busento, le acque sono ancora accettabili ma le trote scarseggiano. Da qui in poi inizia la “via crucis” per il Crati che in alcuni tratti è una vera e propria fogna a cielo aperto tanto che nel tratto cittadino non si parla di pesca. Scendendo lungo il percorso, una miriade di affluenti ridanno vita al fiume, tra questi si distingue il Mucone che, dopo aver alimentato il lago Cecita in Sila ne diviene unico emissario.

Quanto sia importante per il Crati questo splendido affluente di provenienza silana, lo conferma la riacquistata vitalità che troviamo a valle della sua confluenza infatti da qui, dopo un coma profondo, si verifica il risveglio. A valle del Mucone , anche se limitato nelle speci, il Crati è molto ricco di pesce e per i pescatori di carpe e cavedani è un vero paradiso.
Questi diciassette – diciotto chilometri di fiume, cioè dalla confluenza del Mucone fino all’invaso artificiale di Tarsia ( un tempo meta preferita per i pescatori ora area umida protetta),sono quelli che offrono il più alto coefficiente di pescosità. I fondali si aggirano mediamente dai 50 agli 80 cm, la conformazione fisica del suo alveo è composta prevalentemente di ciottoli e sabbia molto fine il che provoca di repentini cambiamenti di percorso e di fondale, anche senza il verificarsi di piene.
Qui si possono utilizzare tutte le tecniche di pesca: dalla passata con esche naturali allo spinning con piccoli rotanti e minnow (per insidiare prevalentemente cavedani di buona taglia), alla pesca a mosca sia secca che sommersa. Ciò che assicura invece la cattura di grosse carpe, è la patata bollita e presentata ai nostri ciprinidi in piccoli cubetti di circa un centimetro (ottima esca se preceduta da pasturazione).

Anche il granoturco si rivela un’ottima esca per cavedani e carpe. Per quanto concerne le altre esche, il bigattino e il lombrico rosso sono considerate le esche “acchiappa tutto” e in qualsiasi stagione fanno strage di carassi, un po’ meno di cavedani e qualche carpa e tinga

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Negli ultimi 25 Km ,praticamente dalla diga di Tarsia alla foce nel mar Ionio, nei pressi di Sibari,la conformazione fisica ambientale del Crati non cambia, stessa acqua stessa fauna ittica ma con ospiti stagionali, qui si possono trovare i cefali, qualche spigola e nel periodo di risalita le cheppie o alose specialmente alla confluenza con il Coscile, uno dei suoi maggiori affluenti.
Attenzione però in quanto, come per l’invaso di Tarsia anche la foce del Crati è oasi protetta per cui vige il divieto di pesca.

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Di admin

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